La notte avvolge Grande Inverno in un manto silenzioso, un abbraccio gelido che sembra soffocare ogni suono.
Sotto le pesanti coperte, cerco di trovare pace, ma è come cercare calore nel cuore dell'inverno.
Il freddo non è solo esterno, penetra nelle ossa, si annida nell'anima.
Provo a scivolare nel sonno, ma la mia mente mi tradisce.
All'improvviso, mi ritrovo di nuovo lì, a Castel [NomeCasata].
Le mura che dovrebbero essere un rifugio sicuro, ora sembrano opprimenti, schiaccianti.
La luce delle torce getta ombre lunghe e minacciose, come se la stessa pietra cercasse di avvertirmi del pericolo imminente.
Cammino per i corridoi vuoti, il rumore dei miei passi che rimbomba sinistro.
So dove mi trovo, eppure tutto mi appare estraneo, distorto.
I corridoi familiari sembrano infiniti, e non c'è nessuno.
L’assenza di vita, quel silenzio assordante, mi fa accapponare la pelle.
Il cuore mi batte forte, l’angoscia cresce, si fa strada nel petto, serrandomi la gola.
Dove sono tutti?
Perché non vedo nessuno?
Poi, improvvisamente, il silenzio è squarciato da un grido, un urlo acuto che sembra lacerare l'aria stessa.
È la voce di mia madre, una voce che non dimenticherò mai.
Un grido di pura disperazione e terrore.
Il mio corpo si muove prima che la mia mente possa elaborare, le gambe che mi portano verso quella sala grande dove so che qualcosa di terribile mi attende.
Quando arrivo, mi fermo sulla soglia.
La scena davanti a me è un quadro dipinto con i colori più orribili dell’inferno.
Il fuoco divampa, le fiamme lambiscono le pareti, gettando ombre danzanti e sinistre.
E al centro di quella visione diabolica, c'è la mia famiglia.
Mio padre giace riverso a terra, il suo corpo robusto ormai immobile, il sangue che scorre copioso dalla ferita profonda sul fianco.
Il suo volto, che una volta emanava sicurezza e forza, è ora contorto in un’espressione di agonia che non avrei mai voluto vedere.
Mia madre è accasciata poco distante, i suoi capelli scuri sparsi sul pavimento come un'aura di tenebra.
I suoi occhi, che una volta brillavano di vita, ora sono vuoti, spenti, fissi su un punto lontano che solo lei può vedere.
Le sue mani sono ancora tese verso di me, come se avesse cercato di proteggermi fino all'ultimo respiro.
Ma è su mio fratello che i miei occhi si fermano, e il mondo si ferma con loro.
È ancora vivo.
Un piccolo gemito gli sfugge dalle labbra mentre cerca di muoversi, di scappare, ma è ferito, troppo ferito per farcela.
La sua tunica è intrisa di sangue, un rosso scuro che si allarga in una macchia sempre più grande.
Gli occhi terrorizzati di mio fratello incontrano i miei, e in quel momento capisco che sto per assistere all'impensabile.
Prima che possa fare qualsiasi cosa, li vedo.
Uomini in armature nere come la notte, i volti nascosti da elmi che li rendono anonimi, mostri senza volto.
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L'inverno sta arrivando - Jon Snow × Reader
RomanceTra sguardi intensi (ovvero, Jon che fissa l'orizzonte gelido cercando di non pensare a quanto sia inguaiato) e dialoghi profondi (principalmente monosillabi grugniti da Jon mentre T/n si chiede se sia sempre così deprimente), i due iniziano a svilu...