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Mia's Pov

Le giornate, per quanto mi riguardano, scorrono fottutamente lente, uguali, ogni santo giorno. Ogni giorno vado a scuola, mento a Meg sui pasti che ho fatto durante i momenti in cui non mi ha vista, la sera seguiamo Lyn in posti discutibili per vedere le sue corse o i suoi combattimenti, in cui perde sempre anche se non capisco il motivo, cazzo riesce a stendere chiunque e si sta facendo massacrare. Le coppiette nel gruppo sono sempre più affiatate, e gli unici rimasti fuori siamo io e Jacks, a quanto pare, ma dai suoi racconti a volte troppo dettagliati si da ugualmente da fare con qualche tizio. 

Io? 
Io sto impazzendo, ho capito dalla reazione di Lyn al centro commerciale che ha davvero connesso ogni pezzo su di me. Sono scesa a patti con il fatto di avere un disturbo alimentare da tempo, semplicemente non avevo ancora avuto modo di ammetterlo a me stessa sinceramente, cosa successa dopo l'attacco di panico di Lyn. 

Ne ho parlato a qualcuno? No. Ho chiesto aiuto? No. Ho intenzione di farlo? NO. 

Sistemo i pantaloni sulle gambe, ormai è ottobre inoltrato ed il freddo si sente parecchio. Infilo la solita felpa oversize, alzando il cappuccio sulle trecce prima di scendere per salutare Meg e Mary, Kim mi ha minacciata di non ignorarla e che sarebbe passata lei a prendermi oggi e per non aumentare le sue domande ho semplicemente detto va bene, significa solo che quando tornerò a casa mi aspetteranno un bel po' di rampe di scale. 《vado a scuola, ciao Meg, ciao Mary.》 sorrido appena mentre la più grande mi squadra da capo a piedi mentre taglia una mela a fette per nostra sorella minore《tutto okay?》 annuisco sorpresa e lei si avvicina dopo aver dato la frutta a Mary, facendo per alzare la felpa 《Meg, sono in ritardo. Ci vediamo.》 mormoro allontanandomi di scatto, sistemando la felpa per far si che rimanga più larga possibile su pancia e braccia.

Un'altra cosa che è cambiata in questo periodo? Il livello di pazienza di Lyn, era già basso di base ma ultimamente le basta far cadere una penna per dare in escandescenza e urlare qualsiasi cosa le passi per la testa, soprattutto quando deve per qualche ragione interagire con Bryan, anche se per i primi dieci minuti solitamente vanno d'amore e d'accordo. 《lella.》 sorride Kim appena salgo in auto con lei, la saluto sottovoce, allacciando la cintura perché la sua guida mi spaventa non poco, non so neanche come faccia a fare le manovre mortali che fa a volte.《hai fatto colazione?》come al solito mento, rispondendo di aver mangiato dei biscotti di fretta. Non replica, limitandosi ad alzare il volume mentre cerco di allargare ulteriormente i pantaloni sulle cosce e la felpa sulla pancia. 

Arriviamo a scuola in silenzio, gli altri già sotto al solito albero a parlare e fumare, ne accendiamo una a testa pure noi, andando verso il gruppo che ci saluta nei modi più disparati. Punto gli occhi su Lyn, quasi subito, perché è l'unica che non ha alzato lo sguardo dal telefono ed ha il viso meno livido del solito. 《Lyn t-》

《non provarci anche tu, Mia, oggi non ho la pazienza di fare la finta calma.》 sputa subito, alterandosi come al solito, a volte la prenderei a schiaffi. 《certo perché di solito ti riesce bene, no?》sarà due settimane che continuiamo a battibeccarci. 《Mia, non iniziare.》 sibila accendendo una sigaretta, scorrendo senza neanche nasconderlo lo sguardo su tutto il mio corpo. Mi stringo nelle spalle, tirando in dentro la pancia anche se la felpa rimane larga mentre lei alza le sopracciglia con uno sguardo di sfida. 《Altrimenti?》

《Mia.》 prova a calmarmi Holly, alternando lo sguardo da me alla nostra amica a disagio, in effetti lo sguardo di Lyn fa paura, ma sono stanca di non poter aiutare la mia amica.《quindi, Lyn? Altrimenti cosa, eh? Pesti anche me?》 riparto all'attacco, sentendo lo stomaco rivoltarsi quando incrocia i miei occhi con i suoi che sembrano svuotati da ogni emozione. 《io gioco ad armi pari, non ti picchierei e lo sai.》 si alza dal muretto, pulendosi il sedere con fare scocciato 《ma non sottovaluterei la mia pazienza ancora, perché posso essere l'incubo di chiunque in questa città del cazzo, anche il tuo.》 si avvicina a me, guardandomi negli occhi. Il suo odore mi investe, inondandomi di gelsomino, vaniglia e tabacco, mentre espira dal naso il fumo che mi finisce in faccia.《c'è un motivo, dietro a ciò che faccio, anche se voi non lo sapete. Quindi torna a parlare dei tuoi cazzo di libri ed anime e lasciami in pace; mi sono spiegata?》 lo dice con tono talmente serio e fermo da far tremare ogni mia cellula. Questa bastarda sa di far paura, e lo sfrutta anche troppo a suo vantaggio a volte.

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