Hope

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-Fammi vedere le foto dai!- disse gioiosa mia mamma mentre mi aiutava a disfare le valige. Era stato strano salutare Harry fuori casa mia e vederlo allontanarsi in moto. La stanchezza del viaggio si faceva sentire e, come avevo previsto, anche la mancanza di New York.

Porsi la Canon a mia madre e presi il cellulare per leggere il messaggio che mi era appena arrivato.

Da Harry-ho-dei-boxer-sexy:

"Le tue mutande sono accidentalmente finite nella mia valigia, piccola."

"La prossima volta non le lanci a caso nella stanza, Harry-picchio-i-camerieri-sexy." Risposi ridendo.

"Finiscila di chiamarmi così! Domani passo a prenderti."

La risata di mia madre mi riportò alla realtà e la guardai confusa.

-Com'è andata?- disse con un sorrisetto sarcastico sulle labbra.

-Che vuoi dire?- le chiesi ancora più confusa.

Girò la macchina fotografica facendomi vedere una foto mia e di Harry quella mattina. Oh Dio, che figura.

-Com'è andata?- ripetè, questa volta scoppiando a ridere.

Sbuffai e scocciata mi buttai sul letto, lasciandola ridere.

*****

Erano le cinque e trenta ed Harry non era ancora passato a prendermi. Mamma era a lavoro ed io ero sola in casa, con Rosh come unica compagnia.

Mi alzai svogliatamente dal divano e ficcai la mia testa nell'armadio, decisa a trovare qualcosa di carino da indossare. Dovetti dare ragione a Bethany per una volta, ho proprio una mancanza di stile. Optai, infine, per un jeans leggermente strappato sulle ginocchia e un maglioncino bordeaux. Infilai le mie vans nere e mi aggiustai alla meglio i capelli. Ero pronta. Guardai l'orario sul telefono e notai che non c'era nessun messaggio né chiamata di Harry. Di solito mi contattava prima di venirmi a prendere. Decisi, quindi, di chiamarlo.

-Pronto?- rispose una voce bassa.

-Harry? Perché sussurri?

-Oh Hope... mi dispiace, mi ero completamente dimenticato...- mi incupii a quelle parole, si era dimenticato di me? - ... mio padre ha invitato la famiglia di Bethany a cena e sono già qui. Non posso venire da te.

Per una frazione di secondo pensai di urlargli contro, ma poi lo tranquillizzai solo con un 'non fa nulla'.

-Mi dispiace...- proseguì e sperai che fosse sincero.

-Ci vediamo domani, allora.- dissi io speranzosa.

-Ora devo andare piccola.- disse e subito dopo attaccò.

Sbuffai esasperata tanto da far svegliare Rosh, che intanto si era appisolato sulla poltrona. Lo guardai per un po' e mi diede l'impressione di essere un po' triste.

-Quanta voglia di vivere che abbiamo noi due eh?- dissi accarezzadolo sulla testa. Non che mi aspettassi una risposta, ma mi sentii ignorata, quando lo vidi riaddormentarsi sotto le mie carezze.

Andai in camera e decisi di far passare il tempo mettendola un po' a posto. Iniziai con lo spostare tutti i libri dalla scrivania alla libreria, poi aprii nuovamente l'armadio, piegando tutte le magliette appallottolate e tutti i jeans sparsi nei ripiani, controllando le tasche alla ricerca di qualche monetina o di qualche fazzoletto da buttare. Mi fermai quando trovai in una tasca un bigliettino, con su scritto un numero telefonico e lentamente ricordai le parole di Violet, il mio primo giorno di scuola. Questo è il mio numero, chiamami se hai bisogno di qualunque cosa!

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