Dopo quell'incontro in corridoio con Jacob e Olly, il resto della giornata a scuola passa in un misto di distrazione e agitazione. Le lezioni sembrano trascinarsi all'infinito, e la mia mente torna sempre a quel momento, alle parole di Jacob. "Ho un debole per una certa biondina" Mi ronzano nella testa, e per la prima volta, comincio a chiedermi se abbia ragione.
Quando torno a casa nel pomeriggio, trovo tutto come al solito. Mia madre sta lavorando al computer, come sempre concentrata su qualche progetto che non le permette mai di staccarsi, e mio padre non è ancora tornato dal lavoro. Mi chiudo nella mia stanza, come faccio sempre. È il mio rifugio, il posto in cui posso essere me stessa senza nessuno che mi guardi o giudichi.
Mi lascio cadere sul letto, fissando il soffitto. Il silenzio della casa mi avvolge, ma oggi sembra diverso. Mi sento... strana. Forse è l'incontro con Jacob, o forse è la consapevolezza che qualcosa nella mia vita sta cambiando.
Mi giro sul fianco e prendo il telefono dal comodino. C'è un messaggio.Jacob: Come te la cavi dopo la nostra espulsione temporanea dalla classe?
Sorrido leggermente, mordicchiandomi il labbro prima di rispondere.
Io: Sopravvivo. E tu?
Il messaggio arriva quasi subito.
Jacob: Sopravvivo anche io. Ma sai, poteva andare peggio. Mi hanno cacciato dalla classe con la ragazza più interessante della scuola.
Rimango ferma per un attimo, rileggendo quel messaggio. Non so se lui lo intenda sul serio o se stia solo scherzando, ma una piccola parte di me vuole credere che sia sincero. Prendo fiato e rispondo.
Io: Sei troppo gentile, Garrett.
Jacob: Non sono gentile, Murphy. Solo onesto.
Mi sorprendo a ridere piano, mentre sento il battito del mio cuore aumentare leggermente. È una sensazione strana, come se qualcosa dentro di me stesse cambiando.
Il pomeriggio scorre tra messaggi e pensieri che non riesco a fermare. Non sono abituata a tutto questo, all'idea di qualcuno che si interessa a me in questo modo. È sempre stato tutto così controllato nella mia vita: le medicine, le visite mediche, i piani per il futuro che sembrano così incerti. E ora, c'è questo ragazzo che, in qualche modo, riesce a farmi sentire... viva.
A un certo punto, mia madre bussa alla porta, interrompendo il mio flusso di pensieri.
"Lizzie, è ora di cena," dice con la sua solita voce calma ma distante.
Mi alzo e spengo il telefono, cercando di scacciare quella sensazione di eccitazione che ancora mi ronza in testa. Scendo le scale e mi siedo a tavola, come faccio ogni sera, ma oggi tutto sembra un po' diverso.
Mangiamo in silenzio per qualche minuto, finché mia madre non mi lancia uno sguardo attento. "Tutto bene? Mi sembri un po'... distratta oggi."
Annuisco velocemente, cercando di nascondere il mio nervosismo. "Sì, tutto bene."
Lei annuisce, anche se mi guarda con un'espressione che sembra voler scavare più a fondo. "Bene, sai che puoi parlarmi se c'è qualcosa che non va."
"Lo so," rispondo, anche se so che non è così semplice. Mia madre è sempre stata protettiva, e con la mia condizione, a volte è come se cercasse di tenermi sotto una campana di vetro.
Dopo cena, mentre aiutavo a sistemare i piatti, decido di affrontare la questione della serata in ospedale con mia madre. Il cuore mi batte un po' più veloce del solito, ma cerco di mantenere la calma.
"Mamma," inizio, cercando di sembrare naturale, "volevo solo ricordarti che stasera ho quell'incontro al reparto di cardiologia."
Lei si volta verso di me con un sorriso, il che mi sorprende un po'. "Sì, Greg me ne ha già parlato. Mi ha detto che sarà una serata importante per te. Puoi andare tranquilla."
Respiro un sospiro di sollievo, cercando di non far trapelare troppo il mio sollievo. "Ah, bene. Sì, è una cosa legata ai pazienti e alla gestione della mia condizione... insomma, un po' di supporto e consigli."
Mia madre annuisce, apparentemente soddisfatta della spiegazione. "Sono contenta che tu stia partecipando a cose del genere. È importante che tu sia coinvolta."
C'è un momento di silenzio, poi lei aggiunge, con un tono più leggero, "Io e tuo padre ne approfitteremo per concederci un gelato fuori stasera, come non facciamo da tanto. Sarà bello passare un po' di tempo insieme."
La sua affermazione mi sorprende ancora di più. Non ricordo l'ultima volta che i miei genitori si sono presi del tempo per loro stessi, fuori casa. Di solito sono così concentrati su di me e sulla mia salute che il loro rapporto sembra sempre in secondo piano.
"Sì, sarebbe una buona idea," rispondo, cercando di nascondere il mio stupore. "Vi farà bene."
Mia madre mi sorride affettuosamente, ma c'è sempre quell'ombra di preoccupazione nei suoi occhi, come se fosse difficile per lei lasciarmi andare, anche solo per una sera. Tuttavia, questa volta sembra fidarsi.
"Beh, allora divertiti all'incontro," dice. "E se hai bisogno di qualcosa, chiamami."
"Tranquilla, sarà tutto sotto controllo," rispondo, cercando di mantenere il tono sereno.
Dopo qualche altro scambio di parole, la serata sembra andare per il meglio. Dentro di me, però, non posso fare a meno di sentirmi un po' colpevole per la bugia. Ma allo stesso tempo, so che questa è una delle poche occasioni che ho per vivere qualcosa di diverso, qualcosa che mi faccia sentire normale, anche solo per una sera.Dopo che i miei genitori escono di casa per la loro cena, la casa cade in un silenzio irreale. Mi preparo con cura, anche se cerco di non farmi prendere troppo dall'ansia. Niente di esagerato, mi ripeto, solo qualcosa di semplice. Indosso un paio di jeans e una maglietta carina, ma decido di lasciare i capelli sciolti. Mi guardo allo specchio, cercando di calmare il battito accelerato del cuore.
Mi ripeto che è solo una serata normale, ma tutto dentro di me urla che non lo è affatto. Stasera non è una serata come le altre, e uscire con Jacob Garrett non è come uscire con un amico. Mi aggiusto il rossetto leggero e infilo la giacca.
Arrivano le otto. Prendo il telefono, lo metto in tasca e mi fermo un secondo davanti alla porta. Faccio un respiro profondo. È tutto pronto. Non c'è nessuno a casa, i miei genitori sono fuori a cena e Greg ha già coperto la mia bugia.
Esco e mi incammino verso il parco, il punto d'incontro che io e Jacob avevamo concordato. Non è lontano, e la leggera brezza della sera mi aiuta a calmarmi un po'. Mentre cammino, sento l'eccitazione crescere. È strano, ma per la prima volta mi sento come una ragazza normale, che esce per un appuntamento normale.
Quando arrivo al parco, Jacob è già lì. Puntuale, come mi aveva promesso. Lo vedo appoggiato a un lampione, con le mani in tasca e un sorriso appena accennato sulle labbra. Sembra così sicuro di sé, come se tutto questo fosse la cosa più naturale del mondo.
"Hey, Murphy," dice, dandomi quel solito sorriso che sembra sempre mettermi a mio agio. "Sei perfettamente in orario."
"Anche tu," rispondo, cercando di nascondere il mio nervosismo dietro un sorriso.
Jacob si stacca dal lampione e si avvicina di qualche passo. "Pronta per la serata?" chiede, con quel tono leggero che sembra sempre voler sdrammatizzare tutto.
Annuisco, cercando di non pensare troppo a quanto mi sento fuori posto. "Sì, sono pronta."
Lui mi guarda per un attimo, come se volesse assicurarsi che io stia davvero bene. Poi sorride di nuovo, questa volta con più dolcezza. "Perfetto. Andiamo, allora."
