Pesto

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Manuel si addormenta nel letto di Simone

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Manuel si addormenta nel letto di Simone.

Non per sua intenzione, ovviamente: è crollato senza accorgersene e l'altro ragazzo ha fatto lo stesso poco dopo di lui, nel cuore della notte.

Quando apre gli occhi, il sole è alto nel cielo, a segnare mezzogiorno o qualche minuto in più. La camera in cui si trova è illuminata dall'esterno e deve strizzare le palpebre per abituare la vista.

Stringe il lenzuolo intorno a sé, a coprire il proprio corpo ancora nudo dal busto in giù.

Nudo è anche colui che riesce a scorgere in piedi davanti alla porta-finestra socchiusa, così da far uscire il fumo della sigaretta che si consuma tra le sue dita.

Tira leggermente il busto, reggendosi sui gomiti. «Ma te danno tanto fastidio dei vestiti addosso?» constata. Non che gli dispiaccia la visione, per inciso, al contrario, pensa sia una bella visione.

Simone mantiene per mezzo secondo lo sguardo sul giardino fuori. Farà caldo pure quel giorno. Aspira un tiro dalla sigaretta e soffia verso l'esterno il fumo. In seguito, si gira nella direzione di chi ha appena parlato. «T'imbarazza?» lo prende in giro. «Tanto hai già visto tutto, no?»

«Te prendi n'accidente.»

«Guarda che quello vecchio sei tu. Devi fare attenzione agli spifferi.»

Manuel alza gli occhi al cielo e si mette a sedere sul materasso. In realtà, potrebbe persino dargli ragione, dato che si è accorto che dopo i venticinque anni ad ammalarsi non ci vuole nulla e deve portarsi dietro il giacchetto quando gli capita di uscire la sera, oltre che una scorta di medicinali tra Moment, Tachipirina e via discorrendo, in una borsa che tiene in auto – non si sa mai.

Simone lo scruta e butta il mozzicone ancora acceso giù dal balcone.

«Sei scemo? Usa un portacenere!» viene subito rimproverato, ma ignora quella frase. Piuttosto avanza pigramente, sale sul letto e gattona nella direzione dell'altro. Si avvicina sempre di più. Il suo intento è uno solo ed è ben chiaro.

Manuel lo capisce nell'immediato: Simone vuole baciarlo.

Si affretta a bloccarlo, mette indice e medio sulle sue labbra prima che ciò si verifichi e lo scansa. «Che stai a fa'?»

«C'ho voglia.»

«De che?»

«De scopa', genio!»

Scoppia a ridere in modo un briciolo isterico, sia per la giustificazione usata, sia per la cadenza romana forzata – abita lì da una vita e pare milanese, a tratti.

«Dovemo mette' 'n chiaro 'na cosa» sentenzia «quello che è successo stanotte, è successo solo stanotte. Non accadrà di nuovo.»

Simone resta serio in un primo attimo, tanto che Manuel teme quasi di averlo ferito o chissà che e la sua coscienza comincia già a bacchettarlo: "ecco, ti sei approfittato di un ragazzino! L'hai fatta la cazzata. sei vomitevole!".

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