Capitolo IX

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Si svegliò con un mal di testa martellante e la bocca secca. Aprì gli occhi con difficoltà, per via dell'unico raggio di luce rossa che le tende non erano riuscite a filtrare e che andava proprio a finire sui suoi occhi.

Ma come cavolo ci era arrivato lì?

I ricordi della serata precedente tornarono lentamente: la musica, i soldi, i bicchieri che continuavano a riempirsi... Era andato fuori controllo, e l'ultima cosa che ricordava era una grande fitta allo stomaco e di aver perso l'equilibrio.

Si guardò intorno e si rese conto di essere nel suo letto. Il pensiero che qualcuno l'avesse portato all' Hotel da una parte lo rassicurava e dall' altra lo inquietava perché non riusciva proprio a ricordare chi fosse stato.

Forse era stato Angel... dopotutto erano stati insieme quasi tutti il tempo. Un mix di vergogna e gratitudine lo pervase. Non era certo un bel ricordo, ma l'idea di essere stato tra le sue braccia gli dava una strana sensazione confortante.

Si mise a sedere lentamente, cercando di non peggiorare il mal di testa. La sensazione di disagio era forte, ma sapeva che doveva affrontare la giornata e, soprattutto, affrontare la probabile ramanzina di Vaggie.

Sorrise amaramente pensando alla serata sfrenata, promettendosi di essere più cauto in futuro, non ci teneva proprio a vomitare in un bagno pubblico di nuovo.

Mentre girava la testa, il suo sguardo cadde sul comodino. Lì, accanto a un bicchiere d'acqua fresca, c'era una bottiglia di antidolorifici, e un mazzetto di banconote, già cambiate.

Un sorriso si formò lentamente sulle sue labbra. Lo conosceva troppo bene quel ragno.

Con un gesto lento, prese un antidolorifico e bevve un sorso d'acqua, lasciandosi scappare un sospiro di sollievo.

Anche se la pillola non aveva ancora fatto effetto, iniziava già a sentirsi meglio.

Poggiò con calma i piedi per terra e lentamente si alzò dal letto. Fece per andare in bagno, ma appena passò davanti allo specchio e vide il suo riflesso si accorse che non stava più indossando i vestiti della sera precedente, aveva indosso la sua camicia blu da notte.

Sentì immediatamente le gote farsi calde, il pensiero che Angel si fosse pure disturbato di cambiarlo... e che avesse visto il suo corpo... e di essere stato toccato da lui...

Appena si accorse dei pensieri che gli stavano fluendo in testa si riscosse velocemente schiaffeggiandosi le guance.

Che diavolo gli stava succedendo? Non dovrebbe fare quei pensieri sporchi su di lui, dopotutto è solo un amico... un amico che lo aveva visto fare "cose" con altri uomini per lavoro.. ma pur sempre un amico!

Perché ora tutto ad un tratto gli venivano queste reazioni per ogni piccola cosa a cui dovrebbe essere abituato!?

Cazzo..ora gli era pure venuta in mente l'immagine di lui che ieri in stanza era senza maglietta con indosso solo quella minigonna che gli metteva in risalto il sedere. CAZZO!

No. Non era normale. Non era normale pensare di lui in quel modo.

Non lo era.  Ah merda!

Non riusciva più a mettere in ordine i suoi pensieri, le mani tin mezzo ai capelli. Aveva la mente così confusa che non si era neanche accorto che il mal di testa era peggiorato a causa della forte stretta con cui si stava tirando le ciocche.

Doveva distrarsi, doveva assolutamente distrarsi, altrimenti rischiava di chiudersi in camera ad impazzire da solo.

Velocemente andò a cambiarsi. Si mise una canotta oversize lunghissima con sotto dei pantaloncini che arrivavano sopra al ginocchio. Si infilò i guanti senza dita neri, si lego i capelli in un basso chignon, e si lavò velocemente la faccia, nella speranza che facesse andare via il rossore dalle guance.
Si intascò i soldi, il telefono, e poi uscì dalla stanza.

♪⁠♡ Quel maledetto contratto♡♪ Hazbin Hotel - Character x Angel DustWhere stories live. Discover now