Ci vogliono quasi due settimane prima che i medici decidano che sia sicuro risvegliare Amedeo dal coma indotto in cui si trova... Dicembre è ormai iniziato e, nonostante quello che è successo negli ultimi giorni, loro sono felici così: forse Amedeo potrà essere in casa a guardare Whetu aprire i suoi regali, e a vedere la sorpresa a cui Riccardo sta lavorando da settimane, da ancora prima dell'incidente.
Whetu non capisce pienamente quello che sta succedendo a uno dei suoi zii, sa solo che sta dormendo e che sembra sereno mentre lo fa. Riccardo, invece, è ormai diventato un automa: fa le cose per abitudine, non per passione; si sente in colpa, terribilmente in colpa.
Daniel e Simone, invece, sono riusciti a trovare la casa ideale per loro, con un grande giardino e spazio abbastanza per avere una cameretta dedicata a Whetu e una camera degli ospiti, oltre che alla magnifica piscina che progettano di costruire all'esterno. Hanno appena firmato il contratto, ed entrambi sperano vivamente che Amedeo sarà lì con loro a festeggiare e ad aiutarli nei lavori.
Il giorno del risveglio, si alzano tutti con una certa lena: fanno colazione con calma tutti insieme, portano la bambina a Jasmine, guidano in ospedale e si siedono nei posti ormai a loro assegnati nella stanza di ospedale di Amedeo.
Ogni tanto Daniel e Simone si guardano fra di loro, tentando di capire cosa sia successo fra Riccardo e Jasmine, così come quello che sia successo tra Riccardo e Amedeo, compreso il motivo per cui il friulano si senta così in colpa per l'incidente: un colpo di sonno, sfortunatamente, può capitare a tutti.
Quando il dottore arriva, accompagnato da alcune infermiere del reparto, acconsente al risveglio del milanese, facendo lievemente sorridere tutti. Iniziano con una lentezza disarmante le procedure, portando tutti a sospirare ad ogni minimo cambiamento nel battito dell'amico: hanno paura che tutto ciò vada male, hanno paura che tutto quello che hanno costruito dal 2015 ad adesso crolli.
Passano ore prima che Amedeo riesca ad aprire gli occhi e a scrutare la stanza intorno a lui: non riesce a capire dove si trova, ma si ricorda esattamente cos'è successo poco prima.
-Riccardo- inizia a sussurrare preoccupato mentre prova ad alzarsi dal lettino -Dov'è Riccardo?!- urla.
-Sh, Ame, sono qui, sono qui e non me ne vado- risponde l'amico alzandosi e andando a circondare con le sue braccia il corpo dell'amico in modo delicato, perchè le costole sono ancora incrinate mentre le gambe sono immobilizzate a causa delle operazioni per il crociato e il menisco.
-Mi dispiace- sussurra Amedeo sentendosi in colpa per quello che è successo, per aver toccato un argomento che sapeva fosse difficile per l'amico, pressandolo a parlarne con lui.
-Non è colpa tua, è solo colpa mia-
-Riccà, non scherzare. L'importante è che siamo vivi- ribatte Amedeo sorridendo all'amico per poi abbracciarlo nuovamente.
Solo in quel momento si palesano Daniel e Simone, salutando i due. Chiacchierano per poco tempo, decidendo poi di lasciare soli l'altra coppia: hanno molto da parlare, e loro non vogliono interromperli.
Escono dall'ospedale, decidendo di fare un passeggiata nel pacchetto lì vicino: l'orario delle visite finirà tra poco e, essendo questi i primi momenti che passano veramente da soli dall'incidente, vogliono goderseli appieno. Si siedono su una panchina, iniziando poi a parlare dei loro progetti di vita, dei loro canali, e di come tutto sia cambiato in così poco tempo: non riescono a credere di essere finalmente qui, insieme, a progettare la casa dei propri sogni.
-O mio dio, nevica... Daniel, cazzo, nevica!- urla tutto contento Simone quando vede i primi fiocchi di neve cadere e iniziare a imbiancare tutto ciò che li circonda. Si alza di scatto, iniziando a correre mentre la neve gli cade tra i capelli, fermandosi al centro del parchetto: è la prima volta che vede la neve da anni, e non riesce a credere che stia finalmente cadendo e che Daniel sia lì con lui a godersi il momento.
Daniel lo segue pian piano, arrivando ad abbracciarlo da dietro e facendo sorridere il più piccolo: è la persona più contenta del mondo in questo momento.
Rimangono lì, in mezzo alla neve, per alcuni minuti, prima di dirigersi nuovamente nell'ospedale.
-Sai, dovremmo portare Whetu sullo slittino nei prossimi giorni- propone Simone al fidanzato.
-Ovviamente... Oppure andare in qualche rifugio, così che Amedeo e Riccardo possano stare un po' da soli e parlare- acconsente Daniel prima di aprire la porta della camera del milanese.
La scena che si trovano davanti è dolcissima: Riccardo è sdraiato vicino ad Amedeo, attento a non fargli male, e stanno parlando fitti fitti come Daniel non li vedeva fare da anni.
Alla conversazione si uniscono anche Daniel e Simone, decidendo che Natale lo avrebbero passato tutti insieme a casa di Riccardo, sperando che Whetu possa essere lì con loro; inoltre, Amedeo sarebbe rimasto a casa del milanese fino a guarigione avvenuta.
Sono ormai le sei di sera quando un'infermiera, la stessa che li ha cacciati il giorno dell'incidente, con tono sgarbato comunica che l'orario di visita è finito e che se ne devono andare. Si salutano, promettendosi di rivedersi il giorno dopo, per poi abbandonare l'ospedale in silenzio.
Si siedono in macchina di Daniel, dirigendosi verso l'appartamento dello stesso: hanno bisogno di un po' di tempo insieme come ai vecchi tempi, e forse stasera è la serata giusta in cui Riccardo comunicherà agli amici la fine della sua storia con Jasmine.
Una volta raggiunto l'appartamento, salgono ridendo le scale, felici finalmente per la prima volta dopo molto tempo. Aprono la porta per poi spogliarsi delle giacche, continuando a ridacchiare per qualche battuta di merda che il signor Awez e il signor Watson continuano a dire.
Ordinano del cibo cinese da asporto, decidendo di optare per della pizza, come successe la prima volta in cui si erano ritrovati tutti insieme dopo l'ennesima partita di calcio che Riccardo e Daniel avevano giovato. Tutta la loro amicizia e la loro storia era iniziata proprio da una pizza tutti insieme, nel minuscolo monolocale in cui ai tempi viveva Simone, e dopo più di quindici anni sono ancora lì, a mangiare e ridere tutti insieme.
Riccardo continua a evitare il discorso Jasmine, preferendo sviare il discorso su altri argomenti: sa che non lo giudicheranno, ma è lui stesso che ha bisogno di qualche birra in più per parlare di ciò.
Sono esattamente i sette gin-tonic successivi a fargli trovare il coraggio.
-Ragazzi, vi devo parlare di una cosa...- inizia sussurrando e richiamando l'attenzione su di sè.
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Il passato ritorna sempre... [DaddaxAwed]
FanfictionDaniel e Simone Awed e Dadda Ormai sono quasi cinque anni che il canale di Simone giace nell'abbandono più totale, senza che nessuno sia mai stato in grado di capirne il motivo... Le luci si sono spente sul palco per l'ultima volta a Milano nel magg...