Diana è una giovane donna con un sogno ardente di diventare una cantante. Tuttavia, la sua vita è un susseguirsi di lavori banali che la allontanano sempre di più dalla sua passione. Una notte, disperata e senza speranza, incontra Lucien, un demone...
La luce del giorno era pallida e spettrale, filtrata a malapena attraverso le nubi grigie che coprivano il cielo, creando un'atmosfera opprimente e malinconica. Le ombre degli alberi si allungavano sul terreno, come mani scheletriche pronte ad afferrare chiunque osasse attraversare quel territorio solitario e desolato.
Diana camminava con passo deciso, ma il suo cuore era gravato da un misto di emozioni contrastanti. Da una parte, sentiva il bisogno di stare da sola, di riflettere sul significato delle visioni e su ciò che il futuro poteva riservarle. Dall'altra, una parte di lei rimpiangeva la decisione di allontanarsi da Azazel. Non poteva negare l'attrazione che provava per lui, né l'affetto che era cresciuto nei loro cuori durante il viaggio insieme.
Il pensiero di quel bacio la tormentava. Era stato un momento di pura connessione, un attimo in cui si era sentita completamente al sicuro, amata e protetta.
Ma le visioni che l'avevano seguita avevano distrutto quell'illusione, portando con sé paura e confusione. Diana si fermò un momento, appoggiando una mano su un albero per riprendere fiato. "Perché il bacio ha scatenato quelle visioni? È forse un segno che non devo fidarmi di lui? O è semplicemente la mia mente che mi gioca brutti scherzi?" si chiese.
La foresta iniziò a farsi più densa e oscura man mano che avanzava. I rami degli alberi si intrecciavano sopra di lei, formando un tetto naturale che bloccava quasi del tutto la luce del sole. Era come camminare in un tunnel di ombre, con il solo suono dei suoi passi e del vento a farle compagnia. Ogni tanto, il silenzio era rotto dal rumore di un ramo spezzato o dal fruscio di una creatura invisibile tra i cespugli. C'era qualcosa di inquietante in quel luogo, una presenza oscura che sembrava osservare ogni suo movimento.
Mentre proseguiva, un leggero senso di vertigine la colpì, e le visioni tornarono a tormentarla. Vide di nuovo scene di guerra e distruzione, volti contorti dal dolore e dalla rabbia, e sempre quel volto familiare di Lucien, con un sorriso crudele che le faceva gelare il sangue. Diana scosse la testa, cercando di scacciare quelle immagini. "Devo concentrarmi sulla missione," si disse, stringendo più forte la spada che teneva in mano. "Non posso permettermi di essere debole adesso che non ho più nessuno che mi copre le spalle".
Il fruscio continuava, a volte vicino, a volte lontano, come se la figura si spostasse intorno a lei senza farsi vedere. Diana sentiva una pressione opprimente, come se qualcosa di malevolo stesse scrutando la sua anima. Il suono si fermò bruscamente, e un silenzio innaturale calò sulla foresta. Ogni alito di vento sembrava essersi placato, ogni creatura nascosta tratteneva il respiro.
Diana era sull'attenti, i sensi all'erta. Poi, un sussurro, quasi impercettibile, riempì l'aria. Era una voce fredda, tagliente come un coltello, che si insinuava nella sua mente.
"Non pensavi davvero di potermi sfuggire, vero?"
Il cuore di Diana accelerò ulteriormente, un nodo di terrore si formò nello stomaco. "Chi sei? Mostrati!" gridò, cercando di nascondere la paura nella sua voce.
Ma il silenzio fu l'unica risposta. Poi, lentamente, tra le ombre degli alberi, una figura avvolta in un mantello nero emerse dalla nebbia. Non sembrava camminare, ma piuttosto fluttuare sopra il terreno, i bordi del mantello ondeggiavano come un fumo oscuro.
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L'individuo avanzava con grazia, una presenza sinistra che faceva rabbrividire Diana. Sembrava quasi irreale, un'ombra materializzata dal nulla. Ogni passo che faceva sembrava far sprofondare ulteriormente la foresta nell'oscurità. Si fermò a qualche metro da lei, il volto ancora nascosto sotto un cappuccio. L'aria intorno a loro sembrava diventare ancora più gelida, come se la figura emanasse un freddo glaciale.
Lentamente, sollevò una mano bianca e scheletrica, e abbassò il cappuccio, rivelando un volto pallido e affilato. Gli occhi, due abissi neri, scintillavano con una luce maligna che fece gelare il sangue di Diana. Un sorriso crudele si allargò sul volto della figura, e Diana riconobbe finalmente chi aveva davanti a sé.
