IV

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"Ci sono 382 persone qui, se capiscono che non siete dei nostri siete morti," riferì Maya ai due mentre camminava verso un ascensore. Mise una carta su un sensore e poi si girò verso di loro. "Siamo al terzo livello, i ragazzi sono al quinto." Poi l'ascensore si aprì e lei lo indicò con la testa. "C'è una telecamera all'angolo in alto a destra, tenete giù la testa," disse. Entrarono tutti e tre; Kora fece finta di scrivere delle cose sul fascicolo che aveva in mano mentre Bellamy si teneva il cappello.

"Un attimo per favore," un uomo mise una mano sulla porta dell'ascensore evitando che si chiudesse; questa si riaprì e l'uomo entrò. Kora e Bellamy si lanciarono uno sguardo con la coda dell'occhio. "Ciao, Maya," disse l'uomo entrando. "Mi sei mancata alle lezioni di espressionismo," aggiunse sorridendo. Maya ricambiò con un altro sorriso. "Sì, avevo del lavoro da sbrigare," disse. L'uomo le disse che le avrebbe fatto avere gli appunti della lezione.

L'ascensore si fermò un'altra volta e altre due persone entrarono. Kora e Bellamy si scambiarono un altro sguardo, entrambi preoccupati che la copertura potesse saltare.

Arrivati al quinto livello, le due persone uscite in precedenza lasciarono l'ascensore. Maya, Kora e Bellamy stavano per uscire, ma l'uomo parlò. "Ehi, stai sanguinando," disse a Bellamy. Kora prese un fazzoletto e lo mise sulla "ferita" e con l'altra mano sulla spalla. "È stato esposto," disse lei rientrando nell'ascensore. "Oh mio Dio, dobbiamo tornare indietro per trovare la falla," disse Maya seguendo Kora. "E voi?" chiese l'uomo uscendo. "È il nostro lavoro, ce la caveremo," rispose Maya, e Kora fece un sorrisetto. L'uomo andò via e le porte si chiusero. Kora girò il viso verso il ragazzo e solo in quel momento si accorse che erano a pochi centimetri di distanza. Si guardarono negli occhi per qualche secondo e poi si staccarono imbarazzati.

POV di Kora
Un'altra volta, era successo un'altra volta. Eravamo a pochi centimetri di distanza e io mi sono imbambolata davanti a quegli occhi.

Cosa mi sta succedendo?

Ero così vicina che potevo sentire il suo profumo, il suo respiro. Sono stati secondi infiniti.

"Hai avuto un'idea intelligente," disse lui evitando il mio sguardo.
"Grazie," risposi altrettanto evitando il suo sguardo.

Non ci stavo capendo più nulla, per qualche strana ragione volevo tornare in quella situazione. Ma perché? Insomma, Bellamy è un bel ragazzo, è attraente, ma io lo odio, è arrogante e stronzo.

POV del narratore
I tre arrivarono alla radio e avvisarono Clarke. Oramai si era fatta sera, quindi Maya tornò nel suo appartamento con suo padre. Bellamy e Kora rimasero nel magazzino, erano seduti uno accanto all'altro con la schiena appoggiata al muro, divisi da una distanza rispettabile.

Bellamy decise di rompere il ghiaccio: "Oggi, mentre venivamo qui, hai detto che quando eri piccola hai ucciso un uomo dell'Arca, a causa di tuo padre."

"Non parlare di lui," rispose lei freddamente.

"Perché?" chiese il ragazzo, poi realizzò. "Ti faceva del male, vero?"

Kora strinse la mascella e abbassò lo sguardo sulle sue mani. Lì Bellamy capì che la sua teoria era corretta.

"Cosa ti faceva?" chiese.

"Non ti riguarda," rispose.

"Kora, sto cercando di capire perché sei così. Tuo padre ti picchiava e sicuramente è uno dei motivi per cui non ti fidi di nessuno e anche per il quale sei così fredda."

Kora ridacchiò amaramente. "Io sono nata così."

"No, il giorno in cui abbiamo fatto la cena dell'alleanza ti ho vista, eri con dei bambini e avevi il sorriso stampato in faccia, eri un'altra persona," controbatté guardandola.

"Tu non mi conosci-"
"Sto cercando di conoscerti, di capirti," rispose lui. Le girò il viso verso di lui e la guardò.
"Perché Non voglio che tra me e te ci siano ancora queste discussioni, puoi essere fredda, ma non mi attaccare sempre come se fossi il nemico, perché non lo sono. Ti prego, impariamo ad avere un rapporto civile e permettimi di capirti. E io sono cambiato. Mi sono reso conto che quando siamo scesi sulla Terra e sono diventato il leader, avevi ragione, ero un coglione, il mio ego era più grande di me ed ero egoista. Ma ora non sono così, se no non sarei qui a rischiare la vita per gli altri," aggiunse lui.

Kora lo guardò tutto il tempo che parlò.

"Io non ho mai parlato con nessuno," disse lei.

"Allora dillo a me, sfogarti ti aiuterà."

"Cosa vuoi che ti dica, mi picchiava e..." le parole si fermarono in bocca. "E poi lui aveva dei debiti, per saldarli mi mandava dagli uomini con cui aveva i debiti e il mio compito era farli divertire con me. Lui mi diceva così, ma io non mi divertivo mai, era sempre un incubo. Avevo solo sei anni quando iniziò a mandarmi da loro..."

Bellamy non aveva parole, non sapeva cosa dire.

A Kora caddero delle lacrime, le prime lacrime dopo anni.

"Rupor, il mio migliore amico, era l'unico che portava un po' di gioia nella mia vita, poi ho perso anche lui..." aggiunse, la sua voce tremava e le lacrime sgorgavano dai suoi occhi.

Bellamy la guardò, era la prima volta che la vedeva così vulnerabile. Si avvicinò a lei, le prese la testa e la appoggiò al suo petto, lasciando che lei piangesse liberamente.

"Mi dispiace che tu abbia dovuto passare tutto questo. Ma non sono tutti tuo padre, Kora," disse lui accarezzandole i capelli. "e scusami se ho detto quelle cose sul tuo migliore amico..."

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SCUSATE IL TESTO CORTO E L'ATTESA MA QUESTA SETTIMANA SONO STATA MOLTO IMPEGNATA, MI FARÒ PERDONARE CON UN CAPITOLO PIÙ BELLO E PIÙ LUNGO💋💋‼️‼️

𝐂𝐑𝐔𝐃𝐄𝐋𝐈𝐀 | bellamy blakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora