Mi siedo lì, sorseggiando il mio frullato alla ciliegia, mentre Jacob mi osserva con uno sguardo che sembra scavare più a fondo di quanto io sia abituata. La sua espressione è tranquilla, ma c'è qualcosa nei suoi occhi che mi fa sentire come se stesse per dirmi qualcosa di importante.
"È da un po' che ti osservo," inizia, rompendo il silenzio con un tono che ha perso la solita leggerezza. Mi fermo, guardandolo con sorpresa. Lui continua, senza distogliere lo sguardo da me.
"Quando ero piccolo, ti vedevo venire al parco con tuo padre," dice, come se stesse ricordando qualcosa di lontano ma significativo. "Vedevo che non giocavi come gli altri bambini. A malapena stavi sull'altalena, e nessuno osava parlarti o chiederti di giocare insieme. Eppure, sembravi così felice, molto più felice di quanto non fossero i bambini i cui genitori pagavano giri random su giostre di tutti i tipi."
Rimango in silenzio, sorpresa da quello che sta dicendo. Non mi aspettavo che Jacob Garrett, il ragazzo che sembrava sempre avere tutto sotto controllo, avesse prestato così tanta attenzione a me... e così tanto tempo fa.
"Ho sempre avuto voglia di parlarti, di avvicinarmi a te," continua, e il suo sguardo si fa più intenso. "Ma sono sempre stato un tipo particolarmente influenzabile. Abitiamo nello stesso quartiere da sempre, e ogni tanto passavo da casa tua nella speranza di trovarti fuori per invitarti a fare un giro in bici. Ma non ne avevo mai il coraggio. Mi sembravi così irraggiungibile."
Sorrido debolmente, abbassando lo sguardo per un istante. "Irraggiungibile?" ripeto incredula. "Io?"
"Già," annuisce lui, ridendo piano. "Poi, al liceo, ci siamo ritrovati in classe insieme, ma ormai facevamo parte di due mondi completamente opposti. Mentre io facevo le mie esperienze con le ragazze, tu restavi la stessa, misteriosa ragazza invisibile."
Mi sento come se il mondo si fosse fermato. Jacob Garrett, il ragazzo che credevo non mi avesse mai notato fino a qualche giorno fa, mi osservava da anni. Mi sembrava assurdo. Eppure, c'era qualcosa di sincero nelle sue parole che non potevo ignorare.
"Credo che se non mi fossi finita addosso quel giorno," continua, facendomi sorridere ricordando il nostro primo vero incontro, "probabilmente non avrei mai trovato il coraggio di parlarti. Ed ora che siamo qui, mi rendo conto di quanto sia stato stupido a non averlo fatto prima."
Sento il cuore battere forte nel petto, mentre le sue parole affondano lentamente nella mia mente. Non so cosa dire. Non mi ero mai immaginata che Jacob avesse pensato a me in quel modo.
"Sto bene con te," dice, e la sua voce si fa più dolce, quasi un sussurro. "E, anche se cerchi di allontanarmi come fai con tutti, so che anche tu stai bene con me."
Conclude le sue parole con quel fantastico sorriso che solo Jacob Garrett poteva fare, un sorriso che sembra sciogliere ogni difesa che ho sempre eretto intorno a me.
Rimango lì, incapace di rispondere subito. Non sono abituata a questo genere di attenzioni, e sicuramente non da qualcuno come lui. Eppure, sento che ha ragione. Con lui sto bene, forse più di quanto voglia ammettere a me stessa.
Sono completamente senza parole. Sento il cuore battere forte nel petto mentre cerco di assorbire tutto quello che Jacob ha appena detto. Non riesco a trovare le parole giuste per rispondere. Come è possibile che, per tutto questo tempo, lui mi abbia osservata, pensata... e io non ne abbia avuto la minima idea?
Jacob mi guarda con un sorriso divertito, forse notando la mia confusione. Poi, con quella sua solita aria leggera, cerca di rompere la tensione. "Sai, mi sono fatto tante teorie su di te nel corso degli anni."
Lo guardo, ancora incredula, cercando di immaginare cosa possa aver pensato. "Teorie su di me?" riesco a chiedere, con un piccolo sorriso che mi sale involontario.
Lui annuisce, ridendo sottovoce. "Sì. Ad esempio, una delle mie preferite era che tu fossi nel programma protezione testimoni."
A quel punto, non posso fare a meno di ridere. "Nel programma protezione testimoni? Ma davvero?"
Jacob si stringe nelle spalle, come se la cosa avesse perfettamente senso. "Beh, pensaci. Sei sempre stata così riservata, mai troppi dettagli sulla tua vita, e c'era sempre quel Greg che ti seguiva ovunque... Per un certo periodo, ero convinto che i tuoi genitori fossero criminali di qualche tipo, e che tu stavi sotto copertura."
Scoppio a ridere, scuotendo la testa. "Non ci posso credere! Quindi mi avevi trasformata in una specie di pentita?"
"Più o meno," dice lui, ridendo insieme a me. "Voglio dire, era una teoria interessante, no? Molto più interessante della realtà... o almeno così pensavo all'epoca."
Lo guardo, divertita ma anche profondamente toccata da quanto abbia pensato a me, persino in modo così fantasioso. "E quando hai capito che non ero sotto copertura?"
"Direi che il giorno in cui ci siamo scontrati ho cominciato a rivedere quella teoria," ammette con un sorriso, prendendo un sorso del suo frullato. "Ma c'è sempre stata questa aura di mistero attorno a te. E più cercavo di capirti, più mi rendevo conto che la verità era molto più interessante delle teorie che mi ero fatto."
Le sue parole mi lasciano senza fiato, di nuovo. E non perché lui abbia creduto che io fossi in qualche assurda missione segreta, ma perché si è preso davvero il tempo di osservarmi, di chiedersi chi fossi, anche quando sembrava impossibile che il nostro mondo potesse incrociarsi.
"Sei un caso davvero complicato, lo sai?" mormoro, cercando di non far trasparire troppo il nervosismo nella mia voce.
"Sì, ma questo rende tutto più interessante," risponde lui, il suo sorriso più dolce e sincero che mai.
Non riesco a parlare per un attimo, lasciandomi cullare dal suono delle sue parole e dal modo in cui mi guarda. Per la prima volta, sento che non devo nascondere nulla di me.
Jacob si appoggia allo schienale della sedia, ancora con quel sorriso che non riesco a decifrare del tutto. "Sai," inizia con un tono leggermente più serio, "parlare con te è molto più interessante che con la maggior parte delle persone. Non ci sono maschere, né giochetti."
"Strano, visto che ti piacciono le ragazze che giocano," ribatto con una frecciatina, non riuscendo a resistere. Penso a tutte quelle cheerleader perfette che sono sempre state intorno a lui.
Jacob ride, scuotendo la testa. "Oh, parli delle mie fan club, eh?" mi lancia un'occhiata ironica, ma c'è una punta di amarezza nella sua voce. "Sì, immagino che sembri così, dall'esterno."
"Beh, non è che tu abbia avuto pochi successi," dico sarcastica. "Sappiamo tutti quanto sei popolare."
"Sì, ma è proprio questo il punto," dice, il suo tono cambiando leggermente. "Sai, a volte è una strana sensazione... Sapere che piaccio solo per quello che rappresento. Perché sono il quarterback, perché sono il ragazzo che tutti vogliono. Ma non ho mai saputo se qualcuno fosse davvero interessato a me, per quello che sono davvero. Nessuno mi ha mai visto come Jacob, solo come... il tipo figo della squadra."
Le sue parole mi colpiscono, e posso sentire il peso della sincerità nella sua voce. Non è mai qualcosa a cui ho pensato, ma ora capisco meglio la pressione che può aver sentito. Essere sempre circondato da persone che vedono solo la superficie, che si interessano solo al ruolo che rappresenta.
"E... ti dà fastidio?" chiedo, cercando di capire come si sente davvero.
Lui annuisce piano. "Certo che sì. È come vivere in una bolla. Le ragazze con cui sono stato... non hanno mai voluto conoscere il vero me. Non sanno chi sono, o che cosa mi piace davvero. Non gli importa. Vogliono solo stare con 'Jacob Garrett', il ragazzo popolare, il quarterback. È difficile spiegare quanto sia vuoto tutto questo."
Non so bene cosa dire. In fondo, anche io ho sempre visto Jacob da lontano, come una figura irraggiungibile. Solo adesso sto iniziando a capire che c'è molto di più dietro la sua apparenza perfetta.
Poi, senza nemmeno rendermene conto, le parole scivolano fuori dalla mia bocca. "A me piaci."
Le dico senza pensarci troppo, e appena le pronuncio mi rendo conto di quello che ho appena confessato. Il mio cuore sembra fermarsi per un attimo, mentre Jacob mi guarda, sorpreso. Il suo sorriso si addolcisce ancora di più, e per un momento mi sento totalmente esposta.
"Ti piaccio, eh?" chiede, abbassando leggermente il tono, come se volesse assaporare ogni singola parola.
Sento il rossore salire alle mie guance, ma non posso tirarmi indietro adesso. "Sì, intendo... a me piaci per come sei. Non per il tuo ruolo o per come gli altri ti vedono. Mi piaci tu."
Jacob rimane in silenzio per un attimo, osservandomi come se stesse cercando di capire se sto dicendo la verità. Poi, il suo sorriso si allarga, ma questa volta è diverso. Non è il solito sorriso sicuro di sé, ma qualcosa di più autentico.
"Grazie, Murphy," dice dolcemente. "Non sai quanto significhi per me sentirtelo dire."
Abbasso lo sguardo, cercando di non far vedere quanto mi sento vulnerabile in quel momento. Ma, per la prima volta, mi rendo conto che forse non sono l'unica che si è sentita invisibile tutto questo tempo.
Proprio mentre mi sto lasciando andare in questa strana, dolce conversazione con Jacob, il mio telefono vibra sul tavolo. Mi viene un colpo al cuore quando vedo il nome di mia madre apparire sullo schermo.
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Finché il cuore batte (2016+2025's version)
Storie d'amoreElizabeth Murphy ha sempre vissuto nell'ombra, protetta dalla sua fragile condizione cardiaca che l'ha costretta a una vita di limitazioni. La scuola è un luogo in cui passa inosservata, ma tutto cambia quando Jacob Garrett, il popolare e carismatic...