In quel momento, nonostante l'ansia che mi scorre nelle vene, sento che tutto potrebbe andare bene. Forse, per una volta, posso godermi la serata senza pensare a tutto il resto.
"Sei da mozzare il fiato," dice Jacob, guardandomi con un sorriso che fa battere il cuore ancora più forte.
Lo fisso, incredula, e poi guardo i miei vestiti. "Ma sono vestita come tutti i giorni!" esclamo, cercando di sdrammatizzare, anche se dentro di me quelle parole mi fanno sentire speciale.
Lui scuote la testa, mantenendo il sorriso. "Appunto. Lo sei sempre."
Sento le guance arrossire mentre cerco di nascondere l'imbarazzo. Nessuno mi ha mai guardata in quel modo o detto una cosa simile, e non so come rispondere. Forse non devo dire nulla, forse devo solo godermi il momento per quello che è.
"Grazie," mormoro piano, sorridendo un po' timidamente.
Jacob ride leggermente, poi si avvicina di un passo. "Andiamo? Abbiamo una serata da conquistare."
Annuisco e mi metto accanto a lui, iniziando a camminare, sentendo quella strana ma piacevole sensazione di essere vista davvero per la prima volta.
Appena iniziamo a camminare, noto il Range Rover di Jacob parcheggiato all'angolo del parco. Quando mi avvicino, lui apre la portiera del passeggero con un gesto elegante e sorridente. Mi fermo un attimo, sentendo una leggera ansia crescere, ma decido di lasciarmi andare e salgo a bordo.
Jacob si siede al volante e accende il motore, lanciandomi uno sguardo di sfida misto a divertimento. "Ho una sorpresa per te," dice con quel suo solito tono sicuro, mentre inizia a guidare verso il centro città.
"Una sorpresa?" chiedo, curiosa, ma anche un po' preoccupata. "Non mi piacciono le sorprese."
Lui ride, scuotendo la testa. "Non ti preoccupare, ti piacerà. Te lo prometto."
Guidiamo per un po' mentre mi lascio cullare dalla vista delle luci di New York che scorrono fuori dal finestrino. Non mi capita spesso di uscire la sera, men che meno di andare in posti nuovi, ma c'è qualcosa nel modo in cui Jacob rende tutto naturale che mi fa sentire a mio agio.
Arriviamo in centro, e Jacob parcheggia davanti a un piccolo locale illuminato da luci al neon, con una grande vetrata che lascia intravedere un ambiente accogliente e colorato.
"Questo è il posto," dice, sorridendo mentre spegne il motore.
Scendo dall'auto e osservo il locale con curiosità. Non l'ho mai visto prima, ma sembra interessante. "Che posto è?" chiedo, seguendolo verso l'entrata.
"Fa frullati speciali," risponde con un sorrisetto, tenendomi la porta aperta. "Non uno di quei posti comuni, qui fanno cose uniche."
Entriamo e il profumo dolce della frutta mi colpisce subito. Il menù è pieno di combinazioni particolari, e mentre lo scorro, mi sento un po' sopraffatta dalle opzioni.
"Scegli tu," mi dice Jacob, osservandomi con pazienza.
Dopo qualche secondo di riflessione, decido per un frullato alla ciliegia. "Prendo quello alla ciliegia," dico, lanciando un'occhiata a Jacob per vedere cosa sceglierà.
Senza esitare, lui annuisce. "Ti copio. Prendo lo stesso," dice con un sorrisetto divertito.
Ridiamo entrambi mentre facciamo l'ordinazione e ci sediamo a un tavolino accogliente vicino alla vetrata. Il locale è pieno di colori e musica leggera in sottofondo, e per la prima volta mi sento veramente tranquilla.
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Finché il cuore batte (2016+2025's version)
RomanceElizabeth Murphy ha sempre vissuto nell'ombra, protetta dalla sua fragile condizione cardiaca che l'ha costretta a una vita di limitazioni. La scuola è un luogo in cui passa inosservata, ma tutto cambia quando Jacob Garrett, il popolare e carismatic...