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Natale, uno dei periodi più belli dell'anno, più magici dell'anno: le lucine, gli alberi decorati, i regali, la famiglia,  gli amici...


-Secondo un'antica leggenda- inizia a raccontare Simone alla bambina che si trova stesa vicino a lui sul letto -Le renne di Babbo Natale sono ben nove, ed è proprio questo il motivo per cui riesce a consegnare tutti i regali a tutti i bambini del mondo durante una sola notte, la sola notte concessa a Babbo Natale per premiare tutti i bambini che si sono comportati bene durante l'anno! Ognuna di esse ha un nome. Nella notte dei tempi, però, il motore della slitta poteva contare solo su otto di loro: Prancer, Vixen, Donner, Dixen, Dasher, Cupid, Dazzle e Comet. Rudolph, la nona renna, quella con il naso rosso che l'ha sempre distinta dalle altre, infatti, si è aggiunta solo in seguito. La poveretta, infatti, a causa del suo grosso naso luminoso è stata presa in giro dalle compagne fino alla Vigilia in cui, a causa della nebbia, Babbo Natale non sì è accorto di quanto in realtà fosse utile la sua estremità sgargiante. Da allora Rudolph è a capo della squadra ed è la beniamina di tutti bambini.- conclude la leggenda il napoletano mentre la bambina si accoccola maggiormente al suo petto.

-Zio, ma io stata brava?- chiede la piccina sottovoce.

-Si Whetu, tu sei la bambina più brava che esista- le risponde dolcemente accarezzandole delicatamente i capelli mentre sente il respiro della nipotina farsi sempre più lento.


Aspetta un po' di tempo prima di raggiungere Daniel in soggiorno: stanno cercando appartamenti da un paio di settimane, ma nessuno li aggrada veramente. Ma è la metà di novembre, e non c'è assolutamente tempo da perdere.


-Sai, ho iniziato a pensare ai regali...- introduce Simone, distraendo Daniel dalla ricerca sul sito di annunci.

-Davvero?!- risponde Daniel stupito, perchè la realtà è che tra lui e Simone è impossibile determinare chi reincarni meglio il Grinch.

-Beh, è il primo vero Natale di Whetu... Dobbiamo addobbare, fare le impronte con la farina e gli scarponi, riempirla di regali e dolci- esclama entusiasta come mai prima d'ora.

Daniel lo abbraccia stretto forte a sé, perché questa è una delle migliori idee mai proposte da Simone nel corso degli anni.


Si mettono immediatamente all'opera: alla sorella di Daniel comprano degli accessori nuovi per la macchina, ai genitori di Riccardo prendono quel tavolo magnifico che hanno sempre sognato per la casa al mare, a Whetu regalano un parco giochi personale.


-Stavo pensando a una cosa...- introduce l'argomento Simone -non voglio fare un regalo banale né a Riccardo né ad Amedeo... Che ne dici se facciamo qualcosa di un po' più personale?-

Si ritrovano poco dopo seduti sul freddo pavimento mentre rovistano in alcuni scatoloni che nessuno ha avuto il coraggio di toccare per anni: le prime foto, il  CD degli One Direction su cui è incisa You and I, gli oggetti di scena dei loro video, tutti i ricordi conservati con cura da Daniel nel corso degli anni.

Stanno in quella scomoda posizione per ore, a scegliere i momenti migliori trascorsi assieme, ma anche a rivivere i peggiori: alla fine, la loro amicizia è sopravvissuta a troppi intoppi, ma sono ancora qui.


Decidono di dirigersi verso il loro letto dopo quasi due ore, trovando Whetu nella stessa posizione in cui l'hanno lasciata. Si sdraiano immediatamente accanto a lei, lasciando che la piccola di casa si accoccoli sul petto del napoletano, che la stringe forte a sè. Si addormentano insieme, felici.



Quando si svegliano, la situazione di apparente pace si viene a rompere. 

Si alzano come al solito, preparano il latte con i biscotti preparati tutti e tre insieme la sera precedente, mangiano ridendo. 

Ma è poco dopo le undici che ricevono una chiamata, quella del San Raffaele, dell'ospedale migliore di Milano.

-Mi dispiace- sussurra la donna dall'altro capo del telefono dopo aver dato la triste notizia.


Si vestono molto velocemente, lavando Whetu alla meglio solo per non lasciarla sporca di cioccolato, per poi dirigersi alla velocità della luce in quell'orribile posto.


-Buongiorno, cerchiamo i signori Dose e Preziosi- afferma tremolante Simone, torturandosi le mani.

-Certamente. Allora, il signor Dose sta per essere dimesso: non ha riportato gravi ferite. Per quanto riguarda il signor Preziosi, al momento è ricoverato nel reparto di terapia intensiva, che si trova al quinto piano, scala D- 

Ringraziano frettolosamente la receptionist e si precipitano immediatamente nella sala di aspetto del pronto soccorso.


Riccardo è lì, seduto con le mani che reggono malamente il suo viso: ha solo qualche taglio e livido, ma nulla di grave.

-La colpa è mia, è solamente mia- dice immediatamente Riccardo ai due amici, che ringraziano qualsiasi divinità esistente per aver deciso di lasciare Whetu alla mamma.

-Non è vero Riccardo... è stato un incidente, soltanto un incidente- cerca di consolarlo invano Daniel.

-Non lo è stato! Ero stanco, lo sapevo perfettamente, così come lo era Amedeo. Ma io mi sono impuntato di voler tornare a casa quando i miei ci avrebbero fatto dormire da loro... Tutto questo per cosa? Perché io e Amedeo avevamo appena finito di litigare per una cosa successa anni fa, per una cosa di cui abbiamo evitato di parlare per anni. Ed io mi sono addormentato, mi sono addormentato alla guida! E se con noi ci fosse stata anche Whetu?! Oppure Mirtillo?! Amedeo sta combattendo tra la vita e la morte solo a causa mia, solamente a causa mia- sbotta Riccardo alzando leggermente la voce, scoppiando poco dopo in un pianto inconsolabile.


Rimangono lì fermi per diverso tempo, senza parlare: Riccardo ha solo bisogno di sfogarsi, solo di rilasciare tutta la tensione che ha accumulato nelle ultime settimane.


-Facciamo così adesso: firmiamo le carte per le tue dimissioni, e andiamo ad informarci bene su come sta Amedeo... Poi andiamo a casa tua, ti aiuto a lavarti e mandiamo Simone a prendere Whetu, a cui manchi moltissimo anche se sono passati solo un paio di giorni- propone Daniel all'amico una volta che questo si è calmato.

-Grazie ad entrambi di essere qui- dice flebilmente i friulano.

-Ci saremo sempre, ricordatelo-

 E adesso queste parole hanno un altro significato detto da Simone: nonostante tutto, si ritrovano sempre, e si ritroveranno sempre.


Iniziano a camminare lentamente verso l'ascensore mentre il corpo di Riccardo viene scosso da piccoli dolori. 


Si ritrovano poco dopo davanti alla porta della stanza di Amedeo, incerti se varcare la soglia o cercare prima qualche dottore che gli possa spiegare meglio la situazione.

-Pronti?- chiede Simone dopo un paio di minuti.

I due compagni annuiscono, per poi lasciare al napoletano il compito di abbassare lievemente la maniglia e spingere dolcemente la porta...

Il passato ritorna sempre... [DaddaxAwed]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora