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Daniel guida in silenzio fino a casa sua, senza neanche la musica leggera che di solito accompagna i suoi tragitti. Ogni tanto volge il suo sguardo a Simone, che è rimasto bello esattamente come Daniel si ricordava.

Si passa una mano sul viso, ricordandosi il corpo di Simone nudo, che si muove su di lui. Cerca di scacciare quelle immagini dalla sua mente, ma non è per nulla facile; non riesce a capire come dopo cinque anni dall'ultima volta che si sono visti lo desidera ancora, non riesce a concepire come gli manchi.

Ci vuole mezz'ora per arrivare da casa di Riccardo e Jasmine a quella di Daniel, che ora si ritrova incerto su come svegliare quello che una volta era il suo migliore amico, ma che ora pare più un estraneo.


Dadda è incerto su come svegliarlo, perciò opta solo per una scossa del braccio, che fortunatamente ha l'effetto che sperava.


Simone realizza subito di essere davanti allo stesso palazzo di cinque anni prima, lo stesso edificio che ha visto per l'ultima volta prima di andarsene dall'Italia verso l'altro capo del mondo.

Salgono le stesse scale che Simone ha percorso migliaia di volte nella sua vita, con il più grande davanti a lui, come se volesse mostrargli la strada per raggiungere il suo appartamento.


Quando Daniel apre la porta del suo appartamento, Simone realizza che è rimasto uguale a come se lo ricordava: lo stesso tavolo dell'Ikea che hanno comprato e montato insieme, la stessa cucina che a Daniel non è mai piaciuta, lo stesso divano. Solo due cose in questa casa sono diverse: la televisione, e la mensola piena di regali dei fan, che si sono moltiplicati e ormai non riguardano più solo Michael Jackson.


Daniel sta reggendo la mia valigia, probabilmente indeciso su dove appoggiarla. La casa è rimasta quella che era una volta, e come una volta c'è solo un letto in cui dormire.

-Dormo io sul divano- afferma Daniel con un tono serio, che sembra quasi non voler ammettere nessuna risposta. Daniel porta la valigia di Simone nella camera matrimoniale, mentre il napoletano lo segue incerto.

-No, Daniel. Questa è camera tua, e il divano non è scomodo. Ci dormo io in salotto-

E Simone mentirebbe se dicesse di non esserci rimasto male quando Daniel ha solamente annuito alla sua affermazione, lasciando comunque la sua valigia nella camera matrimoniale.


Simone si chiude in bagno, mentre le lacrime iniziano a scendere dai suoi occhi in modo copioso. Apre l'acqua della doccia per eludere il suono dei suoi singhiozzi, che si fanno sempre più rumorosi.

Si lancia nella doccia, aperta rigorosamente sull'acqua fredda, per provare a calmare anche il mal di testa che si è impossessato di lui. Non riesce a capire perché Dadda gli faccia questo effetto dopo anni che non lo vede.


C'è una cosa che Simone sa con una certezza disarmante: il motivo per cui Daniel è così freddo con lui, il motivo per cui quello che una volta era il suo migliore amico non vuole più avere nulla a che fare con lui. Quello che sa è che la colpa è sua, che se non fosse fuggito dai suoi problemi, lui e Daniel non sarebbero qui, ma probabilmente sarebbero felici insieme.


Simone passa diverso tempo nella doccia, per poi uscire e vestirsi con i vestiti che si è portato precedentemente in bagno. Prima di uscire, si abbassa le maniche della felpa, in modo da nascondere i segni di quello che è successo in Australia, i segni di quell'incidente in cui ha perso tutto.


Quando apre la porta del bagno, viene avvolto da un buonissimo profumo di pizza, il suo piatto preferito.

-Non avevo voglia di cucinare, quindi ho fatto arrivare qualcosa- gli dice sempre freddamente Daniel, che nel frattempo aveva apparecchiato.

Simone lo ringrazia con un sorriso caloroso, e a Daniel ci vuole tutto l'autocontrollo possibile per non saltargli addosso.


I due si siedono e mangiano in rigoroso silenzio, quasi evitando anche di guardarsi, come se avessero paura di scottarsi.


-Riccardo sa? Sa di quella notte?- chiede inaspettatamente Simone, guardando negli occhi Daniel.

-No, non gli ho mai detto niente...- e lì cade già la conversazione, lasciando i due tra i loro pensieri.

Simone pensa a come la sua vita sia cambiata in Australia, e di come si sia pentito di aver lasciato tutto, di come si sia pentito di non esserci stato per Riccardo. Daniel invece si pente delle sue azioni di quella maledetta sera, di come si è incautamente avvicinato a Simone in quella discoteca, di come si sia lasciato andare.


Finiscono di mangiare in silenzio, puliscono in silenzio, e si preparano in silenzio.

Simone è il primo ad essere pronto, e si sdraia sul divano con la sua felpa addosso, addormentandosi quasi subito, esausto dal suo primo giorno in Italia.


Daniel, una volta uscito dal bagno, lo trova abbracciato a se stesso, tremante dal freddo: probabilmente Simone non aveva voluto disturbarlo per chiedergli una coperta, perché nonostante sia agosto in casa di Dadda c'è sempre stato freddo a causa dell'aria condizionata. Si dirige fino a camera sua, e recupera una delle coperte che tiene nell'armadio, per poi coprire Simone e rimboccargli le coperte come ha sempre fatto.

Prima di tornare in camera, decide di sedersi sul pavimento e accarezzargli i capelli come ha sempre fatto. Quando si rende conto delle sue azioni, si allontana quasi scottato, alzandosi e dirigendosi in camera sua.

Si siede sul suo letto, passandosi le mani in faccia, non capacitandosi di come Simone gli sia mancato, e di come avrebbe voluto baciarlo quando gli ha sorriso a cena poco prima.

Decide anche lui di sdraiarsi nel letto, abbandonandosi a un sonno tormentato.

Il passato ritorna sempre... [DaddaxAwed]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora