Nella cripta, Aurelio prese il telefono, digitando il numero di Ernesto Santoro con mani sicure. Dopo pochi squilli, Ernesto rispose, la sua voce roca e ansiosa.
Aurelio - Ernesto, da quanto tempo eh? - Ernesto rispose silenziosamente - si-
Aurelio - Ho bisogno del tuo aiuto. Senti ascoltami bene, ok?
Ernesto - Vabene -
Aurelio - Ho bisogno della tua esperienza in materia di cose legali-
Ernesto - Per cosa?-
Aurelio -Voglio orchestrare un omicidio. L'omicidio di Elena Rusaldi e far ricadere tutta la colpa su Luciano. Deve sembrare che sia stato lui-.
Elena, legata e impotente, ascoltava terrorizzata ogni parola che usciva dalla bocca di Aurelio. Ogni frase era come un colpo al cuore, mentre cercava disperatamente di liberarsi dalle catene che la tenevano prigioniera.
Aurelio: -Prima di tutto, ho bisogno di oggetti personali di Luciano che possano essere usati come prove sul luogo del crimine, come un paio di guanti o una sigaretta con il suo DNA. Poi, utilizzerò un'arma che possa essere ricondotta a lui. Ho bisogno che tu, Ernesto, mi aiuti a prendere questi oggetti. Tu frequenti molto la sua villa no? Inoltre anche a creare falsi documenti tra Luciano ed Elena che dimostrino un motivo per l'omicidio-.
Ernesto: con voce tesa -Aurelio...non lo so.. questo è estremamente rischioso. Se qualcosa va storto, sono morto-.
Aurelio -So che è rischioso, Ernesto, ma quando Luciano finirà in galera non avrai più problemi, sarò io a proteggerti- poi dopo un sospiro parlò con un tono più profondo -E questo quello che voglio per lui, come mi ha tolto ciò che amavo, ora anche lui dovra soffrire per chi amava, non lo voglio morto, voglio solo che viva nel costante dolore per la morte di chi gli era più caro-
Elena aveva il terrore evidente nei suoi occhi mentre cercava disperatamente di attirare l'attenzione di Aurelio con sguardi e urla supplicanti. Ma lui era concentrato solo sulla telefonata, determinato a portare avanti il suo piano.
Ernesto con voce tremante - Aurelio, questo piano è troppo pericoloso. Luciano già sospetta qualcosa. Se anche solo un dettaglio non combacia, sono finito. Non posso aiutarti in questo-.
Aurelio: -Ernesto, pensaci bene, non ti scordare cos'ho in quella chiavetta USB-
Ernesto con risolutezza -No, Aurelio. Non posso farlo. Luciano sta tenendo d'occhio tutto e tutti non posso rischiare. Mi dispiace. Fammi un altra richiesta ma che non riguardi Lu..-.
Aurelio chiuse il telefono di scatto e con rabbia il suo sguardo si fece ancora più freddo mentre guardava Elena, che tremava di paura.
Al piano terra, vari centimetri sopra la testa di Aurelio ed Elena, Antonio e Caterina stavano continuando a trascorrere il tempo insieme. L'atmosfera era rilassata, avvolta dal calore di una serata tranquilla, ma Antonio non poteva fare a meno di sentirsi sospettoso. Il suo cuore batteva un po' più forte mentre cercava una scusa per allontanarsi.
Antonio -Caterina, dov'è il bagno?-
Caterina indicando con le mani -È giù per il corridoio, la terza porta a destra-
Antonio si diresse nella direzione indicata, tuttavia, invece di entrare nel bagno iniziò a esplorare le altre stanze, ogni passo risonava leggermente nel silenzio della casa, mentre passava dalla cucina alle altre stanze, cercando qualsiasi indizio che potesse rivelare qualcosa su Aurelio.
Entrando nello studio, qualcosa attirò la sua attenzione: un pezzo di carta lasciato casualmente su una scrivania di legno scuro. Si avvicinò, il respiro appena percettibile, e vide che il foglio conteneva varie scritte con indirizzi, indicazioni per passaggi e una mappa dettagliata di una casa, con i piani e le uscite segnate chiaramente. Era l'ubicazione di Villa Agrimonte con informazioni che non potevano essere nelle mani di Aurelio.
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THE OCCULT CITY
ActionAurelio D'Altavila è un giovane di origini ignote, cresciuto a Napoli e recentemente liberato dopo una lunga prigionia. Accusato ingiustamente dell'omicidio del padre, ora è deciso a vendicarsi di coloro che lo hanno incastrato. Il racconto cerca di...