"Lucien," sussurrò Diana, il nome lasciando le sue labbra come un veleno. La consapevolezza di trovarsi di fronte a uno dei suoi peggiori nemici le fece tremare le gambe, ma cercò di mantenere la sua posizione, la spada alzata in segno di difesa. Le mani stringevano il manico dell'arma con una forza che rivelava tutta la sua tensione. "Finalmente, faccia a faccia."
Lucien rispose con un sorriso freddo e sprezzante. "Ah, la piccola Diana," disse, con una voce carica di disprezzo. "La sopravvissuta, l'eroina tragica. Una patetica umana che pensa di poter fare la differenza."
Gli occhi di Diana si riempirono di furore. "Non sono qui per giocare", ribatté, la sua voce tremava di rabbia. "Sono qui per vendicare la morte dei miei genitori, assassinati per mano tua e per riprendermi ciò che mi hai tolto. Ti darò ciò che meriti per tutto il dolore che hai causato".
Lucien alzò un sopracciglio. "Ah, sì, quella faccenda. Non puoi davvero pensare che io mi ricordi di ogni piccola vita che ho spezzato, vero? I tuoi genitori... erano irrilevanti, semplici pedine di un gioco molto più grande. La loro fine era inevitabile, e non hanno lasciato alcuna impressione su di me. Non sono altro che polvere".
Le parole di Lucien colpirono Diana come un pugno nello stomaco. Il suo respiro si fece irregolare, mentre cercava di controllare le lacrime che minacciavano di scendere. "Tu sei un mostro," gridò, la sua voce piena di dolore e furia. "Non puoi capire cosa significa amare, cosa significa perdere qualcuno. Non sei altro che un'ombra vuota, un essere spregevole che distrugge tutto ciò che tocca."
Lucien ridacchiò, un suono privo di calore. "Oh, mia cara Diana, non ti scaldare troppo. Le emozioni sono solo debolezze, illusioni create per dare senso alla vita insignificante degli esseri umani. E tu sei così prevedibile, così pateticamente facile da manipolare. La tua sete di vendetta ti ha accecato, te e il tuo angioletto custode, che coppia patetica".
Diana serrò la mascella, sentendo il fuoco della rabbia crescere dentro di sé. "Non importa cosa pensi," ribatté, "non mi fermerò finché non ti avrò distrutto. Sei la causa di tutto il male che ha colpito la mia vita. Hai ucciso i miei genitori, hai portato distruzione e sofferenza. E ora pagherai per questo."
Lucien alzò una mano, e una risata scura sfuggì dalle sue labbra. "Oh, davvero?" disse falsamente sorpreso. "E come pensi di farlo, piccola umana? Con la tua spada e le tue emozioni turbate? Sei così... fragile."
I suoi occhi brillarono di malizia. "Ma c'è qualcosa di interessante in te, lo ammetto. La tua luce, Diana, è corrotta da un'ombra che cresce dentro di te. Quei poteri oscuri che ora possiedi ti proteggono, creano un legame che non posso infrangere direttamente. È ironico, non trovi? Il male dentro di te ti rende intoccabile" aggiunse, avvicinandosi ancora un po', ma sempre mantenendo una distanza di sicurezza, "ma questo non ti salva. Ti rende solo più preziosa per i miei piani."
Diana sentì un'ondata di repulsione mista a paura. "Quindi non puoi toccarmi," disse, sentendo un minimo di sollievo nella sua voce. "Non puoi fermarmi."
Lucien la fissò, e per un momento una scintilla di pura rabbia attraversò i suoi occhi. "Non posso distruggerti direttamente", ammise, con un tono carico di frustrazione. "Ma posso ostacolarti, posso piegare la tua volontà, posso metterti di fronte a prove che ti spezzeranno dall'interno. Non sarò io a fermarti, Diana, ma te stessa."
Con un gesto teatrale, Lucien fece apparire dalle ombre una figura massiccia, un guerriero demoniaco avvolto in fiamme oscure. La creatura brandiva una spada gigantesca, e i suoi occhi brillavano di un rosso infuocato. "Questo è il mio dono per te," disse Lucien, ritirandosi lentamente nell'ombra. "Non ti lascerò avanzare così facilmente. Mostrami, Diana, di cosa sei capace."
Diana strinse la spada, il cuore che martellava nel petto. Mentre il guerriero demoniaco avanzava verso di lei con un ruggito, sapeva che questa battaglia era solo l'inizio. Lucien non poteva distruggerla, per ora...ma avrebbe fatto di tutto per spezzarla. Con un grido di sfida, si lanciò in avanti, determinata a dimostrare che, anche con l'oscurità dentro di sé, non sarebbe stata sconfitta.
✨SPAZIO AUTRICE✨
Ecco il ritorno di Lucien, vi era mancato? 😈
Grazie sempre per il supporto! Commentate e stellineee ❤️