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"Assolutamente no, Erica. Rimani qui per un po', non ti permetterò di tornare in quella maledetta casa" ribadisco per quella che sembra la centesima volta, cercando di tenere la voce il più ferma possibile. È una frase che ormai mi risuona nella mente come un mantra, qualcosa che devo continuare a ripetere per proteggerla da un pericolo che conosco fin troppo bene.

"Ma Haru..." mormora lei, e subito gli occhi grandi e dolci si sollevano verso di me, cercando di convincermi a lasciarla andare. Quegli stessi occhi mi hanno fatto capitolare così tante volte, mi hanno fatto fare cose che mai avrei creduto possibili solo per compiacerla, per vederla felice. Ma questa volta è diverso. Questa volta, è questione di proteggerla, di impedire che le facciano ancora del male.

"Ho detto di no, Erica" ripeto, avvertendo la frustrazione che sale dentro di me. La sento bruciare come un fuoco, ma devo mantenere il controllo. Non posso urlare, non voglio spaventarla o farla sentire in colpa. Faccio un respiro profondo, cercando di addolcire il mio tono. "Potrebbe essere pericoloso, lo sto facendo per te. Non è che voglia tenerti segregata qui per sempre" spiego, sperando che capisca che la mia è solo preoccupazione sincera.

Lei abbassa la testa, scostando appena il ciuffo di capelli che le cade sugli occhi. Le sue labbra sottili si serrano, pronta a ribattere con un'argomentazione che so già non potrà farmi cambiare idea. Sento una stretta al cuore, perché capisco quanto questa situazione la stia facendo soffrire.

"Erica..." sospiro, facendo un passo verso di lei. Le sue spalle sono rigide, come se cercasse di tenere a freno tutte le emozioni che le turbinano dentro. Avvicino le mie mani alle sue e le stringo con delicatezza, sentendo quanto siano fredde rispetto ai miei palmi caldi. Poi sollevo lentamente il suo mento, costringendola a guardarmi negli occhi. Incontro uno sguardo pieno di tristezza e confusione, così intenso da farmi male fisicamente.

"Ascolta, mi dispiace..." comincio, cercando le parole giuste. Non voglio ferirla o sminuire il suo amore, ma devo farla ragionare. "Non posso lasciarti andare... Ti ha quasi soffocata, senza motivo. Non posso sopportare l'idea che ti faccia ancora più male" aggiungo, in un sussurro. I miei pollici accarezzano dolcemente i palmi delle sue mani, sperando di trasmetterle il calore e l'affetto che provo.

Vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime, le guance iniziano a inumidirsi. Ogni singhiozzo trattenuto mi colpisce come una pugnalata. "Rimani qui, per un po', ti prego" continuo con la voce resa più dolce dalla compassione che provo. "Devi imparare a prenderti cura di te stessa. Non ne vale la pena, non per lui" Le sue spalle tremano leggermente, e lei cerca di dominare il tremito delle labbra mordicchiandole con ansia.

"N-non capisci, Haru" balbetta con voce strozzata dalle lacrime. "Io lo amo davvero. Lui è solo un po' burbero... cambierà" afferma, con quella sicurezza ingenua che mi fa stringere il cuore. So che non posso smontare la sua fede cieca in un colpo solo, ma non voglio che continui a farsi del male.

"Piccola..." mormoro, lasciando andare le sue mani per passare un pollice sulla sua guancia e asciugare una lacrima ribelle. Lei tira su col naso, cercando di ricomporsi. "Non è così. Ti tratterà sempre peggio. L'ho già visto succedere: una persona violenta trova sempre un pretesto per alzare le mani o la voce. Non illuderti che torni tutto come all'inizio. Saresti tu la sola a rimanerne ferita" concludo, col tono che si abbassa in un misto di pena e preoccupazione.

Lei resta in silenzio, mordicchiandosi l'interno della guancia, mentre i suoi occhi si inumidiscono ancora. È come se fosse in bilico su un burrone, con un piede già sospeso nel vuoto. Non vuole lasciar andare Gabriel, non vuole rinunciare al sogno di un amore che forse non è mai stato reale. Eppure è cosciente del pericolo, lo vedo dal modo in cui le mani mi stringono più forte, come se cercasse in me un'ancora di salvezza.

Chissà se riuscirà mai a vedere anche me in quel modo...

Alla fine, Erica annuisce lentamente, mentre le lacrime scorrono silenziose sulle sue guance. Non riesce a trovare le parole, ma mi fa capire che ha deciso di ascoltarmi almeno per ora. D'un tratto, muove un passo verso di me e si accoccola tra le mie braccia, come un uccellino ferito che cerca calore in un nido sicuro. Le sue spalle sussultano per qualche secondo, poi inizia a rilassarsi pian piano.

"V-va bene... rimarrò qui per un po'..." bisbiglia contro il mio petto con voce soffocata dalla stoffa della mia maglietta. Provo un sollievo che mi fa tremare le ginocchia, ma anche un senso di colpa: so quanto le costi ammettere di aver bisogno di aiuto, e quanto la ferisca ammettere che forse le cose con Gabriel non andranno come sperava.

"Ti proteggerò, te lo prometto" dico, stringendo la presa attorno al suo corpo sottile. Sento il suo viso affondare nella piega del mio collo, i suoi capelli che sfiorano la mia pelle. Le mie parole sono un giuramento, un voto che farò di tutto per mantenere. 

Non permetterò più che soffra, non se posso impedirlo.

Rimaniamo così, uniti in un silenzio carico di emozioni, mentre il tempo sembra scorrere più lentamente. Sento i suoi singhiozzi diminuire poco a poco, e anche il suo respiro diventa più regolare. Le sue mani si aggrappano ancora alla mia maglietta, come se avesse paura di lasciarmi andare e rimanere sola con i suoi pensieri.

In quell'istante, capisco che, per lei, farei qualunque cosa. 

La amo, la amo davvero, anche se forse non potrò mai essere ricambiato nel modo che sogno. Sarò sempre pronto a difenderla, a metterla al primo posto. Anche se non sarò mai il suo Gabriel, sarò il suo Haru. E, in questo momento, è tutto ciò che conta.

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Sono tornata genteeeee HaruKun_04❤️

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