19-Ci sarò quando ti sveglierai

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Strinsi gli occhi a causa di un forte rumore che proveniva dalla mia stanza e disturbò il mio sonno. Non che facessi qualcosa che non fosse dormire negli ultimi giorni.

"Merda!".

Mi costrinsi ad aprire di poco gli occhi e quello che vidi fu Jacob rannicchiato a terra mentre cercava di raccogliere qualcosa. Capii subito che si trattasse del vassoio di acciaio che conteneva le pillole, ora sparse su tutto il pavimento della stanza.

"Serve una mano?". Chiesi, facendolo sussultare. Si alzò di fretta, pulendosi i jeans con le mani e mi guardò con un velo di imbarazzo sul viso.

"Mi dispiace, non volevo svegliarti". Si avvicinò al letto con un sorriso.
Alzai le spalle.

"No, hai fatto bene, dormo tipo ventitré ore al giorno". Ironizzai. Mi feci forza sui palmi delle mani per alzarmi a mezzo busto e Jacob venne subito in mio aiuto, sistemandomi un cuscino dietro la schiena. "Grazie, sei fantastico".

"Lo so, non capita a tutte di avere un infermiere sexy come me". Mi rivolse un occhiolino, facendomi ridere.
"Forse è meglio se raccolgo quelle pillole adesso". Aggiunse e fece per alzarsi, ma lo fermai prendendogli la mano.

"Lo farà qualcun altro, non preoccuparti di questo".

"Ho fatto un casino, è meglio se...".

"Jacob". Lo interruppi. "Devo parlarti".

Mi guardò negli occhi con insistenza, cercando di capire quanto importante fosse ciò di cui dovevo parlargli. Non volevo farlo preoccupare, ma, dirgli di stare tranquillo non mi sembrava opportuno visto che in realtà c'era da preoccuparsi.

"Puoi venire più vicino?". Chiesi poi, tirando di più la sua mano. Si sedette così difronte a me, con le gambe mezze incrociate sul letto.
"I-io...". Mi fermai per prendere un respiro profondo. "Questa non è la prima volta che sto male e subisco un'operazione". Dissi. "Jake, io sono malata. Ho una malformazione congenita al cuore che si chiama Tetralogia di Fallott ed è curabile, o almeno lo sarebbe se io non fossi zero-negativa, questo ha impedito l'inserimento di un bypass che avrebbe potuto risolvere la situazione molto tempo fa".

Mi fermai un attimo per osservare Jacob. Non mi stava più guardando negli occhi ma fissava un punto indefinito sulle lenzuola, finché non alzò lo sguardo.

"Da quanto tempo?". Chiese.

"Da quando sono nata". Risposi, cercando di incontrare il suo sguardo.

"E non puoi curarlo". Disse, annuendo. "Non c'è nessuna soluzione?". Chiese poi.

"Un trapianto di cuore zero-negativo che sto aspettando da sei anni". Risposi.

"E se non arrivasse tu...". Non continuò la frase ma mi guardò negli occhi. I suoi erano lucidi ma con un velo di incredulità.
Annuii, confermando la sua ipotesi.

"Jake, non voglio coinvolgerti in tutto questo".

"Tu mi hai già coinvolto in tutto questo, non mi hai detto niente". Scosse la testa, come se volesse svegliarsi da un incubo.

"Mi dispiace tanto...". Abbassai lo sguardo, incapace di sostenere il suo e lasciando libero sfogo alle lacrime che minacciavano di uscire dai miei occhi.

"Quanto tempo?". Chiese. "Quanto tempo avresti...se...insomma..".

"Se il cuore non arrivasse". Finii per lui.
"Un mese".

"U-un mese?". Alzò la voce. "No, non posso...io non ce la faccio con solo un mese...".

"Ehi". Presi il suo volto tra le mani, pulendo le lacrime. "Tu mi hai regalato i momenti più belli di tutta la mia vita e ti sarò eternamente grata per questo e per quello che sei, per avermi concesso il privilegio di stare accanto ad una persona così meravigliosa". Cominciai, costringendolo a guardarmi negli occhi.
"Sono stata un'egoista e continuo ad esserlo perché in questo momento sono felice, non riesco proprio a stare male quando mi sei accanto. Io ti amo così tanto e...". Mi fermai a causa di un singhiozzo, e subito dopo ebbi le sue labbra sulle mie.

Era un bacio che sapeva di sale e di paura, eppure era bello, eccome se lo era.
Tutto lo era con lui.

"Mi dispiace". Sussurrai quando ci staccammo. "Avrei dovuto dirtelo e vorrei non essere stata così egoista. Ho pensato a me stessa e a quanto tu mi facessi stare bene, la mia malattia avrebbe rovinato tutto". Spiegai.

"Pensi che non ti avrei voluta?". Si tirò leggermente indietro per potermi guardare in faccia. "Voglio che tu capisca che ti amo Liz, ti amo davvero e non ho nessuna intenzione di lasciarti andare. Solo che se me lo avessi detto sarei stato un po' più attento...".

"Non voglio. Non devi stare attento, io sono sempre io". Lo interruppi. "Tutti nella mia vita pensano alla mia malattia quando parlano di me, tu eri diverso perché mi volevi per ciò che ero, non per ciò che avevo". Fui interrotta dalle sue mani che presero ad accarezzarmi il viso.

"Credimi, non c'è nulla in questo momento che io voglia più di te, Murphy". Mi sorrise. "E se si tratta di aspettare allora aspetterò insieme a te, e ci sarò quando ti risveglierai".

Sospirai, lasciandomi contagiare dal suo sorriso. "Lo sai che potrei anche...".

"Si. In quel caso resterò con te, finché il tuo cuore sarà in grado di battere".
Scandì bene le parole per farmele entrare nell'anima, e ci riuscì, eccome.

"Pensiamo a un esito positivo, vuoi davvero passare la tua intera vita al fianco di una che forse non sarà nemmeno in grado di allacciarsi le scarpe?". Scrutai la sua espressione.

"Facciamo che non riesci a lavarti da sola, così posso vederti nuda ogni giorno". Mi strizzò l'occhio.

"Non c'è nulla di allettante". Abbassai lo sguardo.

"Forse, ma non c'è nulla che non mi piaccia". Sorrise ancora. "Non vietarmelo, Murphy, lasciati sorprendere". Disse.
"Lascia che io ti stia accanto, e se dovesse arrivare un nuovo cuore ti giuro che farò in modo che anche quello si innamori di me, perché io lo amerò sicuramente".

SPAZIO AUTRICE
Boooooom.
Dichiarazioni time, dove sono gli anelli? Sposiamoli subito, no?
Tutti invitati al matrimonio, grazie.
Li sposiamo qui in Calabria così ci facciamo a porco. Fine.
Du iu laic dis ciapter?
Du iu laic?
E ditemelo pero!
Continuo a 50 like e 50 commenti!

Finché il cuore batte (2016+2025's version)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora