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Spinsi la porta dei bagni con una spallata, tenendo stretta tra le mani la maglia del ragazzo.

Indietreggiai e incontrai il mio riflesso allo specchio, alcune ciocche di capelli uscivano dal mio elastico, ma il trucco era okay.

Le mie spalle incontrarono il muro, così lasciai che i fianchi del ragazzo premessero contro i miei.

-Cazzo.- mugolò, infilando una mano tra il muro e il mio vestito e scendendo fino al mio ginocchio, per poi alzarlo leggermente.

Gemetti in segno di disapprovazione, ma continuai a baciare quelle sue bellissime e dolci labbra.

-Ashton?- una voce lo fece sobbalzare.

-Ash? Dove cazzo sei? Lurido figlio di- la porta si spalancò e rivelò la figura alta di un ragazzo dai capelli rossi.

-Oh cazzo.- commentò e il riccio si staccò da me, passandosi due dita sulle labbra umide. Riconobbi il rosso, era Michael Clifford, di quinta.

-Se, se volete passo dopo, cioè, due minuti.- balbettò e lo guardai trattenere le risare.

-Non che ad Ash servano più di due minuti.- rise e ridacchiai anche io, mettendomi una mano davanti alla bocca.

-Oh, smettila, fanculo, parla quello che dura molto di più.- alzò le spalle Ash, infilandosi le mani in tasca e scuotendo la testa.

-Io duro molto di più di te, e te lo dimostrerei anche.- commentò.

-Okay, non interessa chi dura di più o chi ce l'ha più grande.- fermai il loro litigio, alzando le mani e scuotendo la testa.

-Ma alle ragazze piacciono i cazzi grandi.- alzò le sopracciglia Michael.

-Alle puttane piacciono i cazzi grandi.- mi sistemai il laccetto della scarpa che nel fratempo era sceso, e me ne andai.

-Grazie, davvero.- sentì lamentarsi Ashton, sarcastico.

+

A Calum: Hey Cal

A Calum: sono ad una festa, scusa se non te l'ho detto prima

A Calum: vado a vedere la band che si esibisce, ti scrivo dopo piccolo ;-)

Mi avvicinai al bancone degli alcolici, mi versai del punch in un bicchiere rosso e guardai Stephenie ballare insieme ad un ragazzo dai capelli biondi.

-Hey, Steph.- chiamai la mia amica, picchiettandogli una spalla.

-Uh, Mavis, lui è Luke.- si girò e mi sorrise, visibilmente brilla.

-Si, so chi è e non voglio godere della sua presenza.- gli lanciai un'occhiata di disprezzo e lui ridacchiò.

-Hai già goduto abbastanza, non credi?- ammiccò e Stephenie si fece seria.

-Porta il tuo culo lontano da noi.- ordinai.

-Prima che io sparga la voce in giro, Hemmings.- provai a minacciarlo.

-Che voce? Oh, quella del fatto che ti ho tolto la verginità? Ammetti che ti è piaciuto, bambolina.- sorrise e mi prese il mento tra le dita, facendomi alzare il viso.

-Mi vendicherò, Robert, sappilo.- sussurrai, ricordandomi del suo secondo nome. Il suo sguardo si fece più gelido di quanto non lo fosse prima.

-Io invece credo che tornerai da me, chiedendomi ancora una volta di fotterti.- sorrise amaramente e scossi la testa.

-Okay, smettila, Luke.- intervenne la mia amica, spingendolo via.

-Vattene.- ordinò lei, mettendomi un braccio intorno alle spalle.

-Ho detto, vattene, ora.- scandì le parole e mi rivenne vicino.

-A presto, bambolina.- mi accarezzò il viso con le dita, facendomi venire il vomito, andandosene.

Guardai per un attimo la bionda, scuotendo la testa.

-Mi dispiace di non avertelo detto, mi dispiace.- la testa iniziò a girarmi e corsi fuori dalla villa, cercando di mantenere l'equilibrio sui tacchi.

-Mavis!- mi chiamò lei, urlando e correndomi dietro.

Le lacrime scesero sul mio viso e caddi sulle ginocchia, facendomi davvero molto male.

-Merda.- imprecai, rialzandomi e diminuendo la velocità della corsa.

-Mav!- sentì l'ultimo richiamo, e poi nulla.

Arrivai davanti alla porta di casa, le guance mi bruciavano per il mascara colato su di esse, i miei occhi erano arrossati di sicuro e la coda era disfatta.

Tirai fuori dalla borsa la mia chiave e sospirai, aprendo la porta.

Brittany stava in piedi davanti alla cucina, le braccia incrociate al petto e lo sguardo concentrato su qualche video ricetta di qualcuno. Come al solito.

-Perché cucini a quest'ora?- guardai l'orologio e lei sussultò.

-Non ti ho sentito arrivare.- mormorò, guardandomi e aggrottando la fronte.

-Oh dio, Mavis, che ti è successo?- mi corse vicino e studiò il mio corpo. Mi guardai le ginocchia, che erano rosse e sbucciate.

-Vieni, ti preparo un bagno caldo.- mi accompagnò in bagno e mi asciugò le lacrime, aprendo il rubinetto dell'acqua calda.

-Rilassati, e quando avrai finito, chiamami.- disse lei, uscendo dalla stanza.

Mi sedetti sul bordo della vasca, prendendo il cellulare e guardando la risposta di Calum.

Da Calum: perché non me l'hai detto prima?

A Calum: scusa, ora sono a casa, odio la gente

Da Calum: che succede?

A Calum: nulla

Da Calum: Mavis.

A Calum: Calum.

A Calum: senti, è stata una serata difficile, vado a rilassarmi, ci sentiamo domani

Da Calum: a domani, dolcezza.

Text; Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora