La voce perduta

Il canto della menzogna

Diana e Azazel caddero dal cielo, avvolti in una spirale di vento e ombre. L'impatto sembrava inevitabile, ma all'ultimo istante Azazel riuscì a distendere le ali spezzate quanto bastava per rallentare la caduta. Atterrarono bruscamente su un altopiano roccioso, il suolo si spaccò sotto di loro, creando una rete di crepe nere. Il respiro di Diana era affannoso, il cuore le martellava nel petto mentre lottava per rimanere cosciente.

Azazel era accanto a lei, il suo corpo possente piegato dal dolore. Le sue ali erano ridotte a brandelli, ogni movimento che faceva sembrava gravato da una sofferenza insopportabile. Eppure, non si arrese. Le sue mani tremanti cercarono quelle di Diana, ma prima che potesse toccarla, l'ombra di Lucien si allungò su di loro come una coltre di nebbia.

"Siete così prevedibili," la voce di Lucien risuonò con una calma inquietante. "L'amore, la lealtà, la speranza... sono catene che vi legano, ciechi alla verità."

Diana si girò, il respiro ancora affannoso. Lucien era lì, a pochi passi da loro. Il suo volto era distorto da un sorriso crudele, e i suoi occhi ardevano di una luce oscura. Le sue ali erano come fiamme nere che fluttuavano nell'aria, avvolgendo il paesaggio circostante in un'oscurità soffocante.

"Lucien!" gridò Diana, cercando di alzarsi in piedi, ma sentiva le gambe deboli e instabili. Azazel, sebbene ferito, riuscì a frapporsi tra lei e Lucien, le sue mani ancora tremanti ma pronte a combattere.

Ma Lucien non sembrava preoccupato. Al contrario, sembrava compiaciuto. "Sei davvero pronto a morire per lei, Azazel? Dopo tutto quello che hai nascosto? Dopo tutte le bugie?"

Azazel non rispose, i suoi occhi bruciavano di rabbia. Diana sentiva l'energia nell'aria cambiare, la tensione tra loro cresceva come un temporale imminente.

Lucien sorrise, una curva crudele delle labbra. "Non hai mai detto a Diana la verità, vero? Non le hai mai detto cosa sei davvero, cosa hai fatto prima che lei entrasse nella tua vita."

Azazel rimase in silenzio, ma Diana sentì qualcosa spezzarsi dentro di lei. "Cosa sta dicendo, Azazel?" chiese, la voce carica di incertezza.

Lucien si avvicinò lentamente, come un predatore che si avvicina alla preda. "Oh, povera, innocente Diana", disse, la voce come un sussurro velenoso. "Azazel non è l'eroe che pensi. È colui che ha scatenato tutto questo caos, chi ha portato Malakar a distruggere il tuo mondo. E sai perché? Perché Malakar era una sua creazione. Azazel era il suo maestro, la sua guida. Tutto questo inferno... è iniziato con lui."

Diana scosse la testa, confusa. "Non può essere vero..." mormorò, cercando di capire.
Azazel strinse i pugni, il dolore sul suo volto era evidente. "Non è così semplice, Diana."

"Non è così semplice?" esclamò Lucien, ridendo freddamente. "Diana, ascolta. Azazel non è un eroe. È stato lui a dare vita a Malakar, a nutrire l'oscurità dentro di lui".

Diana si trovava in un luogo che non riusciva a riconoscere. Era un paesaggio onirico, sospeso tra realtà e illusione. Attorno a lei, fiamme azzurre lambivano un cielo che sembrava liquido, e le ombre si muovevano come creature senzienti, sussurrando verità che Diana non voleva ascoltare. Il vento era caldo, ma portava con sé una sensazione di gelo profondo, penetrante.

Lucien stava in piedi accanto a lei, il volto rilassato ma i suoi occhi scintillavano di malizia. La sua figura sembrava più eterea, come se si stesse fondendo con l'oscurità stessa. Diana si trovava sospesa tra due mondi, divisa tra il desiderio di scoprire la verità e la paura di affrontarla.

"Non è così terribile, vero?" Lucien parlò dolcemente, come un amico premuroso che sussurra a un'anima smarrita. "Questo luogo riflette la tua vera natura, Diana. Sei in bilico tra la luce e l'oscurità, come tutti noi. Ma qui, nell'oscurità, puoi essere libera. Non devi più vivere con il peso della colpa, delle aspettative... delle bugie di Azazel."