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Sospirai, infilando i libri dell'ultima ora nel mio armadietto. Appoggiai la mia borsa a terra e impallidì quando due mani si posarono sulle mie braccia.

-Mavis?- una voce sicura, forte e roca, dal tono però capì che il ragazzo stava sorridendo.

Mi girai, due occhi color caramello, capelli mori e ordinati in un ciuffo.

-Oh mio dio.- sussurrai, sentì le mie gote andare a fuoco e rimasi incantata a fissarlo, come una completa idiota.

Allargó le braccia e mi strinse, premendo il mio corpo contro il suo. Ricambiai la stretta e insipirai il suo profumo, il suo fottuto deodoramente doveva avere degli ormoni dentro, perché ogni fottuta parte di me stava morendo.

-Sei bellissima.- sussurrò, abbassai lo sguardo sul suo corpo e solo in quel momento notai la cannottiera, che lasciava in bellissima vista i suoi fianchi.

-E anche silenziosa, a quanto sembra!- esclamò, staccandosi e ridendo e il mondo mi crollò addosso.

-No, i-io forse non lo sono, cioè, penso oh mio dio sei bellissimo.- balbettai, e lui ridacchiò.

-Oh, grazie.- arricciò il naso e mi meravigliai per la sua tenerezza.

-N-non intendevo dirlo, cioè sei bellissimo ma non intendevo dirlo ad alta voce perché tutto ciò è imbarazzante.- giocai con le mie dita e lui ridacchiò, guardandomi. Spostai lo sguardo sui suoi jeans e le sue vans nere.

-Nah, non lo è, sei bellissima.- continuò, avvicinando una mano al mio viso e accarezzando una ciocca dei miei capelli.

-I-io penso che tu questo l'abbia già detto, però è bello da parte tua, cioè grazie.- continuai a balbettare, guardando le sue labbra muoversi in risposta.

-Prego.- sorrise.

-Si, ecco, credo- iniziai.

-Credo davvero di doverti baciare.- continuò lui, ridacchiando

-Mi conosci appena, no.- risi.

-Ma guarda chi abbiamo qui.- poggiò una mano contro gli armadietti e alzò gli occhi al cielo.

-Una dolce coppietta.- terminò, guardandoci e facendo una smorfia.

-Vai via, Luke.- disse Calum, stringendo i denti.

-Questa è la mia scuola, faccio quello che voglio.- una risatina sfuggì dalla sua bocca e notai Amanda Clark intenta ad ammiccare verso di lui.

-Ciao ciao, dolcezza.- si morse il labbro e corse via, dalla ragazza.

-Poi mi spiegherai perché vi conoscete così bene.- tornò con lo sguardo su di me e tornarono anche le fiamme sulle mie dannate guance.

-È una storia lunga e poco importante.- arricciai il naso e feci un gesto vago con la mano.

-Che cosa intendeva con "questa è la mia scuola"?- cambiai argomento prima che riuscisse a rispondere.

-Ti va di parlarne davanti a un gelato?- propose, sorridendo.

-Non credi che faccia un po' freddo per il gelato? E comunque, devo tornare a casa, Stephenie mi sta aspettando fuori.- chiusi l'armadietto e ridacchiai.

-Allora scrivimi.- propose.

-Okay.- acconsentì, facendo un cenno con la testa.

-Ciao Cal.- lo salutai.

-Ciao Mav.- sorrise.

Salì sull'auto, ignorai le domande dei miei migliori amici e abbassai il finestrino, in preda ad una crisi isterica.

Da Calum: mi manchi

Text; Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora