5

150 9 3
                                    

La serata era ormai giunta al termine, ed Eden si sentiva sfinita. Aveva ballato per ore, lasciandosi completamente andare, e ora i suoi piedi gridavano vendetta per tutto il tempo passato sui tacchi alti. Nonostante il dolore e l'ebbrezza che le annebbiava la mente, si sentiva stranamente leggera, come se avesse lasciato dietro di sé tutte le preoccupazioni.

Emanuele, un po' meno sbronzo di lei, la osservava con un sorriso affettuoso. Vederla così felice gli faceva provare un senso di soddisfazione che non riusciva a spiegarsi del tutto. Quando la vide accennare una smorfia di dolore mentre cercava di mantenere l'equilibrio sui tacchi, decise di intervenire.

"Ehi, Eden, ti serve uno strappo verso casa? Io e i ragazzi stiamo andando, possiamo accompagnarti."

Lei lo guardò, gli occhi azzurri leggermente socchiusi dall'alcol e dalla stanchezza, e annuì con un sorriso grato. "Sì, credo che i miei piedi mi ringrazieranno se li risparmio per un po'" rispose, ridacchiando.

Emanuele e i suoi amici l'accompagnarono fuori dal locale, e una volta raggiunta la macchina, lui si assicurò che Eden fosse comoda e al sicuro sul sedile posteriore. Durante il tragitto verso casa, lei chiacchierava senza sosta, le parole uscendo in un flusso disordinato ma sincero, parlando di tutto e di niente. Emanuele la ascoltava, divertito e affascinato dal modo in cui l'alcol sembrava aver abbattuto le sue barriere.

Quando arrivarono sotto il suo portone, Emanuele la aiutò a scendere dall'auto. Eden si aggrappò al suo braccio per mantenere l'equilibrio, ridendo piano mentre cercava di non inciampare.

Davanti alla porta di casa, Emanuele la guardò mentre lei cercava di infilare la chiave nella serratura con qualche difficoltà. In quel momento, un pensiero gli attraversò la mente: se lei non fosse stata ubriaca, l'avrebbe sicuramente baciata. L'attrazione che provava per lei era innegabile, ma non voleva approfittarsi della situazione. Eden meritava rispetto, e lui voleva assicurarsi che qualsiasi cosa accadesse tra loro fosse autentica e voluta da entrambi.

Mentre era immerso in questi pensieri, Eden si voltò improvvisamente verso di lui, e prima che lui potesse dire qualcosa, lo abbracciò. Fu un gesto inaspettato, caldo e rassicurante, che fece fermare per un istante il battito del cuore di Emanuele.

"Manu," disse lei con la voce un po' impastata ma carica di sincerità, "da tanto tempo non avevo un amico come te. Non sai quanto mi fa bene averti trovato." Lo strinse un po' più forte, appoggiando la testa sulla sua spalla.

Quelle parole lo colpirono come una freccia. Non poteva negare che avrebbero dovuto fargli piacere, ma invece sentirsi friendzonato in quel momento, con lei tra le braccia, lo lasciò un po' spiazzato. Ma allo stesso tempo, sapeva che Eden stava parlando dal profondo del cuore, e questo significava molto per lui.

"Anche per me è lo stesso, Eden" rispose infine, cercando di nascondere la lieve delusione nella sua voce. "Sono felice di averti conosciuta."

Eden sorrise contro la sua spalla, prima di sciogliere l'abbraccio. "Buonanotte, Manu" disse, mentre si dirigeva verso l'ingresso del palazzo. "Ci sentiamo domani?"

"Certo, dormi bene" rispose lui, vedendola entrare nell'edificio e sparire dietro la porta.

Emanuele rimase lì per un attimo, fissando il portone chiuso. Sentiva un misto di emozioni: da un lato, era grato di essere stato riconosciuto come un vero amico, dall'altro, non poteva fare a meno di pensare a cosa sarebbe potuto accadere se le circostanze fossero state diverse. Ma per ora, accettò la situazione per quella che era, deciso a rispettare i tempi e i sentimenti di Eden.

Mentre si allontanava per raggiungere i suoi amici in auto, si rese conto che quella notte, anche se non era andata come aveva sperato, aveva comunque lasciato un segno profondo dentro di lui.



-----------------------


Era passato qualche giorno dall'indimenticabile serata in discoteca, ed Eden si sentiva finalmente leggera, come se un peso le fosse stato tolto dalle spalle. Il contratto con il cliente tedesco era stato concluso con successo, e l'opportunità di esportare i vini di famiglia in quella regione si era concretizzata. La soddisfazione per aver portato a termine un lavoro così importante la riempiva di orgoglio, e ora non vedeva l'ora di rilassarsi e festeggiare un po'.

