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"Nella ciurma dei Pirati della Marea Alta, la vita di ciascun membro è considerata un bene prezioso e sacro, custodito con estrema attenzione e rispetto. La morte, quando colpisce uno dei membri della ciurma, deve avvenire unicamente per cause naturali o per circostanze che non possano essere evitate, come il richiamo inevitabile della natura. Non si accettano altre forme di morte, né volontarie né involontarie, se non quelle che derivano da eventi fuori dal controllo umano o pirata. Ogni perdita di un compagno che non avvenga in circostanze naturali rappresenta una violazione gravissima del Codice d’Onore, e le conseguenze per chi causa una tale perdita saranno severissime.
Qualora un membro della ciurma perda la vita per cause che non siano naturali, verrà immediatamente avviata un’indagine interna. La ciurma è tenuta a esaminare attentamente ogni dettaglio della morte, analizzando le circostanze, i testimoni e le prove per determinare le cause e le responsabilità. Ogni membro dell’equipaggio ha l’obbligo di collaborare in piena trasparenza con questa indagine. Il mancato rispetto di questo obbligo, o qualsiasi tentativo di nascondere informazioni rilevanti, sarà considerato un grave tradimento della fiducia reciproca che lega la ciurma, e il responsabile sarà sottoposto a punizioni adeguate.
Se si scopre che un membro della ciurma è stato ucciso volontariamente, la punizione per l’autore del crimine sarà immediata e terribile. Chiunque commetta un omicidio all’interno della ciurma verrà trattato come un traditore del patto che lega i membri del Kraken, e verrà sottoposto alle più severe punizioni, senza alcuna eccezione. Il pirata responsabile sarà prima sottoposto a interrogatorio da parte degli ufficiali della nave per determinare le sue motivazioni e le circostanze dell’atto. Una volta accertata la sua colpevolezza, il colpevole sarà condotto al "Settore delle Lame", dove affronterà il giudizio finale. Qui verranno inflitte torture fisiche, ma non di immediata letalità: il colpevole dovrà comprendere la gravità del suo tradimento. L'uso delle lame non ha come fine la morte rapida, ma un dolore prolungato, come segno della vendetta collettiva per aver violato uno dei legami più sacri della ciurma.
La vendetta per la morte di un compagno ucciso non si limita alla tortura fisica. Il colpevole verrà inoltre privato di ogni privilegio di membro della ciurma. Sarà isolato e disprezzato da tutti, costretto a vivere da emarginato sulla nave fino a quando la sentenza non sarà completa. Non avrà più diritto al cibo comune, né potrà partecipare alla vita sociale della ciurma. Gli verranno negati i momenti di riposo e sollievo, e ogni contatto con gli altri membri sarà proibito. Questo stato di isolamento sarà prolungato per tutto il tempo necessario affinché il traditore comprenda appieno l’orrore del suo atto. Se, al termine di questo processo, si riterrà che il colpevole non abbia mostrato alcun segno di pentimento o redenzione, la sua vita verrà spenta nel fuoco del tradimento. Il colpevole sarà incatenato alla prua della nave e condannato a bruciare vivo, come segno per tutti coloro che osano spezzare il patto di sangue che unisce la ciurma.