♪⁠♡ Quel maledetto contratto♡♪ Hazbin Hotel - Character x Angel Dust

Capitolo IV

No…No! Ok, no, non gli sarebbe piaciuto stare lì, se le cose stavano così.

Non era possibile! Erano passati circa 11 anni dall'ultima volta che l'aveva visto! Come poteva essere… lì. Lui. Tra tanti! Perché era andato a giocare a fare il redente invece di andarlo a cercare!?

Ma chi era lui per criticarlo visto che lui stesso si era buttato a capofitto in quella battaglia contro la RImorte… 

«P-Padre!?»

Bastò quella parola balbettata per creare un silenzio tombale, gli sguardi scioccati di tutti che si spostavano in continuazione da lui ad Alastor, il quale si girò verso di lui puntandogli quel sorriso di pietra.

«Credo che tu ti sia sbagliato, mio caro. Non ti ho mai visto prima d'ora.» Gli disse lui, con quella voce radiofonica priva di emozioni.

Quella frase accese un fuoco dentro Kaito, ed era solo grazie a Charlie e alle numerose braccia di Angel, che lo tenevano fermi, che non si era scaraventato contro di lui nel vano tentativo di strappargli le corna.

«Tu! Brutto verme schifoso! Mi hai abbandonato a otto anni pezzo di merda! E osi pure fare finta di non conoscermi!? ABBI ALMENO LE PALLE DI AMMETTERLO, PORCO INFERNO!»

Veleno, quello erano le parole che Kai gli sputò contro, puro veleno, un perfetto mix di rabbia, delusione e disgusto. Aveva talmente tanta rabbia repressa che gli si era pure formata una lacrima che si rifiutava di cadere all'angolo dell'occhio.

A quelle parole il volto di Alastor ebbe come un'illuminazione, palesemente falsa.
«Ma certo! Kai! Come potevi dimenticarmi di te. Quanto tempo è passato!» esclamò avvicinandosi a lui con un braccio aperto nella sua direzione.

«Non ti azzardare a starmi vicino.» sibilò, facendo due passi indietro e mettendosi vicino a Charlie, la quale gli posò una mano sulla spalla con uno sguardo che chiedeva spiegazioni.

«Sai perché undici anni fa tu e… Lucifero…» ancora gli faceva strano chiamarlo padre, «mi trovaste in quel marciapiede dentro a quella lurida scatola? Era perché il coglione qui presente, nel bel mezzo della notte, sparì, lasciandomi al mio destino. Io sarei pure potuto morire, e a lui non gliene sarebbe fregato nulla.» spiegò lanciano delle occhiatacce al rosso.

«Alastor, è vero?» domandò Charlie preoccupata.
«Potrei come non potrei averlo fatto, diciamo.» rispose lui voltandole le spalle.

«L’ha decisamente fatto.» disse sarcastico Angel poggiando la schiena contro il muro e guardandolo storto.
«È decisamente da Alastor» affermò Vaggie incrociando le braccia.

Kai, stufo di quella situazione, fece di andarsene via, ma un peso alla gamba lo blocco. «Ma che…» guardò in basso e trovò ancorata a lui una… bambinetta? Quell’esserino con i capelli color ciliegia era una bambina, giusto?

«Siii! Un nuovo cattivone!» esclamò la piccola con una voce un po' da psicopatica. Kai provò a scrollarsela di dosso agitando la gamba, ma lei non si staccò.

«E lei… è Nifty. La nostra “addetta alle pulizie”. Più che altro si mette a rincorrere le cimici-» spiegò Charlie un po' imbarazzata, prendendo Nifty per la sua sottile vita e tirandola a forza via da lui.
«Hah… uhm… ok-... Piacere? Credo-» balbettò lui, confuso dalla stranezza di quella minuscola creatura.

C'era un po' di tensione nell'aria, e Kai stava iniziando ad averne abbastanza di tutto, perciò decise di andare in camera sua. Salutò brevemente tutti e di corsa salì le scale e attraversò il corridoio, per poi raggiungere la sua stanza e sbattere la porta alle spalle. Lentamente si rannicchiò per terra, le ginocchia al petto, la schiena contro la porta e le mani tra i capelli.

Era troppo, troppo, adesso viveva sotto lo stesso tetto del suo padre biologico. Cazzo, se non fosse stato abituato alle peggio cose dell'Inferno probabilmente sarebbe impazzito dopo due giorni o meno.

No. Lui non si sarebbe lasciato trasportare dalle emozioni facilmente.

(Guys! Mi sono accorta di un'altra cosa che ho cambiato per la backstory di Kaito, ovvero che anche i dannati possono avere figli. Me ne sono accorta solo ora😅)