Proprio mentre rifletteva su tutto questo, il suo telefono vibrò. Era un messaggio di Manuele.

"Ciao Eden! Che ne dici di unirti a noi per una cena stasera? Siamo io e gli amici dell'altra sera, stessi bei volti, ma con meno tequila e più cibo. Potrebbe essere un bel modo per festeggiare la tua vittoria con il contratto. Ti va?"

Eden sorrise leggendo quelle parole. Emanuele sapeva come farla sentire apprezzata. E poi, l'idea di rivedere quel gruppo di persone che le avevano fatto passare una serata così piacevole la allettava. Non ci pensò troppo e rispose subito:

"Mi hai convinta! A che ora e dove?"

Qualche ora dopo, Eden si ritrovò davanti allo specchio a Milano, scegliendo il suo outfit per la serata. Optò per qualcosa di semplice ma elegante: un maglioncino dolce vita che metteva in risalto le curve del suo seno generoso e un paio di jeans scuri, perfettamente aderenti, che evidenziavano il risultato delle sue intense sessioni in palestra. Non era un look appariscente, ma sapeva che l'avrebbe fatta sentire a suo agio e, soprattutto, non sarebbe passata inosservata.

Arrivò al ristorante con qualche minuto di ritardo, complice un taxi preso al volo e un po' di traffico imprevisto. Ancora trafelata, si scusò brevemente con Emanuele via messaggio e si precipitò verso il bagno per sistemarsi.

Quando finalmente uscì, si sentiva decisamente meglio. Aveva preso un attimo per riprendersi, aggiustare il trucco e rilassarsi. Mentre si dirigeva verso il tavolo dove Emanuele e i suoi amici erano già seduti, percepì una conversazione che le catturò l'attenzione.

"Giuro, mi ha rubato il taxi sotto al naso! Ma quando ho visto il suo culo, l'ho perdonata subito" stava dicendo un ragazzo, ridendo con gli altri. La voce era profonda, leggermente roca, e c'era un tono di divertimento che sembrava contagiare tutti.

Eden si fermò un attimo, cercando di collegare i pezzi. Poteva essere lei quella di cui parlava? Sì, doveva esserlo. Poco prima, aveva notato un ragazzo con l'aria di chi stava aspettando un taxi, ma nella fretta non ci aveva fatto troppo caso. Le sue guance si tinsero leggermente di rosso, un misto di imbarazzo e divertimento.

Avvicinandosi al tavolo, Eden finalmente vide chi aveva pronunciato quella frase. Seduto accanto a Emanuele c'era un ragazzo alto, con capelli scuri spettinati ad arte e un'aria affascinante ma un po' stanca, come se non dormisse da qualche giorno. I suoi occhi, di un marrone profondo, la guardarono con un misto di sorpresa e interesse quando si accorse di lei.

"Eccoti qui, Eden! Finalmente!" disse Emanuele con un largo sorriso, alzandosi per accoglierla.

"Scusate per il ritardo, colpa del traffico" rispose lei, lanciando un'occhiata rapida al ragazzo che aveva fatto quel commento. Non riuscì a trattenere un mezzo sorriso, sapendo bene che si stava parlando di lei.

"Lascia che ti presenti" disse Emanuele, girandosi verso il suo amico. "Questo è Gianmarco, ma lo conosciamo tutti come Blur."

Gianmarco la guardò per un attimo, forse cercando di capire se fosse davvero la ragazza del taxi. Quando capì, un sorriso divertito e complice apparve sul suo volto. "Piacere di conoscerti, Eden. Non capita tutti i giorni di vedersi rubare un taxi con così tanto stile."

Eden ridacchiò, senza perdersi d'animo. "Piacere mio, Gianmarco. Non sapevo che il taxi fosse già prenotato, ma se può consolarti, mi sono affrettata per un buon motivo."

"Non ne dubito" rispose lui, con un tono leggero ma intrigante.

Emanuele li osservava scambiarsi quelle battute con un misto di curiosità e preoccupazione. Sapeva che Gianmarco aveva un certo fascino naturale, ma non aveva ancora deciso se fosse una buona idea per Eden entrare nel suo mondo. Tuttavia, per ora, preferì lasciar correre. La serata era appena iniziata, e c'era ancora molto da vivere.



Note:

Ciao Giammo, benvenuto in questa storia

EDEN || Gianmarco ToccoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora