9. Lo Sterminatore di Re

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La sera cala su Grande Inverno come un manto scuro, avvolgendo il castello in un silenzio spezzato solo dal rumore del vento che sferza le mura e dal crepitio delle torce.

Mentre tutti si ritirano nelle loro stanze, io trovo la mia fuga preferita nel cortile, in un angolo buio dove nessuno si avventura mai a quest’ora.

Il mio arco è tra le mani, familiare e rassicurante.

Tendo la corda, prendo la mira, e scocco una freccia verso un bersaglio improvvisato, un vecchio pezzo di legno che ho sistemato contro il muro.

La freccia si pianta con un suono sordo, ed è allora che decido di cambiare.

Poso l’arco con cura, il cuore che batte veloce per l’adrenalina dell’allenamento.

Inizio a cercare qualcosa a terra finché non trovo un bastone, abbastanza lungo da simulare una spada.

Lo afferro, lo peso nelle mani.

È ruvido e irregolare, ma farà il suo dovere.

Comincio a maneggiarlo, immaginando di essere nel mezzo di un duello, il sudore che mi scivola lungo la schiena sotto la giacca spessa.

Ogni movimento è calcolato, ogni passo è misurato.

Mi perdo nel mio mondo, nella mia battaglia solitaria, il suono dei colpi sordi contro il nulla che riempie l’aria.

E poi, sento qualcosa.

Un fruscio.

Forse il vento?

Ma no, è diverso.

Mi volto di scatto, il bastone che fende l’aria, e mi fermo appena in tempo.

A pochi centimetri dalla gola di Jaime Lannister.

Il suo volto è illuminato debolmente dalle torce, e un sorriso sornione si allarga sulle sue labbra "Impressionante" dice, con quella voce bassa e sicura che lo caratterizza.

"Ser Jaime!" Esclamo, sentendo le guance che si infiammano in un lampo.

Arretro di un passo, abbassando il bastone, e mi affretto a scusarmi.

"Io… mi dispiace, non volevo… non sapevo che qualcuno fosse qui…"

Lui solleva una mano, come per fermare la mia pioggia di scuse "Non preoccuparti," risponde, il tono quasi divertito "È raro trovare qualcuno che si allena così, di notte, e con una tale… determinazione."

"Mi piace allenarmi" confesso, cercando di sembrare meno imbarazzata di quanto mi senta "E di solito lo faccio da sola. È un segreto."

Jaime inclina la testa, osservandomi con curiosità "Un segreto, eh? E hai mai avuto un maestro, per caso?"

Scuoto la testa "No, nessun maestro. Solo… osservazione e pratica" Mi stringo nelle spalle, un po' insicura.

Jaime sorride di nuovo, questa volta con una scintilla negli occhi "Forse posso mostrarti un paio di mosse" propone, facendo un passo avanti e sollevando il bastone che avevo quasi dimenticato di avere ancora in mano.

Esito per un istante, ma poi annuisco "Sì, certo."

Lui si avvicina, e mentre mi spiega la posizione corretta delle mani e come bilanciare il peso, non posso fare a meno di notare quanto sia naturale per lui maneggiare il bastone, come se fosse nato per farlo.

"Non si tratta solo di forza" dice, spostando il bastone in modo fluido e preciso "ma di controllo e precisione. La spada deve essere un’estensione del tuo braccio."

Provo a imitare i suoi movimenti, ma lui mi ferma, correggendomi con un tocco leggero sul polso.

"Così," mormora, abbassando la voce, e io mi concentro come mai prima.

Ripeto la mossa, e questa volta sembra soddisfatto.

"Ottimo" dice, ma prima che possa rispondere, con un movimento rapido, mi atterra in un istante.

Mi ritrovo a terra, il respiro mozzato, e Jaime sopra di me, a pochi centimetri dal mio volto.

Mi irrigidisco, il cuore che batte forte.

Posso sentire il calore del suo respiro sulla mia pelle, e per un attimo, il mondo sembra fermarsi.

Jaime non si muove, e io mi ritrovo a fissarlo negli occhi, impacciata come non mi era mai successo.

Le sue iridi verdi sembrano scrutare direttamente nella mia anima.

Il silenzio si allunga tra noi, diventando quasi insostenibile, finché non sentiamo un rumore dietro di noi.

Jaime si solleva in un attimo, come una molla, e si allontana di un passo, la sua compostezza recuperata in un istante.

"Buona notte" dice, con un sorriso appena accennato, e prima che possa rispondere, si allontana nell’ombra.

Rimango seduta a terra, ancora con il cuore che batte forte, cercando di capire cosa sia appena successo.

Ma non ho molto tempo per riflettere, perché sento qualcosa di umido e caldo che mi tocca la faccia.

Mi volto e incontro il muso bianco di Spettro che mi sta leccando il volto con entusiasmo.

"Spettro!" esclamo, scostandomi ridendo e cercando di respingerlo.

Ma lui è troppo forte, e alla fine mi arrendo, lasciando che mi lecchi tutta la faccia.

È proprio in quel momento che Jon appare da dietro l’angolo, con un sopracciglio alzato.

"T/n, perché sei sdraiata lì?" chiede, con un tono che non nasconde la sua sorpresa.

Mi siedo finalmente, cercando di sistemarmi i capelli in modo decente "Oh, niente di che" rispondo, cercando di sembrare disinvolta "Solo… sono caduta. Spettro è stato così gentile da venirmi a soccorrere."

Jon mi fissa per un momento, il suo sguardo penetrante come sempre, e poi sorride leggermente.

"Certo, caduta. Sei proprio sicura?"

Annuisco, cercando di sembrare convincente "Sì, sono sicura. Solo un po' di sfortuna."

Lui si avvicina, offrendo la mano per aiutarmi ad alzarmi.

La prendo, e in un attimo sono di nuovo in piedi, con Spettro che ci gira intorno come se volesse assicurarsi che stiamo bene entrambi.

Jon si ferma per un momento, come se stesse riflettendo su qualcosa, poi si volta a guardarmi "Sai, ho notato che ti alleni di nascosto. Non è esattamente facile non accorgersene."

Mi irrigidisco un po', ma poi decido di essere sincera "Sì, lo so. Ma non voglio smettere. Mi piace allenarmi, mi fa sentire… più forte, più sicura."

Lui annuisce, il suo sguardo serio "Non ti sto dicendo di smettere. Anzi, pensavo… se ti va, domani mattina potresti venire con me al fiume. Di solito vado lì per allenarmi prima che gli altri si sveglino."

Lo guardo, sorpresa dalla proposta "Davvero? Non ti darebbe fastidio?"

Jon scuote la testa, un sorriso leggero che illumina i suoi occhi scuri "Cosa?... N-no, no, anzi. Potrebbe essere utile per entrambi. Che ne dici?"

Ci penso un attimo, ma non ho bisogno di molto tempo per decidere "D’accordo," rispondo, sentendo un’ondata di gratitudine verso di lui "Ci sarò. Posso chiedere ad Arya anche? Le farebbe piacere"

Jon annuisce di nuovo, e poi si volta per andarsene, con Spettro che lo segue fedelmente.

Prima di sparire nell’ombra, mi lancia un ultimo sguardo e mi sorride "Buona notte, T/n. Riposati, domani avremo una lunga giornata."

"Buona notte, Jon" rispondo, mentre lo guardo allontanarsi.

Rimango lì per qualche istante, cercando di calmare il cuore che sembra voler scoppiare.

Poi, lentamente, mi avvio verso la mia stanza, con la mente ancora intrappolata tra i pensieri della notte appena trascorsa.

L'inverno sta arrivando - Jon Snow × Reader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora