CAPITOLO 19

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Elena si risvegliò con un gemito soffocato, il suo corpo indolenzito e la mente ancora annebbiata. Aprì gli occhi lentamente, cercando di mettere a fuoco l'ambiente circostante. Si trovava in una stanza ben illuminata, arredata in stile barocco. Le pareti erano dipinte di un bianco luminoso e adornate con intricati stucchi dorati. Il soffitto alto era decorato con affreschi raffiguranti scene mitologiche, e i mobili eleganti, con linee sinuose e dettagli raffinati, conferivano un'aria di opulenza e antica ricchezza.

Intorno a lei, quattro figure, due che conosceva da poco ma le altre due che non le aveva mai viste: Aurelio, Caterina, Carmine e Augusto. la paura ancora presente si mescolò a un senso di disorientamento. I raggi del sole mattutino filtravano attraverso le pesanti tende di broccato, inondando la stanza di una luce calda.

Aurelio le rivolse un sorriso rassicurante. -Elena,- disse con voce calma, -ti sei finalmente svegliata-.

Elena si sforzò di mettersi a sedere a gambe incrociate sopra il letto, sostenuta da cuscini morbidi. -Cosa è successo? Dove sono?- chiese, la voce tremante.

Caterina si avvicinò al letto, i suoi occhi fissi su Elena con una miscela di apprensione e determinazione. -Sei al sicuro, Elena. Abbiamo dovuto portarti qui dopo... l'episodio nella cripta-.

Aurelio annuì, aggiungendo-Ho spiegato tutto a Carmine e Augusto. Sono ancora sorpresi, ma siamo tutti d'accordo che dobbiamo trovare una soluzione-.

Carmine, ancora visibilmente scosso, si avvicinò un po' di più, mentre Augusto rimaneva in disparte, le braccia incrociate e lo sguardo pensieroso. -Non male per essere la fidanzata di Luciano Agrimonte- disse Carmine con tono pacato.

Caterina - Già. Per fortuna che lo salvata da Aurelio che la stava sparando-

Aurelio - Non la stavo sparando volevo solo farla intimorire-

Caterina - Se se, ma se avevi la pistola puntata sulla sua faccia-

Aurelio - L'avrei alzata prima di sparare-

I due continuarono con questo diverbio per un po poi Caterina riprese la parola, il tono risoluto. -Abbiamo pensato di usare qualcosa per tenerti sotto controllo, qualche pretesto compromettente affinché tu non possa mettere in pericolo la nostra famiglia-.

Aurelio sembrava riflettere profondamente, poi alzò lo sguardo verso Caterina. -E se non troviamo niente? Cosa faremo?-

Caterina con una voce decisa. -Guarda che questa soluzione lo imparata da te da quando hai rapito quell'avvocato- sospiro e continuò -Troveremo un'altra soluzione, ma Elena non può essere uccisa. Lo sappiamo tutti-.

I quattro fratelli si guardarono l'un l'altro, consapevoli della gravità della situazione. Dopo un lungo silenzio, Caterina descrisse come monitorarla. -Dobbiamo sorvegliarla a turno. Entrambi dobbiamo essere sempre presenti nel palazzo, mentre uno di noi rimarrà con Elena a turno. State tranquilli che le finestre sono state fatte in modo che lei non può né aprirle né distruggerle.

Aurelio aggiunse - E inoltre, ogni volta che dovrà andare in bagno, o per lavarsi o per altre cose, dovrà essere scortata. Caterina, dovrai farlo tu durante i tuoi turni, quindi dovrai supervisionare anche quando urina, starà nuda per farsi la doccia ecc. Non possiamo permetterci di tralasciare nulla-.

Elena sentì il peso delle loro parole e la serietà delle loro intenzioni. Si strinse nelle coperte, cercando conforto. -Va bene,- disse infine con un filo di voce. -Farò tutto ciò che chiedete, purché troviamo una soluzione... e possibilmente che non porti alla mia morte-

Caterina le sorrise debolmente, poi si girò verso gli altri. -Non morirai, non pensarci nemmeno. Iniziamo subito. Non possiamo permetterci di perdere tempo-.

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