Sexting

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Manuel ha un collega e compagno di ufficio che si chiama Egidio, un uomo che ha superato la mezza età con i capelli bianchi, che ha dedicato trentanove anni della sua vita ad un'azienda che gli darà il benservito non appena ne avrà l'occasione

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Manuel ha un collega e compagno di ufficio che si chiama Egidio, un uomo che ha superato la mezza età con i capelli bianchi, che ha dedicato trentanove anni della sua vita ad un'azienda che gli darà il benservito non appena ne avrà l'occasione.

Egidio parla tutto il giorno della pensione, sostenendo che a lui manca poco, che ha fatto i calcoli dell'INPS tramite il Caf, ma che, se i capi glielo chiederanno, è disposto a continuare a lavorare, se c'è bisogno.

Manuel vorrebbe prenderlo a schiaffi e urlare ogni volta che apre bocca — pure non in quest'ordine: punto primo, lui e tutta la sua generazione non vedranno mai la pensione, quindi solo il nominarla è abbastanza utopistico; punto secondo, se Egidio ha la possibilità di essere uno degli ultimi del Paese ad averla la pensione, perché mai rinunciare per continuare a fare fatture e rispondere alle chiamate di fornitori e clienti che spesso sono soltanto problemi che portano alla corrosione del fegato?

Gli pare una follia.

"Vai in pensione e non rompere", vorrebbe gridare ogni mattina da quasi dieci giorni, ogni volta che varca la soglia dell'edificio vetrato che lo sequestra per otto (nove) ore al giorno. Invece si nasconde dietro falsi sorrisi e cortesia, per quiete pubblica e per mantenere quel posto di lavoro che già detesta.

Troppi numeri, cifre, e-mail stupide e videoconferenze inutili, riunioni che come risultato hanno un'altra riunione per giungere ad una decisione che non è stata presa nella prima.

L'inferno se lo immagina esattamente così: un branco di idioti che ciarlano e ficcano qualche parola in inglese nelle frasi per sembrare più professionali.



Sono le 13:40.

È stato capace di uscire da quella prigione, prendersi un panino al prosciutto e formaggio e poi tornare alla scrivania, tutto questo perché ha più volte rifiutato l'invito dei suoi colleghi ad andare al solito posto — non vuole averlo un solito posto, non vuole arrendersi a quella abitudine.

È un modo stupido per combattere la vita ordinaria, in effetti.

Preferisce stare solo, a perdere tempo con giochi sul telefono — ha scaricato CandyCrush ed è un segreto che nessuno deve sapere perché, per Dio, ci gioca sua madre.

Vabbè, comunque è divertente, usa come scusa esclusivamente per sé stesso.

Sugar-crush!

Il suo telefono trilla a causa dell'ultima combinazione di caramelle colorate sullo schermo che gli fa superare il livello quarantacinque ed è in quel momento che un «Beh, ti hanno dato un ufficio bello grande!» riecheggia nell'ambiente.

Manuel solleva lo sguardo e, sulla soglia della porta vetrata e opaca, vede Simone, il quale ha in spalla lo zaino di scuola, mezzo vuoto.

Non ha più appuntato i suoi orari, gli pare persino presto, però non ne fa questione alcuna. «Che ce fai qua?» domanda soltanto, bloccando l'iPhone tramite il tasto laterale.

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