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Natale, quel giorno che Simone ha sempre amato e Daniel ha sempre odiato... E ora, invece, stanno litigando con delle impronte di stivale finte fatte con la farina, mentre Amedeo e Riccardo ridono guardandoli bisticciare.


Sono passate ormai più di tre settimane dall'incidente, due da quando Amedeo si è svegliato, e ora sono tutti e quattro in soggiorno a ridere mentre qualcuno sgranocchia dei biscotti e le carote di Rudolf, mentre qualcuno prova a simulare l'ingresso dal camino di Babbo Natale.


La convivenza di quattro insieme sta andando sorprendentemente bene: Whetu si diverte un mondo, e a loro basta questo.


Solo la settimana prima Daniel e Simone hanno deciso di lasciare la casa che li ha visti crescere per iniziare a sistemare quella nuova, finendo per vivere a pianta fissa nella casa dei loro amici. 


La situazione tra Riccardo e Amedeo, invece, rimane ambigua: non hanno ancora trovato il coraggio di parlare seriamente di quel bacio, dell'incidente, facendo semplicemente finta che nulla sia successo. Ma le ferite sui loro corpi si vedono, i lividi si vedono, i gessi si vedono, il dolore si vede... Rimangono in una situazione di stallo, quello stallo che fece dannare Dante quando non si poteva avvicinare a Beatrice, come Severus Piton ha sempre amato Lily da lontano, invisibile, ma proteggendola...

Negli occhi di Riccardo si legge lo stesso sentimento: amore, distruzione, senso di colpa, impotenza, inferiorità, e questa volta non sa se sarà più in grado di aprirsi veramente... Jasmine lo ha distrutto, lo ha prosciugato, e il divorzio si prospetta lungo e tortuoso, rendendolo solamente ansiosi: non sa se riuscirà a tutelare la figlia, non sa se riuscirà a proteggerla dal caos mediatico che si sta già diffondendo.


Bisticciano e ridacchiano ancora un po' quella sera, preferendo poi finire di spostare i pacchi regalo sotto all'albero e decorare in modo da simulare il caos più bello e ordinato che potessero creare.

-Beh ragazzi, Whetu sarà felicissima- annuncia entusiasta Simone sorridendo fiero del lavoro compiuto.

Tutti gli amici annuiscono, battendosi dei cinque in modo molto scoordinato, scoppiando successivamente a ridere.


Si ritirano tutti nelle loro stanze poco dopo, decidendo che sia meglio riposare.

-Non è stato poi così difficile- scherza Simone sdraiandosi sotto le coperte mentre aspetta Daniel ridendo.

-Si, certo... Tu e Amedeo dirigevate i lavori, Riccardo mangiava e io faticavo... L'anno prossimo sarà diverso- minaccia scherzosamente il più grande dei due coricandosi accanto all'amore della sua vita, a quel ragazzo che ha dovuto aspettare e rincorrere per così tanto tempo, a quel ragazzo che gli ha completamente cambiato la vita quando vedeva solamente nero.


-Daniel, volevo darti una cosa...- sussurra leggermente Simone mentre si tortura le mani, preoccupato che Daniel si sia già addormentato.

-Dimmi pure- risponde il ragazzo vicino a lui mettendosi a sedere sul letto.

Con un lentezza disarmante, Simone si alza dal letto per poi andare a rovistare nel suo zaino, tirando fuori una felpa che Daniel conosce bene, la sua felpa dei Nirvana, quella felpa che credeva di aver perso anni prima.



-Sai, la prima cosa che ho afferrato quando ho deciso di andarmene non sono stati i miei vestiti, ma la tua felpa, quella che ha sempre profumato di te e che mi hai sempre prestato quando avevo freddo... Non sai quante lacrime ci ho versato su questa felpa, quelle in aeroporto, quelle in aereo, quelle dei primi giorni in cui ero perso... Quando ho incontrato Liam, è stato perchè questa felpa è caduta per terra in mezzo a un piano bar, e indossavo questa felpa quando ho finalmente accettato che si, mi piacciono gli uomini... Questa felpa, inconsapevolmente, mi ha sempre accompagnato, come se ti avessi avuto sempre al mio fianco... La indossavo la sera dell'incidente, me la ricordo ancora tutta insanguinata e ho sempre creduto che fosse andata persa nel casino immediato dello schianto, del caos, del trasporto in ospedale... In realtà, la mamma di Melanie e Liam ha deciso di lavarla, stirarla e spedirmela... Adesso è di nuovo tua, perchè ti ho al mio fianco, e non ho più bisogno di una felpa per ricordarmi di te- ammette tutto d'un fiato Simone, credendo quasi di svenire dalla fatica che ha fatto.

Questa volta non piange, questa volta vuole mostrarsi forte. Sulle guance di Daniel, però, le lacrime hanno iniziato a scendere: non si capacita di come la sua felpa sia sempre stata con Simone, di come l'abbia aiutato ad uscire dai momenti più bui.

L'unica cosa che il maggiore riesce a fare è alzarsi e baciarlo, abbracciarlo, amarlo...


Ma la notte non sempre porta consiglio... Simone si addormenta subito dopo coperto solamente da una coperta mentre, al suo fianco, Morfeo sembra evitare con tutto il suo cuore il corpo di Daniel.

Ama Simone, cazzo se ama Simone, ma si sente come se tutto stesse andando storto, come se lui non fosse veramente abbastanza per il più piccolo, che ha sofferto fin troppo nella sua vita.


Lui, sin da piccolo, ha sempre evitato i problemi in modo evidente: non ha mai voluto discutere del divorzio dei suoi genitori nonostante esso gli facesse male, preferendo perdere totalmente il rapporto con suo papà invece che affrontarlo, non ha mai voluto parlare con Amedeo del motivo per cui quella sera si è schierato dalla parte del napoletano, non ha mai voluto aprirsi ai suoi amici, soffrendo sempre in silenzio...

E ora è qui, mentre si sente dannatamente in colpa, perchè Simone si è aperto con lui, Simone gli ha raccontato tutto di lui, gli ha permesso di entrare nel suo corpo e di amarlo... Mentre lui continua a tenersi tutto dentro...


Si addormenta stremato che ormai è mattina, quasi le cinque per l'esattezza...


-Zio, Babbo Natale- è la voce che li sveglia verso le otto di mattina... Beh, la nottata probabilmente peggiore della vita della vita di Daniel, ma il sorriso della bambina appena lo vede gli fa dimenticare tutto, le sue paranoie e le sue stanchezze.

Il passato ritorna sempre... [DaddaxAwed]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora