Il grido della lupa

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Il crepuscolo stava lentamente cedendo il passo alla notte mentre Diana, Azazel e Athyra avanzavano verso il cuore della foresta. La luce dorata del sole morente filtrava tra gli alberi, creando un gioco di ombre che danzavano intorno a loro, come spiriti antichi che osservavano il loro cammino. L'aria era densa di magia e mistero, e Diana poteva quasi sentire il respiro della foresta che si accordava con il suo.

"Le prove si trovano oltre questo sentiero", disse Athyra con una voce che sembrava fondersi con il sussurro del vento. "Sono state create per mettere alla prova il cuore, la mente e l'anima. Solo chi è veramente degno può completarle."

Diana annuì, il suo cuore che batteva forte nel petto. Sentiva la presenza di Azazel accanto a lei come un'ancora, un conforto silenzioso nel mezzo dell'incertezza. Ma c'era un'altra presenza che la metteva a disagio, una presenza che non riusciva a ignorare. Athyra.

"Non mi hai mai detto cosa comportano queste prove", disse Diana, cercando di mantenere il controllo sulla sua voce.
Athyra si voltò leggermente, il suo sguardo enigmatico che si posò su Diana.

"Le prove sono diverse per ogni individuo. Sono costruite intorno alle paure e ai desideri più profondi. Non posso dirti cosa dovrai affrontare, solo che dovrai farlo da sola".

Azazel intervenne, il suo tono protettivo. "Non è sola. Io sarò al suo fianco."
Athyra sorrise, un sorriso che non raggiunse i suoi occhi.

"Azazel, tu sai meglio di chiunque altro che certe battaglie devono essere combattute da soli. Ma non temere," aggiunse, la sua voce che si fece più morbida, "le prove non sono solo per lei. Anche tu avrai la tua parte".

Diana sentì un'ondata di gelosia mescolata a insicurezza. Non poteva ignorare il modo in cui Athyra guardava Azazel, come se vedesse in lui ancora il suo antico amante, nonostante il tempo passato. Ma decise di mantenere il controllo, concentrandosi sul compito a portata di mano. Non poteva permettere che le sue emozioni offuscassero il suo giudizio.

Proseguirono in silenzio, il crepuscolo trasformandosi in una notte stellata. Il cielo sopra di loro era un mare di stelle scintillanti, ma Diana non poteva permettersi di lasciarsi incantare dalla bellezza della notte. Sapeva che ciò che l'attendeva era oscuro e pericoloso.

Arrivarono finalmente a un ampio spiazzo circondato da alberi antichi, le cui radici emergevano dalla terra come artigli. Al centro dello spiazzo c'era un altare di pietra, coperto di rune che brillavano di una luce pallida e inquietante. La terra intorno all'altare sembrava respirare, come se fosse viva.

"È qui che iniziano le tue prove, Diana", disse Athyra, la sua voce carica di una strana gravità. "Dovrai affrontare le tue paure più oscure, la tua rabbia, e il tuo amore. Solo allora potrai comprendere la vera natura dei tuoi poteri".

Diana sentì un brivido percorrerle la schiena, ma fece un respiro profondo, cercando di trovare la forza dentro di sé. "Sono pronta", disse, più per convincere se stessa che per rassicurare gli altri.

Athyra annuì e si avvicinò ad Azazel, il cui volto era teso di preoccupazione. "Azazel", disse lei, la sua voce che divenne un sussurro privato. "Prima che Diana inizi... devo parlarti".

Diana li osservò mentre si allontanavano leggermente, sentendo una stretta dolorosa nel cuore. Non poteva sentire quello che si dicevano, ma il modo in cui Athyra si avvicinava a lui, come se cercasse di riprendere un contatto perduto, la faceva...soffrire.

Athyra guardò Azazel negli occhi, il suo sguardo pieno di antica malinconia. "Azazel... sei davvero pronto a lasciarti alle spalle tutto quello che abbiamo condiviso?" chiese, la sua voce carica di dolore. "Un tempo eravamo tutto l'uno per l'altra. Il tempo non può cancellare ciò che eravamo".

La voce perdutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora