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-No, no, no!!- sente urlare Simone da una voce a lui conosciuta. La voce è quella di Daniel, che si trova nella sua camera da letto.

Simone apre gli occhi, decidendo prima di controllare l'ora sul suo telefono: sono solo le 2 di notte, e non ha la più pallida idea di quando si sia addormentato.


Incerto nei suoi passi, attraversa il piccolo antibagno, per poi aprire la porta socchiusa di camera di Daniel, che si sta contorcendo in modo quasi innaturale nel suo letto. Simone mentirebbe se dicesse che lui non è la causa di quegli incubi, perché lo sa benissimo che il suo ritorno ha reso molto agitato l'amico, o l'amante, o non lo sa più nemmeno lui.

Si avvicina al letto, stendendosi sul lato destro. Sorride brevemente pensando che Daniel, quando l'ha conosciuto, dormiva solamente sul lato destro, per poi cambiare in modo da affievolire la paura di Simone di dormire vicino alla finestra.


Simone porta un suo braccio sulle spalle di Daniel, abbracciandolo, consolandolo, stringendolo a sé molto forte. Daniel non accenna minimamente a svegliarsi, muovendosi solo un po' per accoccolarsi maggiormente tra le braccia del napoletano, che sembra sorpreso dalla reazione dell'altro.

Non parla, lo stringe solo forte a sé, per poi chiudere gli occhi solamente quando è sicuro che il sonno di Daniel non sia più tormentato.



Quando i primi raggi di luce colpiscono la faccia di Daniel, il ragazzo apre brevemente gli occhi, per poi richiuderli a causa dell'intensità di essa: forse andare a dormire con le persiane aperte non è stata la sua migliore idea.

Il suo corpo percepisce un calore diverso da quello conosciuto delle coperte, diverso ma comunque non sconosciuto. Quando prova ad alzarsi, con gli occhi socchiusi per non rimanere cieco, si accorge che qualcosa lo sta tenendo, e che quel qualcosa respira.

E' proprio in quel momento che i ricordi lo assalgono: il messaggio di Simone, il ritorno di Simone, Simone che dorme sul suo divano. E probabilmente sono di Simone quelle braccia che lo stanno tenendo stretto.

Daniel non sa cosa fare: ha sognato per cinque anni di svegliarsi abbracciato a Simone, ma è combattuto perché cinque anni fa si svegliò nudo in un letto vuoto, senza alcuna spiegazione, senza neanche un breve saluto.


I pensieri negativi prevalgono nella mente di Daniel, che si alza, stando comunque attento a non svegliare Simone, dandosi dello stupido mentalmente per essersi preoccupato ancora una volta per lui.

Nella sua mente sa che, in questo momento, non può uscire a correre o ad andare in palestra, solo perché nessuno sa che Simone sia tornato, e nessuno dovrebbe provare la sensazione di abbandono che preme ancora sul cuore di Daniel dopo tutto questo tempo. Mentre pensa ciò, si dà dello stupido per la seconda volta in pochi minuti: non sa neanche lui perché si stia preoccupando cosi tanto di Simone.


Si siede sul divano di casa, accendendo la televisione a basso volume su uno dei suoi video preferiti di Michael Jackson, rilassandosi, o almeno provando a rilassarsi.


Simone, nel suo stato di dormiveglia, muove la sua mano verso il lato sinistro del letto, per cercare il corpo di Daniel, che però non trova. Si tira su di scatto dal letto, alzandosi quasi correndo dal letto per cercare Daniel, spaventato dall'idea che il suo amico sia andato via, lasciandolo da solo. Si sente un ipocrita a pensare questo, perché se lo meriterebbe considerando cosa ha fatto lui anni cinque prima...

Prima di aprire la porta che divide il lato notte da quello giorno, realizza che Daniel è a casa, perché Daniel è l'unica persona che può ascoltare Michael Jackson a quest'ora del mattino.


Apre la porta, e volta subito il suo sguardo sul divano.

-Buongiorno- dice al suo 'coinquilino' con voce ancora assonnata.

Daniel risponde con solo un cenno della mano, quasi infastidito dalla sua presenza. 


Simone si siede al tavolo della cucina, controllando i messaggi sul suo telefono: come al solito, nessuno l'ha cercato, nessuno lo cerca più. Non sa neanche come muoversi in quella casa, se può prendere la colazione, se le cose sono ancora sistemate negli armadietti come lo erano una volta.

Alza gli occhi quando sente i passi di Daniel sul pavimento, per poi vederlo mentre apre le mensole per apparecchiare il tavolo per la colazione.


Anche quella passa in rigoroso silenzio e, quando qualche parte del loro corpo si sfiora anche per sbaglio, si allontanano di scatto, quasi scottati.


-Riccardo mi ha appena scritto- dice Daniel mentre sistema le stoviglie usate nella lavastoviglie -Ha chiesto se oggi vuoi andare in studio, così possiamo parlare anche del lavoro- continua.

-Si, certamente- risponde Simone sorridendogli, rimanendoci male quando Daniel non ricambia il suo sorriso.


La mattina Simone la passa da solo in casa: Daniel ha preferito andare a correre e poi in palestra, optando successivamente per mangiare fuori. 


Si, perché Daniel sente troppe emozioni tutte insieme nel suo corpo: i brividi di stamattina sono ancora impressi nella sua mente, così come le farfalle che svolazzavano nel suo corpo ieri mattina in aeroporto quando l'ha visto tirarsi dietro le valigie più pesanti che abbia mai portato. 

Ed è proprio per questo che non torna neanche a casa, dicendo a Simone di servirsi pure di quello che vuole, e promettendo di andarlo a prendere a casa verso le 15 per proseguire insieme verso lo studio.


Quando Simone scende dopo il messaggio di Daniel per dirigersi verso lo studio, non immagina di trovarselo davanti così: con i capelli bagnati, dovuti alla doccia che si è fatto poco prima in palestra, e vestito con pantaloncini e canottiera, che mettono in risalto tutti i suoi muscoli mentre è appoggiato alla portiera.

Si avvicina alla macchina e, prima di perdere questa occasione, lo afferra per un braccio.

-Sei bellissimo, forse ancora più bello di come ti ricordavo- sussurra Simone, per poi lasciar subito andare l'arto dell'altro.


E quando Daniel sale in macchina, il rossore sulle sue guance è più che evidente.


Non serve specificare che il tragitto lo passano in silenzio, mentre nella sua mente Daniel ringrazia di aver venduto la Smart a favore del Mercedes, perché tutte le volte che Simone lo sfiora il suo cuore perde un battito. Anche se in realtà il suo povero cuore quel battito lo perde diverse volte per strada, perché gli sguardi di Simone bruciano come un incendio sulla sua pelle.

Il passato ritorna sempre... [DaddaxAwed]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora