Ero appena rientrata in casa dopo la mia splendida corsa, tolsi il guinzaglio a Purè e sorrisi nel vederlo correre per tutta casa ancora pieno di energie.
"ti fai male Purè" era scomparso dalla mia visuale e sentivo solo qualche abbaio. Lasciai perdere e mi avviai verso la cucina per bere dell'acqua.Appena entrai notai la figura di mio padre intenta a leggere qualcosa sul suo iPad. Non lo salutai per non disturbarlo sapendo perfettamente che odiava essere disturbato. Presi un bicchiere dalla credenza e lo riempii con dell'acqua fresca.
"Sky" oh no quel tono io lo conosco...
"Buongiorno anche a te papà" lui non aveva ancora alzato gli occhi dal documento
"non fare la spiritosa" io alzai gli occhi al cielo
"ho visto dalle telecamere che ieri sera non sei rientrata dal cancello" io risi amaramente
"adesso mi controlli pure?"
"abbassa i toni" mi stava già facendo innervosire"ti ho detto mille volte di entrare dal cancello principale" io misi il bicchiere nel lavandino
"non sono sotto il tuo comando papà, sono libera di fare quello che voglio e non credo che un'entrata di scena con la ferrari ti cambi la vita" avevo alzato leggermente la voce, lui sbattè la tazza sul tavolo facendomi sobbalzare per lo spavento
"ti ho vietato di entrare da dietro Sky e tu mi darai ascolto"
"non sono un oggetto che quando vuoi lo metti in mostra" stavo per andarmene quando la sua risata mi fermò
"perché stai ridendo ora?" ero stanca di tutto questo
"perché non sai ancora cosa accadrà e non potrai sfuggire al tuo destino mia cara Sky" ero più confusa di prima ma sapevo dentro di me che mio padre aveva in serbo qualcosa per me, ma niente di bello.————
Dopo aver passato tutto il giorno sui libri mi concedetti una pausa assieme alla mia migliore amica Sophie. Eravamo andate a prendere un aperitivo al Café de Paris.
Avevo indossato dei pantaloni bianchi di lino con un top a fascia abbastanza lungo sui toni del grigio scuro."com'è andato il Gala quindi?" io roteai gli occhi al cielo
"uno schifo Soph, c'erano i soliti vecchi arrapati e uno sbruffone" lei mi guardò stranita
"chi è questo sbruffone?" io alzai le spalle svogliata
"non lo so un certo Charles e mio padre mi ha fatto portare a casa da lui ma c'è sotto qualcosa" lei prese il suo spritz
"in che senso Night?"
"non lo so ho una strana sensazione spero di sbagliarmi" lei mi sorrise
"non ti preoccupare sarai stressata per lo studio" io annuii un po' incerta ma lascia da parte questa strana sensazione e iniziai ad ascoltare le strane avventure della mia amica."allora con Eric come sta andando?" lei abbassò la testa e fece un sorrisino, e io conoscevo bene quel sorrisetto, era quello che faceva da bambina quando era in imbarazzo su qualcosa
"Sophie!!! ti sei innamorataaaa" io battei le mani tutta contenta, lei però cercò di fermarmi per non farci notare"shhh e fai piano deficente" io risi per il suo imbarazzo che di solito non c'era.
"dai racconta"
"non c'è molto da raccontare... mi piace e tanto" mi intenerii
"waaa amore mio sono così contenta per te"
"si ma non farti strane idee" io alzai le mani
"non ti prometto niente" lei mi lanciò uno sguardo e poi fu interrotta dal suo telefono"chi è?!! è luiii!!!???"
"zitta che è lui" io sorrisi contenta e aspettai che rispose. Appena Sophie sentì la voce di Eric le comparve uno sorriso da bimba sul volto e il mio cuore fece un salto di gioia, però tutta questa felicità scomparve non appena il mio telefono prese a squillare, risposi subito preoccupata"Gio che succede?"
"signorina mi spiace disturbarla ma suo padre"
"che ha fatto ora?"
"è stato male" io mi alzai subito dalla sedia allarmata
"cosa?! Arrivo subito tu chiama l'ambulanza"
"d'accordo stia attenta" io chiusi la chiamata"Soph devo andare mio padre è stato male" lei sbarrò gli occhi e disse ad Eric di aspettare un secondo
"devo venire con te?" io negai con la testa
"no tranquilla puoi pagare tu? poi ti do tutto fatti accompagnare da Eric per favore"
"si tranquilla vai non preoccuparti" io le sorrisi e poi corsi verso la macchina.Era una BMV serie 8, di mio padre ovviamente.
Salii in macchina e corsi verso casa il più velocemente possibile.Parcheggiai nel vialetto di casa ed entrai sbattendo la porta
"Dov'è?"
"in camera sua non vuole nessuno" sorrisi a Gio e salii le scale, appena arrivai davanti la porta presi un respiro profondo e bussai"non voglio nessuno" io non lo ascoltai ed entrai
"papà" lui roteò gli occhi al cielo
"esci da camera mia" mi avvicinai al letto
"che ti è successo?"
"niente Sky ora vattene" lo guardai preoccupata
"perché fai così?..." avevo gli occhi lucidi ma obbligai me stessa a non piangere davanti a lui
"hanno chiamato l'ambulanza stanno arrivando"
"Perché li hai chiamati? Sto bene, ora esci" Mi ero alzata per andare via ma appena sentii questa frase mi girai verso di lui
"tu non stai bene e non mi importa se non vuoi farti visitare" lui sbuffò
"perché sei così testarda? non ti ho chiesto nulla e non voglio la tua compassione"Risi ironicamente
"La mia compassione? Sono semplicemente preoccupata per mio padre"
"non prendermi in giro Sky, non mi servi mettitelo bene in testa" iniziai a sentire un fischio nelle orecchie cosi fastidioso che non mi accorsi neanche della lacrima sulla mia guancia
"devi smetterla di comportarti così perché ti stai facendo odiare da tutti" si alzò venendo verso di me"vedi di stare zitta perché posso cacciarti di casa da un momento all'altro"
"fallo almeno vivrei una vita migliore piuttosto che stare in casa con te" mi puntò un dito contro"non provare a sfidarmi Sky. Ora vattene" dopo il suo sguardo di ghiaccio si girò verso il letto e non disse una parola. Tirai su con il naso e uscii da quella camera ormai troppo piccola per tutti e due. Chiusi violentemente la porta e mi avviai verso la mia camera, entrai e mi appoggiai al letto vicino a Purè.
Sentii poi qualcosa di caldo cadere lentamente sulle mie guance e gli occhi bruciare, stavo piangendo per colpa di qualcuno che prima mi amava.
Mi lasciai andare e mi stesi sul letto bagnandolo con le mie lacrime. Poche volte avevo pianto dopo la morte di mamma ma ormai erano sempre più frequenti questi pianti per colpa di mio padre.Sentii dei passettini e poi una pallottola di pelo sulle mie gambe.
"ei Purè" lo accarezzai cercando di trattenere le lacrime
"Il papà era diverso prima, quando c'era la mamma intendo, ti avrebbe adorato sai? Avreste fatto lunghe passeggiate in centro, ti avrebbe fatto un sacco di coccole e saresti stato il suo preferito" lui scodinzolò e mi leccò la mano.Purè si mise ad abbaiare nella direzione della mia finestra, mi girai confusa e appena vidi l'oggetto in questione i miei occhi si illuminarono e mi alzai per andare verso di esso.
Aprii la finestra ed essa entrò girando per tutta la camera, Purè iniziò ad inseguirla per cercare di prenderla ma senza successo. Era una farfalla lilla, la preferita di mamma.
"mi manchi tanto mamma"
STAI LEGGENDO
Un obbligo, Mille responsabilità /Charles Leclerc/
RomanceLa Fortuna era una parola che Sky Morrison non aveva mai conosciuto e lei crede che mai la conoscerà. Una ragazza complicata, con un passato turbolento e degli occhi di ghiaccio. Lui invece era associato ad una sola parola, problema. Il suo nome...