𝟎𝟔. || 𝐛𝐚𝐜𝐤 𝐢𝐧 𝐭𝐢𝐦𝐞

363 45 6
                                    

«𝐛𝐚𝐜𝐤 𝐢𝐧 𝐭𝐢𝐦𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐢 𝐦𝐨𝐬𝐭𝐫𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚𝐭𝐨»

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«𝐛𝐚𝐜𝐤 𝐢𝐧 𝐭𝐢𝐦𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐢 𝐦𝐨𝐬𝐭𝐫𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚𝐭𝐨»

|28 settembre 2022|



Dopo aver finito di mangiare in silenzio e anche troppo velocemente eravamo tornati in macchina, ma non appena Andrea mise la mano sulla chiave pronto ad accendere la macchina, io non resistetti più. Sentii la necessità di parlare, di smetterla di fingere, di mostrarmi per davvero, di sganciare quella bomba, anche se consapevole che poi non sarei più potuta tornare indietro.

"Non ti reputo uno stupido e hai ragione. Mi hai percepito strana perché effettivamente lo ero." questa volta non disse niente, probabilmente per non interrompermi, avendo paura che avrei potuto smettere di raccontarmi.

Semplicemente girò sia il viso che il suo corpo, pronto ad ascoltarmi.

"L'Erasmus l'ho fatto veramente, ma la storia della borsa di studio e del prolungamento del mio soggiorno in Norvegia erano una cazzata."

Lui strabuzzò gli occhi, non aspettandosi minimamente una cosa del genere.

"Questo non me lo aspettavo." feci un sorriso sbilenco e ironico. "E quindi dov'eri?"

"Qui."

"Non sto capendo. Tu in tutti questi mesi sei stata qui e non hai detto nulla?"

"Esatto." mi guardai le dita, giocando con le pellicine. Odiavo quel dannato vizio di non riuscire a guardare le persone negli occhi!

"Perché? Perché non hai detto nulla?"

Sospirai. "Perché sono stata in ospedale praticamente tutto il tempo, se non per due settimane di stacco."

"Che cosa? Che cazzo mi stai dicendo? Perché sei finita in ospedale?" lo iniziai a percepire agitato e abbastanza preoccupato dalla situazione, sicuramente anche confuso. "Non mi dire che hai scoperto di avere qualche malattia rara o cose del genere, o che stai per morire... ti prego... io non..." iniziò a farneticare, in preda al panico, come mai lo avevo visto.

A quel punto alzai il viso, preoccupata io di come stava reagendo.

Era proprio quello che non volevo, proprio quello che volevo evitare.

Gli presi il viso, bloccandolo, e guardandolo finalmente negli occhi. "Andrea, non ho nessuna malattia rara e non sto per morire. O almeno non succederà per mano di qualche malattia."

"Che significa? Ti sei rotta qualcosa?" guardò il mio corpo, cercando di trovare qualche indizio probabilmente.

Io lasciai il suo viso e tornai a guardare altrove, davanti a me, quel buio del parcheggio che ci avvolgeva.

"Sono finita in psichiatria Andrea, ci sono finita perché ho tentato di farla finita."


Andrea's pov.

𝐂𝐔𝐎𝐑𝐈 𝐃𝐈 𝐂𝐀𝐑𝐓𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora