L'inverno sta arrivando - Jon Snow × Reader

22. Sogni...

Mi sveglio bruscamente, il cuore che martella, il corpo ancora intrappolato nella rete di un sogno fin troppo vivido.

Con un gemito soffocato, mi porto una mano alla fronte, tentando di scacciare le immagini che insistono nel restarmi impresse negli occhi.

Non mi ci vuole molto per ricordare ogni dettaglio: il suo sguardo, i suoi capelli scuri, il tocco delle sue mani…

Jon.

Ancora lui.

Ora capisco: sono condannata.

Robb è a poche tende di distanza e io sogno Jon, lontano chilometri alla Barriera, intrappolato in quella vita gelida e solitaria.

Ma nel sogno non c'è neve, non c'è freddo, non c'è alcun ostacolo tra di noi.

Solo lui, che mi osserva in quel modo, come se fossi la sua unica realtà.

Dio, se Catelyn sapesse.

E pensare che, quando mi trovo a sognare momenti così, mi sento come un’adolescente confusa tra emozioni che non riesce nemmeno a definire.

Sospiro, sedendomi e allungando le braccia, cercando di ritrovare una parvenza di calma.

La luce dell’alba filtra attraverso la tenda, illuminando il mio rifugio di coperte e confusione.

Per un momento, mentre sento dei passi avvicinarsi, mi illudo che potrebbe essere Jon, come se la mia mente avesse il potere di far apparire i desideri in carne e ossa.

Mi sollevo, tirando un respiro profondo.

Poi, ovviamente, si sente una voce che riconosco, e so che non è Jon.

“T/n? Posso entrare?”

Robb.

Ovviamente è Robb.

È l’alba, ci sono eserciti da gestire, e lui decide di venire a cercarmi.

Scuoto la testa per dissipare gli ultimi residui di sogno, mi tiro indietro i capelli e sistemo il mantello.

Gli faccio cenno di entrare, anche se so che i miei occhi non riescono a nascondere del tutto l’imbarazzo.

Lui entra con il suo solito sorriso lieve, quell’aria da eroe gentile che conosce i suoi doveri ma non si prende mai troppo sul serio.

Si siede vicino a me con la naturalezza di chi pensa di essere già parte della mia vita.

L’intimità del nostro momento della notte precedente aleggia ancora tra di noi, rendendo il silenzio leggermente elettrico.

“Dormito bene?” mi chiede, mentre mi squadra con quegli occhi che non lasciano scampo.

Ha il tono di chi conosce già la risposta ma vuole comunque che sia io a dirla.

Sorrido, cercando di dissimulare, anche se temo di non esserne all’altezza.

“Bene… più o meno,” rispondo, forse un po’ troppo evasiva “Sai com'è, la tensione per la guerra imminente…”

Lui annuisce, senza distogliere lo sguardo “Già, non è facile” risponde, poi si sporge leggermente verso di me, il suo sorriso si fa più intimo, quasi… beffardo “Ma almeno non sei sola, T/n.”

Questa volta sono io a non distogliere lo sguardo.

Non posso fare a meno di ricordare il bacio della sera precedente, la sensazione delle sue mani che mi avvolgevano, il calore che ho provato.

Per un attimo non c’è nulla di ironico o sarcastico in me.

Siamo solo noi due, vicini, con la promessa di un futuro incerto ma condiviso.

Robb fa per allontanarsi, ma prima si ferma, appoggiando una mano sulla mia guancia “Non dimenticarlo, d'accordo? Non importa cosa succeda, sono qui.”

Le sue parole mi colpiscono, riempiendomi di un senso di sicurezza che non provo da tempo.

Annuisco, incapace di trovare parole migliori.

Lui si avvicina di nuovo, stavolta con un’intenzione chiara.

Prima che me ne renda conto, le sue labbra sono di nuovo sulle mie, ma stavolta il bacio è diverso.

È più breve, meno carico di passione, eppure altrettanto sincero.

È un addio temporaneo, un gesto di protezione, di fiducia.

Quando ci separiamo, non dice nulla.

Si limita a guardarmi con una tenerezza infinita, quasi come se avesse paura di lasciarmi in quel campo di battaglia.

Alla fine, si tira indietro e indossa un’espressione più seria, quella che riserva agli affari ufficiali.

“Devo andare a incontrare gli altri che si schiereranno contro i Lannister. Abbiamo una lunga giornata davanti a noi, e il tuo futuro marito deve fare del suo meglio per non farsi uccidere” aggiunge con un sorriso leggermente amaro.

Lo guardo uscire, sapendo che non posso fermarlo, anche se una parte di me vorrebbe farlo.