Sabato mattina, mentre cammino per i corridoi della scuola, mi rendo conto di essere in grossi guai. Stasera devo uscire con Jacob Garrett, e non ho ancora avuto il coraggio di dirlo ai miei genitori. Mio padre è preso dal lavoro e probabilmente non se ne accorgerebbe, ma mia madre... beh, lei è tutta un'altra storia. Non mi permette nemmeno di uscire per andare al centro commerciale senza che le dica ogni singolo dettaglio.
La consapevolezza che non ho pensato a nessuna scusa valida mi colpisce con tutta la sua forza, e mi ritrovo improvvisamente in preda all'ansia. Devo trovare una soluzione, e in fretta. Continuo a camminare lungo i corridoi, cercando disperatamente di pensare a una scusa plausibile, ma ogni idea che mi passa per la testa sembra ridicola. E se dico che vado a studiare da un'amica? No, non funzionerebbe. Mia madre vuole sempre verificare con chi sto uscendo, e non ho nessuna "amica" da usare come copertura.
Mi siedo al mio solito posto in aula, fingendo di seguire la lezione mentre la mia mente è in pieno caos. Devo inventarmi qualcosa, e in fretta. Ma più ci penso, più mi rendo conto che sto per cacciarmi in un pasticcio enorme.
Mentre il professore parla, continuo a mordicchiarmi l'unghia del pollice, pensando a una soluzione. Cosa potrei dire? Che devo restare a scuola per un progetto di gruppo? Ma mia madre chiede sempre i dettagli, e mentirle così sarebbe complicato.
La prima lezione della giornata finisce, e io esco dall'aula ancora più agitata di prima.
Devo trovare qualcosa... e presto.Mentre cammino nervosamente nel corridoio, la mia mente si agita cercando una soluzione. Poi lo vedo: Greg è in piedi vicino all'entrata dell'infermeria, intento a scorrere sul suo telefono. Mi avvicino a lui senza pensarci troppo. Forse, contro ogni previsione, lui potrebbe aiutarmi a uscire da questa situazione. Se c'è qualcuno di cui mi fido, è lui.
"Greg!" lo chiamo, e lui alza lo sguardo, sorpreso.
"Ehi, scricciolo. Tutto bene?" chiede, notando subito la mia espressione preoccupata.
Mi fermo davanti a lui, cercando di non sembrare troppo disperata. "Senti, ho un problema, e ho bisogno del tuo aiuto."
Greg solleva un sopracciglio, incrociando le braccia. "Che tipo di problema?"
Mi mordo il labbro, esitando un attimo. "Stasera devo uscire con Jacob."
"Ah, il famoso Jacob Garrett," commenta lui con un sorrisetto, ma poi si accorge che non sto ridendo. "Ok, e qual è il problema?"
"Sono i miei genitori," rispondo, abbassando lo sguardo. "Non ho detto a mia madre che uscirò con lui. E non posso semplicemente dirglielo... cioè, sai com'è lei. Non lo accetterebbe mai. Avrei bisogno di una scusa."
Greg sospira, capendo subito dove voglio arrivare. "Liz, mi stai chiedendo di mentire ai tuoi genitori?"
Annuisco piano. "Solo una piccola bugia. Ho pensato che potresti dire loro che c'è una specie di incontro serale al reparto di cardiologia, qualcosa legato ai pazienti... Sai, per parlare della mia condizione o qualcosa del genere."
Greg mi fissa, chiaramente combattuto. "Liz, sai che tengo molto al mio lavoro. E poi, far passare una bugia come questa... non è esattamente professionale."
"Sì, lo so," rispondo velocemente, sentendo la colpa crescere dentro di me. "Ma non so a chi altro chiedere. E tu sei l'unico che possa aiutarmi. Ti prometto che è solo per stasera."
Greg si passa una mano tra i capelli, visibilmente a disagio. "Ho 36 anni, Lizzy. Non dovrei nemmeno stare a pensare a cose del genere. Se mi scoprono, potrei mettermi in guai seri."
Lo guardo con occhi supplichevoli, sperando che il suo affetto per me prevalga sul suo buon senso. "Ti prego, Greg. Lo so che è chiedere tanto, ma non lo farei se non fosse importante. È solo una piccola bugia."
Greg rimane in silenzio per qualche secondo, chiaramente in conflitto. Poi, sospira profondamente. "Va bene," dice infine, alzando gli occhi al cielo. "Ti aiuterò. Ma solo questa volta, ok? E la prossima volta, cerca di essere più onesta con i tuoi."
Un'ondata di sollievo mi attraversa. "Grazie, Greg. Sei davvero il migliore."
"Non so se 'migliore' sia la parola giusta," borbotta lui, scuotendo la testa. "Ma va bene. Farò la telefonata ai tuoi e dirò che c'è questo incontro serale al reparto."
Lo abbraccio velocemente, anche se lui si tira indietro con un sorrisetto imbarazzato. "Grazie ancora, davvero."
Greg mi guarda con una finta espressione seria. "Guai a te se ti cacci in qualche altro pasticcio, ok?"
Sorrido. "Promesso."
Greg si allontana, scuotendo la testa, probabilmente già pentito della sua decisione, ma so che mi vuole bene e che farebbe di tutto per aiutarmi. Ora ho una scusa, e anche se è una piccola bugia, so che mi permetterà di uscire con Jacob senza dover affrontare l'interrogatorio di mia madre.
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Finché il cuore batte (2016+2025's version)
RomanceElizabeth Murphy ha sempre vissuto nell'ombra, protetta dalla sua fragile condizione cardiaca che l'ha costretta a una vita di limitazioni. La scuola è un luogo in cui passa inosservata, ma tutto cambia quando Jacob Garrett, il popolare e carismatic...