Quel giorno l'aria al bunker era più pesante del solito.
Quella sera, dopo l'attacco di panico di Leyla tutti erano molto confusi e pieni di domande, che io cercai di sviare fingendo di non sapere niente di quella situazione.
Odiavo mentire e fingere in quel modo, perché sapevo che i miei amici erano realmente preoccupati e non solo curiosi, ma non stava a me raccontare tutto quello che si celava dietro quell'anno "all'estero" di Leyla.
Pietro dopo averla aiutata lo avevo visto uscire fuori dal locale a testa bassa, per poi non tornare più. Aveva semplicemente scritto un messaggio nel gruppo dove ci avvisava che sarebbe tornato a casa.
Nessuno aveva avuto il coraggio di chiedergli altro.
Anche la rossa era andata via, insieme a Riccardo.
Huda era rimasta dopo essere stata pregata proprio da Leyla di rimanere con il fidanzato e divertirsi, senza pensare troppo a lei; così aveva passato l'intera serata accanto a Dario, ma con la testa da tutt'altra parte.
"Odio il silenzio... mi destabilizza." sbuffò Andrea.
"Invece io lo amo, perché non torni a stare zitto?" esclamò il rosso, comodamente sdraiato sul divano dello studio, ad occhi chiusi.
"Marco, dicci la verità. Tu sai cosa è successo ieri, vero?"
"Andrea smettila di fare domande, tanto non risponderà. Fatti i cazzi tuoi." Duccio quel giorno era particolarmente seccato, forse più di quanto lo fossi io solitamente.
"Lo chiedo solo perché sono preoccupato per Leyla. Non la vediamo da un anno, la sentiamo solo tramite messaggi, qualche videochiamata sporadica solo con pochi eletti, torna e sembra uno zombie appena uscito da un film horror. Qualcosa ci deve pur essere sotto!"
"Chi sei? James Bond?" Jacopo come sempre se ne uscì con una delle sue cazzate che secondo lui avrebbe dovuto alleggerire l'atmosfera, ma non ebbe l'effetto desiderato.
"Non sta tanto bene, ma non spetta a me parlarvi dei suoi cazzi. Quindi se sei interessato chiedi direttamente a lei." la mia risposta non sembrò soddisfare comunque Andrea, che sbuffò, per poi tornare a giocare al telefono.
"Eccomi!" all'improvviso la porta dello studio si spalancò e Dario e Huda si palesarono davanti a noi.
Il ragazzo si guardò attorno, come a controllare che fossimo tutti, ma poi si accigliò confuso. "E Pietro? Dov'è?"
