È arrivata, la sera della cena, mio padre è tornato da poco e sembra tutto ok per ora.
Appena suonarono alla porta andai ad aprire e mi ritrovai davanti le due figure di Pietro e Duccio.
Diedi un veloce sguardo a come sono vestiti e non so perché ma alla vista del ragazzo dai capelli rossi sorrisi.
Andrea:"venite."
Mi spostai per farli entrare e andammo in salotto da mio padre.
Andrea:"lui è mio padre, Giacomo e papà, loro sono Pietro e Duccio."
Giacomo:"piacere" disse porgendo la mano che i due fratelli strinsero, presentandosi.
Dopo circa dieci minuti ci spostammo in cucina dove apparecchiai e ci sedemmo a mangiare una semplice pasta al ragù.
Giacomo:"raccontatemi un po' di voi ragazzi"
Pietro:"come ho già detto sono Pietro, andavo a scuola con Andrea e il mio 'focus' è la musica"
Duccio:"io sono Duccio, il fratello più piccolo di Pietro e mi piace tutto quello che è arte"
Giacomo:"a te non piace l'arte come loro due, Andrea?"
Andrea:"in realtà anche il mio 'focus' è la musica pa'." risposi a bassa voce, quasi come se stessi parlando tra me e me.
Dopo qualche minuto di silenzio mio padre ricominciò ha parlare e lì capì che era arrivato il momento delle domande imbarazzanti.
Giacomo:"dai parliamo un po' di cose più da ragazzi, parliamo di ragazze, voi siete fidanzati?"
Pietro:"io sono single, mi sono lasciato da poco e non penso di volere un altra relazione"
Giacomo:"tu invece Duccio?"
Duccio:"anch'io sono single"
Giacomo:"mi dicono che Andrea è un donnaiolo, uno spezzatore di cuori"
Andrea:"papà smettila dai" mi i sentii in imbarazzo.
Pietro:"di sicuro è quello che più attira le ragazze, comunque mi dispiace interrompervi ma dovrei andare perché ho una cosa urgente da sbrigare, ci vediamo Andre, è stato un piacere Giacomo e con te Du ci becchiamo a casa, ciao a tutti" salutò e uscì di casa.
Giacomo:"simpatico il tuo amichetto, quindi tu e lui siete fratelli?" disse rivolgendosi prima a me e poi a Duccio.
Duccio:"sì lo siamo perché?"
Giacomo:"non vi assomigliate per niente"
A quelle affermazione mi maledì mentalmente per non aver iniziato io un discorso, che poteva portare la conversazione su un altro argomento.
Duccio:"non ci assomigliamo perché io sono stato adottato" disse fissando il piatto ormai vuoto.
Giacomo:"ecco perché siete completamente diversi, anche di comportamento penso, da quello che ho visto non ti importano le ragazze."
Duccio:"non è che non mi importano è che non cerco niente in questo momento"
Giacomo:"quindi non sei un frocietto?" scoppiò a ridere e io intervenni.
Andrea:"non mi sembra il modo di approcciare un mio amico"
Giacomo:"non parlarmi così Andrea"
Andrea:"sì che ti parlo così, non c'è una volta in cui non perdi l'opportunità di mettere a disagio qualcuno, poi non parliamo del fatto che non sai un cazzo di me."
Giacomo:"non è il tono con cui devi rivolgerti a me, sono tuo padre."
Andrea"Dovresti essere mio padre ma non ti comporti da tale" sbottai.
Lui si alzò di colpo e si appoggiò al tavolo.
Giacomo:"non capisco cos'ho fatto di male per avere un figlio come te, sei un cazzo di disastro, a volte finisci per essere un peso per me, sono l'unico in questa casa che lavora per darti qualcosa da mangiare ma tu non fai niente per ripagarmi, non hai un lavoro, non hai una ragazza, pensi solo a divertirti con i tuoi amichetti e ad andare in discoteca ad ubriacarti."
Non sapevo come rispondere, ha ragione sono un disastro, un peso per gli altri, un fallimento.
Giacomo:"adesso facciamo così Andrea, se non inizi a lavorare e a renderti utile in casa, tu qua dentro non ci metti più piede, hai capito?"
Andrea:"sono tuo figlio pa', non ti sembra di star esagerando?" gli chiesi con un tono di voce molto più basso rispetto al suo, lui sta praticamente urlando.
Giacomo:"adesso sono io che esagero, guarda che è tutto vero quello che sto dicendo Andrea, non credere che siano soltanto parole gettate la vento, da oggi è così qui dentro."
Non risposi, presi una sigaretta dal pacchetto che avevo in tasca e mi alzai dal tavolo, lasciando un veloce sguardo a Duccio e notai che è visibilmente a disagio.
Andrea:"ora però non fare il responsabile qua dentro, che sei il primo ad ubriacarsi" dissi andando verso il balcone.
Giacomo:"che cazzo hai detto? Ora le prendi Andrea" mi disse appoggiando di colpo la bottiglia d'acqua e raggiungendomi.
Mi girai verso di lui, lo guardai negli occhi, ormai non lo riconosco più.
Ricevetti uno schiaffo in pieno volto e dato che non bastava mi prese per il polso e mi portò in camera, così da evitare un altro teatrino davanti a Duccio, che in tutto questo era rimasto seduto al tavolo.

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Un casino perfetto
Sonstiges"La mia vita stava andando a rotoli prima di incrociare quegli occhi smeraldo. Con te mi sento vivo, mi sento bene, a mio agio, sei speciale." Un continuo tira e molla. ⚠️- Se questa storia dovesse dare fastidio ai protagonisti non esiterò a cancell...