Harry

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Bethany aveva insistito per un pomeriggio insieme, per riallacciare quel poco di rapporto che c'era tra noi e risolvere i problemi per cercare di essere quanto più amici si può dopo una relazione abbastanza importante. Se metto a confronto i momenti passati con lei e i momenti passati con Hope noto un'enorme differenza, iniziando dal fatto che con Hope sono felice, mentre con lei mi sono ritrovato in una relazione iniziata da una serata di alcol. Ricordo di essermi lasciato andare anche nei giorni seguenti quando lei insisteva sul fatto che noi avessimo una relazione e ricordo che provavo inquietudine, ma portavo comunque avanti la cosa, illudendo sempre più Bethany, i suoi ed i miei genitori. Fu Niall a farmi capire di mollare tutto, di chiudere tutto senza dare ascolto ai sensi di colpa. Disse che dovevo pensare alla mia felicità, e mi sentii sollevato quando chiusi definitivamente con Betty. Mi ha comunque fatto piacere sentire da lei che voleva solo essere una mia amica. Quando però mi arrivò un messaggio da quel frocetto mi venne in mente che lei avvisava Kyle di tutto quel che faceva Hope. Dopo aver chiarito alla bene e meglio la situazione e aver fatto finta di credere alla stupida scusa di Bethany per non farsi accusare di collaborare con Kyle, sono andato a casa di Niall per parlare un po' con lui, per sfogarmi e per farmi consigliare.

-Quindi le hai mentito ancora.- disse continuando a rigurgitare la pizza che io gli avevo pagato.

-Dovevo... che le avrei potuto dire?- dissi in mia difesa. Dopo aver finito la pizza si alzò e prese dalla credenza una grande busta di patatine che iniziò a mangiare. Mi stupisco sempre più dell'enorme quantità di cibo che riesce a contenere il suo piccolo stomaco.

-Avresti potuto dirle la verità. Non si sarebbe arrabbiata, lei è diversa.

-Non so, tra lei e Bethany non scorre buon sangue e...

-Quindi le hai mentito su quello che è successo al falò, su quello che è successo con Kyle a New York e, siccome non c'è due senza tre, ora le hai detto che avevi una cena con la famiglia di Bethany, beh amico, devo dire che hai un grande talento nel raccontarle cazzate.- mi interruppe facendomi salire i sensi di colpa alle stelle.

-Insomma, non può mica sapere tutto ciò che faccio, è la mia ragazza non mia madre!- sputai. Niall continuò a guardare la partita di football mangiando Nutella con un cucchiaio, le patatine erano finite. Urlò quando la sua squadra fece punto e mi accorsi che non mi aveva ascoltato.

-Niall, sono venuto qui per farmi consigliare da te, non per vedere una noiosa partita e farmi immergere di cartacce da un ippopotamo con lo stomaco senza fondo! Cazzo amico mi stai ascoltando?

Niall spense la tv e chiuse il barattolo di Nutella. Raccolse le due buste di patatine finite, lo scatolo di pizza e il piatto di plastica dove prima erano posati due burritos e mi guardò.

-Ma ti sei accorto di come ti guarda lei? Non ci sta nessun'altra che ti guarda in quel modo. Gli brillano gli occhi, gli spunta quel sorriso che potrebbe far innamorare qualsiasi ragazzo. Hai visto il modo in cui la guardano gli altri? Sono tutti invidiosi di te. Ma è possibile che non ti rendi conto di quanto sei fortunato? Lei farebbe qualsiasi cosa per te. Non fare lo stupido. Tienitela stretta una così! Che mica è facile trovare al giorno d'oggi degli occhi marroni che ti guardano con tutto quell'amore! Dimostrale che con tutta sta merda in giro, lei è l'unica cosa bella che hai. Non te la far scappare una così... dammi retta.- mi disse tutto d'un fiato e subito dopo abbassò lo sguardo, come per farmi capire che tutto quel che aveva detto gli era costato.

-Niall... non ti ho mai sentito parlare così.- sussurai osservando ogni sui gesto. Aveva ancora la testa abbassata e il fatto che non mi rispondeva mi portò ad una conclusione.

-Da quanto ti piace?- chiesi dopo qualche minuto di silenzio e il tono della mia voce apparve duro e arrabbiato, ma io non lo ero affatto, anzi, mi dispiaceva per lui.

-Più o meno da quando ce l'hai presentata.- disse e il mio istinto fu quello di uscire da quella casa.

-Ma ciò che è tuo, è tuo.- continuò e sentii la tensione nell'aria.

Lo abbracciai e, senza dire una parola, me ne andai.

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