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Rientro in casa ed è mattina presto. Ho appena salutato Haru, con una leggera sensazione di imbarazzo per la posizione in cui abbiamo passato la notte. Non era certo mia intenzione dormire così vicini, ma faceva freddo e il suo calore era l'unica cosa che mi ha impedito di congelarmi. Mi scuoto quei pensieri di dosso mentre mi tolgo le scarpe all'ingresso.

"Sono tornata... Gabriel, sei a casa?" chiedo a voce alta, aspettandomi di sentire il rumore dei suoi passi o la sua voce. Ieri era uscito con gli amici e si era fermato a dormire da Aitor... o almeno così mi aveva detto. Potrebbe ancora non essere tornato, quindi non mi sorprendo troppo quando non ricevo risposta.

Mi sposto in cucina, decisa a preparare qualcosa per pranzo. Sono sicura che appena tornerà avrà fame, e non voglio farlo aspettare. L'ultima cosa che desidero è vederlo arrabbiato. Inizio a prendere gli ingredienti dal frigorifero e mi sposto al piano cottura, afferrando alcune padelle e barattolini di spezie varie. Con movimenti esperti, comincio a preparare un pasto, lasciando che il ritmo della cucina mi tranquillizzi.

Dopo circa un'ora, sento improvvisamente la porta di casa sbattere, facendomi sussultare. Mi fermo sul posto, con la mano a metà strada verso il contorno che sto finendo di preparare. Gabriel è tornato.

"Ehi, bentornato" lo saluto con un sorriso mentre entra in cucina. La mia voce cerca di essere allegra, ma c'è una parte di me che non riesce a scacciare del tutto la preoccupazione.

"Sei tornata tardi ieri?" domanda con voce piatta, senza nemmeno salutarmi. Il tono freddo con cui lo dice mi mette subito in allarme. Posso percepire la tensione nell'aria mentre appoggio i piatti sul tavolo. Sforzandomi di sembrare calma, rispondo con il miglior sorriso finto che riesco a mettere insieme e una bugia che spero suoni convincente.

"No, no, mi sono anche svegliata presto, così ho preparato il pranzo: kimchi, come piace a te..." dico, dondolando leggermente sul posto. Arrossisco appena quando lo vedo squadrarmi da capo a piedi. Il suo sguardo è intenso, e quasi quasi mi aspetto un complimento.

Ma non appena vedo le sue mani stringersi a pugno e il suo viso diventare rosso di rabbia, capisco che qualcosa non va. Il mio sorriso vacilla.

Cosa ho fatto di male questa volta?

"E quella di chi è?" chiede, puntando il dito verso la felpa che indosso. La felpa di Haru. Il mio cuore si ferma un istante. Come ho potuto dimenticarlo? Ero così concentrata sul tenere al caldo che non ho neanche pensato a cambiarla.

Merda, non pensavo si ricordasse delle mie felpe.

"L-la felpa? È... è mia" mento, cercando di sembrare sicura di me. La mia voce trema leggermente.

"Non dire cazzate" esplode, alzando gradualmente il tono di voce. "Quella felpa non è fottutamente la tua, stupida ragazzina!" urla, e le sue parole mi colpiscono come un pugno nello stomaco. Sentire quel "ragazzina" pronunciato con così tanto disprezzo mi ferisce profondamente.

"È di u-un mio amico, m-ma non c-capisco il p-problema..." sussurro, sentendo gli occhi pizzicare mentre indietreggio verso il piano cottura. Lui si avvicina a me con una rabbia che lampeggia nei suoi occhi.

È la prima volta che mi sento completamente paralizzata dalla paura.

"CAZZATE!" urla, e prima che io possa reagire, le sue mani sono attorno al mio collo. Mi solleva da terra di qualche centimetro, e il mondo inizia a diventare sfocato. Non riesco a respirare.

"G-Gabriel, l-lasciami, n-non r-respiro..." riesco a malapena a sussurrare, la mia voce è strozzata. Cerco di aggrapparmi alle sue mani, di alleviare la presa che mi sta strangolando, ma è inutile.

"Mi tradisci, vero? Con chi te la fai, eh?" insiste, la sua voce è una lama affilata di veleno, ignorandomi mentre continua a stringere.

"N-no, m-ma c-che dici...n-non pot-potrei m-mai...lasciami, t-ti prego..." piagnucolo con le lacrime che mi bruciano gli occhi. Le mie dita cercano di scostare le sue, ma è come cercare di piegare l'acciaio.

Mi gira la testa... il respiro si fa sempre più corto... mi sta uccidendo.

"Sei una puttana. Ma devi capire che sei solo e fottutamente mia. INTESI?" mi urla in faccia, il suo alito caldo contro il mio viso. Scoppio a piangere, singhiozzando disperatamente. So che non dovrei sprecare fiato per questi singhiozzi, ma è più forte di me. Dovrei urlare, dovrei...

Urlare...

Con un ultimo briciolo di forza, urlo: "GABRIEL, LASCIAMI, NON RESPIRO!" scalcio, cercando di liberarmi, ma è inutile.

"Mi fai solamente schifo, lo sai?" sibila, ignorando il mio grido di aiuto. La sua voce è gelida e sprezzante. Sento il panico crescere dentro di me. Qualcuno mi aiuti. Ti prego, fa che qualcuno mi abbia sentito.

All'improvviso, come un raggio di luce in una notte oscura, la porta di casa mia viene sbattuta con tale forza che sembra quasi esplodere. Un suono assordante riecheggia in tutta la stanza. Gabriel si gira di scatto, e Haru irrompe nella cucina come un angelo vendicatore. In quel momento, non è solo il mio migliore amico, ma la mia salvezza.

"Cosa cazzo stai facendo, razza di imbecille? È blu, non la vedi? Lasciala che l'ammazzi!" urla Haru con voce colma di rabbia e preoccupazione. Con un movimento rapido e deciso, mi strappa dalle mani di Gabriel, allontanandolo da me. Il contatto con Gabriel si spezza, e crollo a terra con le gambe incapaci di sostenere il mio peso.

Mi gira la testa... il mondo è un turbinio di suoni e colori... l'aria che finalmente entra nei miei polmoni è come un fuoco che mi brucia dentro. Respiro velocemente, disperatamente, cercando di riprendermi, ma poi...

Tutto diventa nero.

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Scusate tantiiiiiiiiiissimo il ritardo ma sono tornataaaaaa HaruKun_04 ❤️e

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