Dante disse nell'ultimo verso dell'Inferno: "E quindi uscimmo a riveder le stelle".
Camilla
Quella mattina è stata una delle più difficili, perché avrei dovuto salutare la mia migliore amica con la consapevolezza di non sapere quando l'avrei rivista. Mentre Lidia era in bagno a prepararsi, continuavo a guardare quella chat con la speranza che potesse rispondere, ma niente. Brando era come sparito dalla terra e quella mattina l'avrei rivisto. Speravo con tutta me stessa che stesse bene.
«Sono pronta, andiamo» disse Lidia uscendo dal bagno.
«Sì, andiamo» dissi per poi abbassarmi e salutare Oliver che dormiva nel letto. «Ci vediamo stasera, Olly.»
Eravamo alla fermata della metro, che sarebbe passata da lì a pochi minuti, ma in quel preciso momento vidi una di quelle scene che spezzano in due, nonostante a me non sarebbe dovuto importare nulla. Vidi Brando con una ragazza dai capelli biondi che lo guardava con occhi innamorati, e io che mi preoccupavo del fatto che stesse bene. Mentre lei lo baciava, lui alzò lo sguardo e ci guardammo per un attimo che sembrò eterno. A fermare tutto fu la metro che mi passò davanti, facendomi volare i capelli all'indietro. Salite sulla metro, guardai fuori dal vetro per vedere se fosse ancora lì, ma non c'era. Lui se ne era andato e la ragazza era rimasta sola, guardava il telefono. La metro ripartì, io pensavo ancora a quella ragazza: chi poteva essere? Da quanto stavano insieme? Lei lo amava?
«A cosa pensi?» chiese Lidia affianco a me.
«Niente, pensavo a quanto ti mancherò» dissi ridendo.
«Quanto siamo egocentriche» rispose mettendosi una mano sulla fronte.
«Perché, non è vero che ti mancherò?» replicai.
«Macché, non è vero» disse ridendo.
Dopo 15 minuti arrivammo alla stazione di Milano Centrale. Mentre cercavamo il binario, Lidia cominciò a parlare.
«Cami, se non dovessi stare più bene qui» disse piano, «torna a Roma e ti prego chiama i tuoi nonni» concluse davanti al binario del suo treno.
«Te lo prometto» risposi mentre camminavamo per arrivare davanti al treno.
Era arrivato il momento dei saluti, ma nessuna delle due era brava con le parole e l'unica cosa che potevamo fare era abbracciarci, perché le parole in quel momento non servivano.
«Mi mancherai, stronza» disse piano mentre stringeva l'abbraccio.
«Anche tu» risposi piano e mi staccai dall'abbraccio. Guardandola in viso, aveva gli occhi lucidi.
«Ora vai, altrimenti perdi il treno» dissi mentre ritiravo le lacrime dentro.
Riprese la sua valigia, si avviò verso la porta del treno e salì senza voltarsi. Sapevo che anche lei stesse trattenendo le lacrime. Aspettai la partenza del treno e subito dopo tornai alla metro per andare a lavoro dove avrei rincontrato Brando. Mentre aspettavo la metro, continuavo a pensare chi fosse la ragazza di prima.
La sua fidanzata?
Sua sorella?
Stanno insieme?
La ex?
Lui la ama?Cosa ti importa, non è il tuo fidanzato, dovresti preoccuparti di capire dove è il tuo fidanzato.
Grazie coscienza, sempre puntuale.
La mia coscienza aveva ragione, sapevo che stava bene da quello che mi aveva detto Federico ma non sapevo se stesse ancora da lui. Decisi che era il momento di chiamarlo, composi il numero di cellulare ma in quel momento mi sentii toccare la spalla e mi girai per vedere chi fosse. Era Brando che mi guardava come se stesse aspettando che uno dei due parlasse, ma nessuno lo fece, ci guardammo e basta fino a che non arrivò la metro.
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Paradiso e inferno
RomancePer tutte quelle persone che hanno sofferto stando in silenzio.