CAPITOLO 8

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Aurelio nel frattempo si era trovato in una situazione altrettanto critica, dopo essersi separato da Carmine si era adoperato a muoversi con cautela attraverso la confusione e il frastuono della discoteca in preda al caos, i suoi sensi erano acuti vigilando ogni movimento intorno a sé mentre cercava di sgattaiolare tra gli assalitori di Agrimonte.

Era già passata una mezz'ora dalla sparatoria e il locale era vuoto salvo lui e i killer. Aurelio si muoveva con passi rapidi ma silenziosi cercando di non attirare l'attenzione di quei individui spietati che lo avrebbero accerchiato senza pietà se avessero trovato l'occasione. Ogni tanto si fermava dietro un angolo, ascoltando attentamente per percepire i passi dei sicari o i sibili dei proiettili vicino.

Capi che erano davvero troppi e il suo obiettivo era quello di trovare un'uscita sicura o almeno guadagnare tempo per ripensare la strategia. Aurelio non era nuovo a situazioni di pericolo estremo, ma stavolta il numero dei nemici e l'ambiente claustrofobico della discoteca rendevano tutto più difficile.

Con un movimento repentino, Aurelio si diresse verso una scala di emergenza, sperando di trovare una via d'uscita sul retro del locale. Ad ogni passo, sentiva il peso della responsabilità di difendere la sua vita e quella di Carmine. La pressione degli assalitori aumentava intorno a lui, e le raffiche dei colpi risuonavano alle sue spalle mentre saliva la scalinata. Finalmente trovò la porta di emergenza e la spalancò con decisione emergendo fuori dalla discoteca nella calda notte. La sensazione di libertà fu breve; sapeva che i sicari di Agrimonte lo avrebbero seguito all'istante.

Senza indugio si lanciò per la strada affollata immergendosi nella folla isterica, la sua mente lavorava freneticamente cercando di stabilire un nuovo percorso di fuga, nel cammino scelse una serie di vicoli e strade secondarie, cercando di allontanarsi il più possibile dalla discoteca ormai trasformata in un campo di battaglia. Le sue mani stringevano saldamente la pistola, pronte a rispondere a qualsiasi minaccia imprevista. Aurelio sapeva che il tempo giocava contro di lui, ogni momento di esitazione avrebbe potuto costargli la vita.

Raggiunto un incrocio, Aurelio ancora agitato fece una rapida occhiata all'indietro che confermò i suoi timori, le due figure si stavano avvicinando rapidamente armate e pronte a sparare.

Senza esitazione, si precipitò lungo un vicolo laterale, sperando di trovare una via di fuga ancora sicura, le sue gambe bruciavano dallo sforzo, ma il desiderio ardente di vincere questa lotta gli dava la forza di continuare. Ogni tanto si voltava e sparava, coprendosi tra i porticati, cercando di contrattaccare i suoi inseguitori. Era una corsa contro il tempo, ogni passo lo portava più lontano dal pericolo imminente.

La corsa continuò finché uscito da un vicolo si trovò su una spiaggia dove c'era un porto deserto, illuminato solo dalla luna e dalle luci sparse dei lampioni sul lungomare. La spiaggia era un luogo troppo aperto quindi non aveva scelta se non continuare verso il porto, arrivato li si guardò intorno conscio che gli uomini non erano visibili ai suoi occhi ma sicuramente presenti, scrutò le navi ormeggiate e il mare circostante dove l'acqua scura si estendeva senza fine, il suo respiro pesante si mescolava al fruscio del vento marino mentre si avvicinava alla fine del molo.

 La spiaggia era un luogo troppo aperto quindi non aveva scelta se non continuare verso il porto, arrivato li si guardò intorno conscio che gli uomini non erano visibili ai suoi occhi ma sicuramente presenti, scrutò le navi ormeggiate e il mare ci...

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