•caffè macchiato•

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Stelline spero di riuscirvi a sorprendere con questo capitolo, se vi và lasciate una stellina e un commento, vi amoo💕⭐⭐

Stamattina avevo i ricordi confusi di ieri sera, ricordo soltanto che Andrew mi ha messo nel letto, e poi buio.

L'unica cosa non confusa è il mio imbarazzo, ma come caspita gli sono finita tra le braccia?

Fatto sta, che mi sto preparando per andare a lavoro. Oggi inizio a lavorare in un bar, lo faccio per aiutare a la mamma con le spese, ultimamente siamo a corto di soldi, purtroppo il negozio non sta vendendo molto.

Infilo le scarpe ed esco di casa.

                                               ***

Arrivo al bar cinque minuti prima, mi sembra furbo arriavare prima, magari sembrerò più professionale. 

Entro dentro il bar e mi avvicino alla cassiera, <<Scusami, sono qui per iniziare il primo giorno di lavoro, dove posso incontare il capo?>> Domando alla mora davanti a me. <<Ah si, piacere, comuque mi ha affidato di darti tutte le indicazione su quello che devi sapere.>>

                                                ***

Dopo aver ascoltato le indicazioni, inizio a lavorare. In questo momento sto portando una tazza di caffè machiato. E‛  scontato se dico che sono già stanca? Sto lavorando dalle dieci di mattina, e ora sono già le sei. La cosa che mi destabilisce, è che devo fare matematica quando torno a casa.

Arrivo al tavolo numero 16 <<Ecco a lei un caffè macchiato.>> Dico appoggiando la tazzina sul tavolino, <<Grazie.>> Dice il ragazzo moro, girandosi verso di me, non ho mai visto un sorriso così bello. Delle labbra carnose e all'apparenza soffici, con una dentatura bianchissima.

Indossa una camicia nera, sbottonata fino al terzo bottone, invece, indossa dei jeans di un color blu slavato. Cavolo se è bello.

Gli occhi del ragazzo, color ambra, mi sorridono e solo ora mi accorgo che lo stavo fissando da troppo tempo. Immediatamente divento rossa.

Che vergogna, mi ha beccata mentre lo fissavo come una maniaca.

<<Con permesso.>> E mi giro, camminando verso il bancone per nascondermi. Dopo una mezz'ora finisco il mio turno, prendo le mie cose ed esco dal bar, peccato che non mi ero accorta che si era già fatto buio, bene, è meglio se mi sbrigo.

Cammino verso la strada per tornare a casa, è deserta e questo la rende maggiormente  inquietante.

<<Non sapevo che i dipendenti, potessero flrtare con i clienti.>> Una voce profonda, arriva da dietro le mie spalle. Quella voce è di Andrew.

Decido di ignoralo e continuare a camminare, dopo ieri non riesco a guardarlo in faccia.

Andrew da dietro mi tira, facendo sbattere la mia schiena con il suo petto di marmo. Le sue labbra mi sfiorano l'obo.

<<Ciliegina, è maleducazione non salutare.>> Sussurra Andrew, con voce strafottente. 

Ma santa maria, mi doveva far ricordare come mi ha vista ieri?

<<Bene, preferisco essere maleducata.>> Lo sfido. Andrew abbassa la testa nell'incavo del mio collo, il suo fiato caldo mi crea del leggero solletico. 

<<Ciliegina, le cattive ragazze vanno punite.>>  Cosa?

Mi stacco e mi giro verso di lui, <<Cosa vuoi? Poi che ci fai qui' Non è un posto che frequenteresti.>> Alzo il sopracciglio, davvero incuriosita della sua presenza.

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