1. Achillea

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1.


Achillea



09:30


Il giorno del funerale di Achille Miranda, Virginia pensò seriamente alla morte per la prima volta nella sua vita.

Di certo ne aveva sempre avuto una qualche cognizione, ma lì, osservando la sua bara bianco latte con le rifiniture dorate, si soffermò più a lungo e più approfonditamente su come sarebbe stato per lei. S'immerse così tanto a picco nella fantasia della propria morte che avvertì un cerchio alla testa e le mancò l'aria per qualche istante. Ebbe l'improvvisa consapevolezza che sarebbe potuto succedere da un momento all'altro, senza alcun presagio o segnale d'avvertimento, e che sarebbe anche potuta morire molto giovane, in un milione di modi diversi. Magari sarebbe stata addirittura la prima della sua famiglia. I suoi parenti erano ancora tutti in vita.

A sentire il cuore che impennava, boccheggiò.

La colse del tutto di sorpresa. Anche se non era quello che aveva sperato, provava finalmente qualcosa di forte.

D'un tratto si rese conto che, per come la stava immaginando, la morte non somigliava affatto a quello che andavano raccontando i preti, le suore e i testi sacri. Semplicemente, non ci sarebbe stato più nulla. Come prima di venire al mondo – era così ovvio, perché sarebbe dovuto essere diverso? Essere risucchiati da una voluttuosa immensità di nulla. Era ciò che di più divino e spaventoso le fosse mai venuto in mente, più divino persino del divino, la non-entità che un giorno avrebbe inghiottito non solo gli esseri viventi ma anche tutti i loro dèi. Padre Costantino, quel giorno con la sua omelia, stava parlando a vuoto. Cioè compiva il suo unico ruolo: stava parlando ai vivi per consolarli.

«La nostra fede ci insegna che la vita è un dono prezioso e che ogni singola anima è amata e voluta dal Creatore. Achille era, ed è ancora, una creatura amata da Dio. In questo momento di smarrimento, dobbiamo ricordare che il Signore è comprensivo, e conosce il dolore che Achille ha portato nel cuore.»

A Virginia sembrava tanto che neanche Padre Costantino, il cranio spelacchiato e il mento sfuggente, credesse davvero a ciò che diceva. Era giovane e praticava con zelo, ma senza il minimo trasporto. Chissà se si pentiva mai delle sue scelte, quando a sera, di primo mattino o sotto la doccia gli veniva una di quelle erezioni bestiali che avrebbero tanto voluto trasformarsi in un peccato. Una volta aveva scovato un video con un prete che si faceva sedurre da una fedele nel confessionale e le era rimasta impressa l'espressione che l'attore aveva giudicato adatta per il personaggio in quel contesto, di godimento, sì, ma anche di totale supplica a qualcosa di invisibile e più grande di lui che stava ben oltre le telecamere, e che nondimeno aveva gli occhi puntati su di lui.

Insieme alla figura di Padre Costantino, Virginia vide polverizzarsi davanti a sé tutti quegli anni di messe, catechismo, sacramenti e scuole cattoliche in un battito di ciglia. Alla fine non aveva mai ascoltato attivamente quello che le insegnavano. Doveva essere il motivo per cui ipotizzavano che da piccola avesse qualche problema di apprendimento. Non lo faceva apposta: le parole dei maestri le aleggiavano intorno senza toccarla, e intanto lei sprofondava dentro se stessa, trainata da altri pensieri.

Strinse le mani sull'orlo della gonna, con la testa bassa, e cercò di tornare a respirare a un ritmo regolare. La divisa invernale le calzava più pesante e ruvida del solito sulla pelle. Si scoprì inquieta e agitata, ma anche grata ad Achille, che l'aveva iniziata a quella rivelazione.

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