Capitolo 26

27 10 10
                                    


POV Elle

Mi svegliai la mattina con un forte mal di testa e una sensazione di confusione. Lentamente, aprii gli occhi e mi resi conto di non essere a casa mia. Mi trovavo in una stanza sconosciuta, con un forte odore di pulito mescolato a un vago sentore di vomito. Guardai intorno e vidi Aaron seduto su una sedia accanto al letto, con un'espressione pensierosa.

<<Buongiorno>> disse, notando che mi ero svegliata.

<<Buongiorno...>> mormorai, cercando di ricordare cosa fosse successo la notte precedente. <<Dove sono?>>

<<Sei a casa mia>> rispose lui, porgendomi un bicchiere d'acqua e un'aspirina. <<Hai avuto una serata piuttosto movimentata.>>

Mi sforzai di ricordare. La festa, l'alcol, il bagno... <<Oh mio Dio, ho vomitato addosso a te>> dissi, sentendomi mortificata.

<<Sì, è successo>> disse Aaron con un sorriso ironico. <<Ma è tutto a posto.>>

<<Mi dispiace così tanto...>> dissi, sentendo le lacrime salire agli occhi.

<<Tranquilla, è successo e basta>> rispose lui, il tono più morbido del solito. <<Ma devo ammettere che mi sono divertito a sentire quello che hai detto su di me.>>

<<Cosa ho detto?>> chiesi, temendo la risposta.

<<Hai detto che penso che ti piaccio davvero tanto. E, se non ricordo male, mi hai anche chiamato 'gran figone'>> disse Aaron, ridendo.

Mi sentii subito arrossire. <<Ero ubriaca, non sapevo quello che dicevo.>>

<<Ah, certo, l'alcol fa uscire le verità, dicono>> rispose lui, il tono pieno di sarcasmo.

<<Non è vero!>> esclamai, cercando di negare. <<Non penso nulla del genere.>>

<<Tranquilla, ragazzina, non devo convincerti di niente. Ma se hai ancora qualche rivelazione da fare, sono tutto orecchie>> continuò Aaron, divertito.

Guardai intorno e realizzai che non avevo un ricambio di vestiti. Mi sentivo ancora più a disagio nel mio vestito della sera prima, che era sporco e puzzava di vomito.

<<Non ho un ricambio di vestiti...>> dissi timidamente.

<<Già pensato a questo>> rispose Aaron, alzandosi e andando verso l'armadio. Tirò fuori una felpa grigia e un paio di pantaloni della tuta, che mi passò. <<Ti staranno un po' grandi, ma meglio di niente.>>

Presi i vestiti e andai in bagno a cambiarmi. La felpa mi arrivava quasi alle ginocchia e i pantaloni della tuta erano così larghi che dovevo stringerli con un cordino. Quando tornai in stanza, Aaron mi guardò con un sorriso divertito.

<<Non dirlo>> dissi, prima che potesse aprire bocca.

<<Non direi mai nulla>> rispose lui, sollevando le mani in segno di resa.

Mentre cercavo di sistemarmi i capelli, mi venne in mente una domanda che non riuscivo a trattenere. <<Aaron, chi mi ha cambiata ieri sera?>>

<<Sono stato io>> rispose lui, con disinvoltura.

Sentii il rossore salire alle guance. <<Tu... tu mi hai vista?>>

<<Non preoccuparti, ragazzina. Ho visto tutto, ma non è la fine del mondo>> disse lui, sorridendo.

Mi sentii ancora più mortificata. <<Oh mio Dio...>>

Due anime in fiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora