Serata in spiaggia

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Pov's Andrea

Andrea:"io esco." avvisai mio padre
Giacomo:"e dove vai?"
Andrea:"al mare, festeggiamo la creazione del bunker."
Giacomo:"il che?"
Andrea:"te l'ho già detto, il posto in cui potrò prudurre musica."
Giacomo:"ancora con quest'idea, non inseguire un sogno inrealizzabile."
Andrea:"ci posso riuscire, con o senza il tuo appoggio."
Giacomo:"vedremo, però domani ti tocca andare a lavorare."
Andrea:"lo so, ora però esco che sono in ritardo." ed uscii senza salutare.

Arrivato in spiaggia, riconobbi subito le sagome degli altri,  seduti sulla riva.
Andrea:"eccomi e scusate il ritardo, mio padre mi ha fermato."
Mi sedetti affianco a Marco, che mi passò una birra già aperta.
Subito ci attaccai la bocca e dopo pochi minuti la finii.
Passammo la serata ridere e scherzare, tra una birra e l'altra e poi mangiammo la pizza.
Verso mezzanotte, persi di vista Pietro, Marco e Dario, rimanemmo soltanto io e Duccio.
Andrea:"Jacopo, perché non è venuto?"
Duccio:"non ne voglio parlare."
Andrea:"che è successo?"
Duccio:"lo capisci o no che non voglio parlarne?"
Rimasi stupito dal tono di voce appena utilizzato da il rosso affianco a me.
Andrea:"o, ok."
Calò un silenzio tombale che durò un paio di minuti, silenzio che fu interrotto dal rosso.
Duccio:"scusami, sono nervoso, non dovevo alzare la voce."
Andrea:"tranquillo, ti andrebbe di spiegarmi cos'è successo tra te e Jacopo?"
Duccio:"abbiamo litigato, dice che lo sto trascurando per stare con voi, in questa settimana l'ho visto soltanto a scuola, sembra un tipo timido e che sta nel suo ma ha la costante paura di perdere le persone a cui tiene."
Andrea:"tu e Jacopo avete una bella amicizia, chiarirete, ne sono sicuro."
Duccio:"lo spero."
Cercai di continuare la conversazione per non fare calare di nuovo un silenzio imbarazzante.
Andrea:"mi togli una curiosità?"
Duccio:"sì, dimmi."
Andrea:"sai mica se a Pietro piace Marco?"
Duccio:"no, non so niente, oggi a pranzo Marco mi ha chiesto se a Pietro piace qualcuno, secondo me sono cotti l'uno dell'altro."
Andrea:"anche secondo me."
Duccio:"a te invece? Come va in amore?"
Andrea:"ho smesso di tentare da tempo, l'amore non fa per me."
Duccio:"cazzata, l'amore è per tutti."
Andrea:"quelle poche relazioni che ho avuto, mi hanno fatto capire che non sono adatto a provare amore."
Duccio:"secondo me sono tutte stronzate, l'importante è trovare la persona giusta."
Forse Duccio ha ragione, basta solo trovare la persona giusta e  che mi ami per quello che sono.
Andrea:"trovarla, te invece?"
Duccio:"io mai avute ragazze."
Andrea:"mai? Quindi neanche..?"
Duccio:"non mi piace la piega che sta prendendo questa conversazione, comunque no, sono vergine."
Andrea:"non c'è niente di male, solo pensavo che beh, ecco, l'avessi già fatto."
Duccio:"sto aspettando la persona giusta, sempre se la troverò."
Andrea:"non eri tu quello che credeva nell'amore?"
Mi diede un piccolo spintone che mi fece sorridere, mi girai a guardarlo e mi persi per qualche secondo nelle sue iridi.
Andrea:"sono dell'idea che io sia allergico all'amore, non lo dico per fare la vittima o cose del genere, solo che le relazioni che ho avuto sono sempre finite male e di solito ero io quello che subiva."
Duccio:"succede a tutti di passare brutte esperienze, pensa positivo, almeno a te le ragazze ti guardavano e ti guardano tutt'ora." cercò di buttarla sul ridere ma notai che ci sta male.
Andrea:"vuoi parlarmene?"
Duccio:"nono, non è importante, ormai è passato, solo che mi sarebbe piaciuto essere ritenuto, bello, attraente e stronzate simili."
Andrea:"per me tu sei un bel ragazzo e non lo dico tanto per dare aria alla bocca." gli sorrisi, gesto che fu ricambiato.
Duccio:"comunque ho ascoltato il tuo consiglio, sto continuando la canzone, non ho ancora buttato giù qualcosa di concreto ma ci sto provando."
Andrea:"ne sono felice."
Incrociai di nuovo il suo sguardo e sentii una strana sensazione nello stomaco, non può essere quello che penso io, vero?
Duccio:"grazie a te, sto cercando di trovare l'ispirazione per continuare a scrivere."
Andrea:" quando diventerai famoso però resta umile eh."
Si mise a ridere, la sua risata mi scaldò il cuore e non so neanche bene il perché.
Duccio:"te con la musica che pensi di fare?"
Andrea:"appena apre il bunker cercherò di produrre il prima possibile qualcosa e nel mentre continuerò il mio lavoro in officina."
Duccio:"quando l'hai iniziato?"
Andrea:"per ora ho fatto solo un giorno."
Duccio:"che giorni lavori?"
Andrea:"il lunedì, il mercoledì e il venerdì , dalle 9 alle 12:30 e dalle 14 alle 19."
Duccio:"minchia, non pensavo lavorassi così tanto."
Andrea:"devo pur trovare dei soldi ed andarmene di casa, così da non dipendere più da mio padre."
Duccio:"mi dispiace."
Andrea:"di cosa?"
Duccio:"di aver fatto quell' impressione a tuo padre."
Andrea:"mi stai pigliando per il culo vero?"
Duccio:"no, solo.. scusa."
Andrea:"non devi neanche pensare di chiedermi scusa, è lui una testa di cazzo, tu non centri nulla, gli piace mettere a disagio le persone, è un coglione e appena ha avuto l'occasione l'ha fatto, come suo solito, l'avrebbe fatto con chiunque, quindi non ci pensare, ok?"
Mi accorsi solo alla fine del mio monologo di aver stretto istintivamente, la mano a Duccio, che lui però non ritrarre.
Lo vidi annuire poco convito e subito dopo puntare lo sguardo su le nostre dita, ancora intrecciate e poi su di me.
Pietro:"di che si parla?"
Ritrai subito la mano e mi voltai di scatto verso la fonte della domanda.
Andrea:"niente di che, voi che avete fatto fin'ora?"
Marco:"niente di che." mi imitò
Feci slittare il mio sguardo da Marco  a Duccio e per un momento mi venne l'istinto di far intrecciare di nuovo le nostre dita, ma scossi la testa cacciando dalla mente quest'idea.

Andrea:"dove ti lascio?"
Stiamo tornando a casa, sto accompagnando Marco perché abitiamo a due minuti di distanza, a differenza di casa Serafini che dista dieci minuti.
Marco:"davanti a casa grazie."
Andrea:"con Pietro, che avete fatto che siete scomparsi?"
Marco:"abbiamo parlato un po', del bunker, di Duccio e di altre cose."
Andrea:"e basta?"
Marco:"sì ed ecco, ci siamo baciati."
Andrea:"cosa?" urlai
Marco:"ci siamo baciati."
Andrea:"quindi ti piace?"
Marco:"Pietro è dolce, gentile, solare, carismatico, bello.."
Andrea:"ho capito, sei cotto, Du aveva ragione."
Marco:"Tu pensi solo a Du?"
Andrea:"ma che stai dicendo."
Marco:"non negare la realtà, provi qualcosa per lui ma sei spaventato dato che è un maschio, c'ho preso?"
Andrea:"tu sei tutto scemo, su scendi."
Marco:"pensaci, non sprecare un'occasione."
Andrea:"sese, ciao Marcolino."
Marco:"ciao Andre."
Dopo aver lasciato Marco davanti a casa sua, andai a casa.
Entrai e mi accorsi di essere da solo, così decisi di prendere da bere per liberare la mente dai troppi pensieri, ma forse ingerì qualche bottiglia di troppo.
Le parole di Marco mi fecero ragionare, forse ha ragione, però io non posso permettermi di fare un altro errore nella mia vita, ne ho già commessi troppi in passato.
Forse nessuna mia relazione è durata per il semplice fatto che non ho mai provato veri sentimenti verso le donne.
Questo significherebbe che io potrei essere gay? E i miei amici come la prenderebbero? Mio padre soprattutto?
Mi caccerebbe sicuro di casa e non posso rischiare di ritrovarmi in mezzo alla strada.
Cosa dovrei fare? Parlare con qualcuno e raccontargli come mi sento?
Neanche per sogno.
Reprimere questi sentimenti sarebbe la scelta giusta o sbagliata?
Però il solo pensiero di Duccio, stretto tra le mie braccia mi fa sorridere, il solo pensiero di far combaciare le mie labbra con quelle perfette di Duccio mi fa sentire bene.
Decisi di andare a dormire, sia per la stanchezza sia per smettere di pensare, sempre se riesco ad addormentarmi e poi com'è quel famoso detto? La notte porta consiglio?

Nota autore
Vediamo un po' di confusione nella testa di Andrea, qualcosa però sta cambiando in lui.
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, se è così fatemelo sapere lasciando una stellina, grazie.
-Mary☀️

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