ho bisogno di aiuto

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Mi svegliai per colpa della luce che arrivava dalla finestra, mi girai e rimasi a contemplare la figura di Duccio che sta ancora dormendo.
Mi sto affezionando molto a lui, mi sta cambiando in positivo.
Sentii dei rumori provenire dal salotto ma non ci feci caso, troppo concentrato ad ammirare il viso angelico del rosso.
Controllai l'orario sul telefono, '11:16', direi che abbiamo dormito parecchio.
Vidi Duccio rigirarsi tra le lenzuola e capì che si sta svegliando.
Andrea:"buongiorno." gli dissi appena si svegliò.
Duccio:"buongiorno." mi rispose con al voce ancora impastata dal sonno.
"che ore sono?" mi chiese strofinandosi gli occhi.
Andrea:"quasi le 11:30."
Duccio:"abbiamo dormito tanto."
Andrea:"direi." gli sorrisi.
"sei stupendo anche appena sveglio." le sue guance si colorarono di rosso.
"posso darti un bacetto?"
Duccio:"non mi resisti proprio eh?"
Andrea:"no, per niente." ammisi.
Iniziammo a baciarci appassionatamente, il rosso si spostò sopra di me a cavalcioni e io appoggiai le mie mani sui suoi fianchi.
Giacomo:"Andrea stai ancora a l- che cazzo fai?" la porta si spalancò.
Ci girammo di colpo verso la porta, appena vidi mio padre sbiancai e mi allontanai velocemente da Duccio.
Andrea:"n-non è come sembra." riuscì a dire solo questo.
Giacomo:"cosa significa Andrea, non sono un coglione, ti stavi baciando con un uomo."
Andrea:"lasciami spiegare." cercai di parlare.
Mio padre uscii dalla camera e io lo seguii, subito dopo essermi rivestito, lasciando Duccio da solo.
Giacomo:"Andrea, mi fai schifo." mi urlò contro.
Andrea:"solo perché ho baciato uno del mio stesso sesso."
Giacomo:"quindi sei frocio?" continuò ad urlare.
Andrea:"n-non lo so, io non c'ho mai pensato."
Giacomo:"con quello, che fai?"
Andrea:"cosa significa?" chiesi confuso.
Giacomo:"cazzo Andrea, lui chi è? il tuo fidanzato? uno da una notte e basta?"
Andrea:"nessuno dei due e comunque ha un nome quello."
Giacomo:"non me ne frega un cazzo se quello ha un nome? lui è un maschio, non puoi scoparti i maschi."
Andrea:"perché? che pensiero primordiale è?"
Giacomo:"Andrea ci pensi mai al tuo futuro? Dove cazzo pensi di arrivare con la tua musica da quattro soldi se non ti trovi una moglie e non ti costruisci una famiglia."
Andrea:"non mi parlare del mio futuro quando il tuo è andato decisamente a puttane." risposi a tono.
Giacomo:"non ti rivolgere così a me Andrea, io non voglio più avere a che fare con te, mi fai schifo, sparisci da questa casa e non tornarci più, dimenticati di me perché non voglio avere un figlio frocio."
Andrea:"sul serio?" chiesi scioccato.
Giacomo:"ho detto che ti devi levare dai coglioni Andrea, io non voglio avere un figlio come te, non ti voglio più mantenere, vattene con quello e non tornare." mi urlò.
Corsi in camera e presi la sacca da palestra, sotto lo sguardo preoccupato di Duccio.
Duccio:"Andre, mi dispiace."
Andrea:"ti sembra il momento in cui mi serve la tua compassione? la mia vita è andata ufficialmente a puttane."
Presi i vestiti che usavo di più e le mie cose e chiusi la sacca, intanto il rosso recuperò le sue cose e uscì di casa.
Giacomo:"vedo che hai capito." mi disse quando entrai in salotto con la sacca.
Andrea:"dato che mi stai cacciando e non ti vedrò più vorrei informarti che sei un gran pezzo di merda." gli sputai incazzato.
Giacomo:"ripetilo se hai il coraggio?" si avvicinò pericolosamente a me, ma io non mi spaventai.
Andrea:"sei un grandissimo pezzo di merda."
Mi arrivò un pugno poi un altro e così iniziammo a fare a botte.
Dopo un paio di pugni, caddi a terra e lui si posizionò sopra di me.
Giacomo:"da adesso dimenticami perché io e te non ci conosciamo, hai capito? ti ho fatto da padre per troppo tempo, tempo sprecato perché sei diventato una merda, finirai peggio di me e te lo dico da uomo con problemi di alcol, se continui così morirai di overdose all'età di 30 anni, senza nessuno su cui contare neanche quel rosso che ti sei scopato." e iniziò a ridere.
Sì alzò, mi tirò dei calci, prese la sacca e me la lanciò addosso.
Giacomo:"ora fila, testa di cazzo."
Mi alzai dolorante ed uscii di casa, appena misi piede fuori, la porta dietro di me si chiuse e li capii di essere nella merda.
Non so dove sia andato Duccio e sinceramente speravo mi restasse accanto, forse ha ragione mio padre o meglio il mio ex padre.
La prima cosa che feci fu chiamare Marco, è l'unico con cui vorrei parlare al momento.
Iniziai ad allontanarmi da casa zoppicante, tenendomi con una mano il fianco dolorante e con l'altra il telefono che nel mentre continuava a squillare.
-pronto- rispose Marco
<<Marco, ho bisogno di aiuto>> andai subito dritto al punto.
-che ti serve?-
<<, è successo un casino, ieri sera Duccio ha dormito da me e sta mattina mio padre è entrato in camera mentre ci stavamo baciando>>
-cazzo, cos'è successo dopo?-
<< abbiamo litigato e mi ha cacciato di casa, adesso sto in giro>>
-aspetta, inviami la posizione che ti vengo a prendere e ti porto da me-
<<Lo faresti sul serio?>>
-certo, sei il mio migliore amico Andre, farei di tutto per te.-
<<ti voglio bene Marco>>
-anch'io Andre ma ora mandami la posizione che ti passo a prendere-
<<va bene, te la mando>>
-bravo, arrivo- chiuse la chiamata.
Lo aspettai per una decina di minuti seduto su una panchina in un parchetto vicino a quella che ormai non è più casa mia.
Marco:"Andre che hai combinato alla faccia?" mi chiese preoccupato.
Andrea:"sto di merda, lo so."
salimmo in macchina e andammo verso casa sua.

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