Ryan si svegliò di soprassalto, il cuore che batteva forte nel petto, le mani ancora strette in pugni serrati, come se fosse pronto a combattere. Non era il primo incubo che aveva avuto da quando la situazione con Vincent si era risolta, ma questo era diverso. Era più vivido, più reale. Nell’oscurità della stanza, i suoi occhi cercavano di adattarsi, riconoscendo l’ambiente familiare del suo appartamento. Il silenzio notturno era quasi surreale rispetto al caos che aveva appena vissuto nei suoi sogni.
Si passò una mano sulla fronte, cercando di calmare il respiro accelerato. Le immagini dell’incubo erano ancora fresche: uomini armati, le sorelle che urlavano, Vincent che rideva, vivo e letale. Scosse la testa, cercando di scacciare quei pensieri. Vincent era finito, imprigionato per sempre. Il loro nemico più grande era fuori dai giochi. Eppure, qualcosa continuava a non quadrare.
Da quando si erano trasferiti nella nuova città, la vita era stata sorprendentemente tranquilla. Ari, Cindy e Katie avevano trovato la loro strada, e Ryan, anche se continuava a fare da guardia del corpo, aveva cominciato a sperimentare una parvenza di normalità che non aveva mai conosciuto. Ma sapeva bene che la pace non durava mai troppo a lungo. Nel suo mondo, c’era sempre un’ombra nascosta, sempre qualcuno pronto a rialzarsi dalle ceneri di un impero criminale distrutto.
E quella notte, Ryan sentì che quell’ombra stava tornando.
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La mattina seguente, mentre faceva colazione con le sorelle, il suo sguardo era ancora cupo, pensieroso. Katie se ne accorse subito, come faceva sempre. "Ryan, tutto bene? Hai l’aria stanca."
Lui le sorrise debolmente, cercando di minimizzare. "Solo una brutta notte, niente di cui preoccuparsi."
Cindy alzò lo sguardo dal suo caffè. "Non sembri mai avere solo una ‘brutta notte’, Ryan. Sei sicuro che non sia qualcosa di più?"
Ryan sapeva che le sorelle erano abili nel leggere le sue emozioni, ma cercò di mantenere la calma. Non voleva allarmarle senza motivo. "Davvero, tutto sotto controllo. Solo brutti sogni."
Ari, la più silenziosa delle tre, lo osservava attentamente. C’era sempre stato un legame speciale tra lei e Ryan, un’intesa silenziosa che andava oltre le parole. "Se c’è qualcosa che non va, lo sapremo presto," disse, con un tono serio. "Il nostro passato ha l’abitudine di seguirci."
Quella frase rimase sospesa nell’aria, e Ryan la sentì pesare più di quanto volesse ammettere. La sua intuizione lo aveva raramente tradito, e ora sentiva che qualcosa di grosso stava per accadere.
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Qualche giorno dopo, mentre Ryan era in città per un incontro con un vecchio contatto dell’intelligence, notò qualcosa di strano. Non era una cosa evidente, ma più una sensazione che gli montava dentro. Gli sembrava di essere seguito. Guardava la folla con attenzione, cercando di cogliere ogni dettaglio, ogni volto che si ripeteva. Non era paranoia: la vita da agente segreto gli aveva insegnato a distinguere tra una semplice inquietudine e un reale pericolo. E quello che sentiva ora era decisamente pericolo.
Si fermò di colpo, nascondendosi dietro un angolo e osservando la strada. Dopo pochi minuti, vide una figura familiare emergere tra la folla. Era un uomo vestito in modo semplice, ma con un’andatura troppo sicura per essere un passante qualunque. L’uomo si fermò, guardando attorno come se cercasse qualcuno. Poi, come se avesse capito di essere stato scoperto, si voltò rapidamente e scomparve tra la folla.
Ryan non lo seguì. Non ce n’era bisogno. Quel breve sguardo era stato sufficiente a far riaffiorare vecchi ricordi. Quell’uomo lavorava per una delle vecchie squadre di Vincent.
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Tornato a casa, Ryan sapeva che doveva parlare con le sorelle. Loro avevano il diritto di sapere che, nonostante tutto, il pericolo non era mai veramente svanito. Quando si sedettero tutti insieme nel salotto, l’atmosfera si fece subito tesa.
"Devo dirvi qualcosa," iniziò Ryan, guardando ciascuna di loro negli occhi. "Credo di essere stato seguito oggi. Qualcuno legato a Vincent."
Katie sbiancò, mentre Cindy si irrigidì sulla sedia. "Ma pensavamo che tutto fosse finito," disse Cindy. "Vincent è in prigione. Come possono ancora esserci delle minacce?"
Ari, più calma, incrociò le braccia. "Le sue reti erano troppo estese per pensare che con lui in prigione tutto sarebbe finito. Cosa pensi che vogliano, Ryan?"
"Vendetta, probabilmente," rispose lui. "O forse stanno cercando di riprendere il controllo del giro d'affari che Vincent aveva lasciato."
Katie si alzò in piedi, visibilmente agitata. "Non possiamo più vivere così, sempre con la paura che qualcuno possa tornare a cercarci!"
Ryan si avvicinò a lei, mettendole una mano sulla spalla. "Lo so. E per questo dobbiamo prepararci. Non lascerò che vi succeda nulla, ma dobbiamo essere pronti per quello che potrebbe arrivare."
Ari annuì lentamente. "Quindi cosa facciamo adesso?"
Ryan guardò il cielo fuori dalla finestra. Non era mai stato uno che scappava dai problemi, e non avrebbe cominciato ora. "Adesso troviamo chi ci sta seguendo. E mettiamo fine a tutto questo una volta per tutte."
E mentre parlava, Ryan sapeva che questo era solo l'inizio di una nuova battaglia. Ombre del passato erano tornate a cercarli, e questa volta, avrebbero dovuto affrontare qualcosa di ancora più oscuro e pericoloso di Vincent.
Perché, dietro le quinte, una nuova figura stava emergendo, qualcuno che aveva aspettato pazientemente, pronto a reclamare il potere che Vincent aveva perso.
E questa volta, Ryan non sarebbe stato solo un protettore. Sarebbe stato anche un cacciatore.