L'aria era immobile e fredda mentre Ryan si muoveva come un'ombra tra gli alberi che circondavano la villa. Il bosco era buio, ma i suoi occhi si erano abituati alla penombra. Il fucile, pesante nelle mani, era una parte di lui. Si accovacciò dietro un tronco abbattuto, osservando le figure che si avvicinavano furtivamente al rifugio. Sapeva che non sarebbero stati molti, ma sicuramente erano addestrati. La Vedova non mandava mai dilettanti.
Cinque. Ne contò cinque in tutto. Si muovevano in formazione, ognuno coprendo un angolo differente, con una precisione che solo un addestramento professionale poteva garantire. I loro passi erano silenziosi, ma non abbastanza da sfuggire alle orecchie allenate di Ryan.
Si portò un dito alle labbra, nel gesto istintivo di silenzio che usava in missione, anche se era solo. La tensione gli scorreva nelle vene, la stessa tensione che conosceva fin troppo bene. Non era la prima volta che si trovava in una situazione simile, ma questa volta c'era di più in gioco. Le sorelle erano all'interno, ignare del pericolo imminente.
Ryan sapeva che non avrebbe avuto una seconda possibilità. Doveva agire rapidamente, in silenzio, senza allertare gli altri sicari. Inspirò profondamente, lasciando che i muscoli si rilassassero, la mente si svuotasse. Poi, in un battito di ciglia, si mosse.
Il primo uomo non lo vide nemmeno arrivare. Ryan gli piombò addosso da dietro, bloccandogli il respiro con un braccio attorno alla gola. L'uomo cercò di lottare, ma Ryan lo immobilizzò velocemente, soffocando ogni rumore con precisione chirurgica. Un istante dopo, il sicario giaceva a terra, immobile.
Ryan non perse tempo. Sapeva che gli altri quattro sarebbero stati più attenti. Si muovevano a gruppi di due, coprendo i loro compagni mentre si avvicinavano alla villa. Uno di loro stava già piazzando un congegno esplosivo sulla porta laterale.
Con rapidità calcolata, Ryan prese posizione dietro una vecchia colonna di pietra. Prese la mira con il fucile silenziato e, con un colpo solo, abbatté l'uomo che stava piazzando l’esplosivo. Il corpo cadde pesantemente a terra, senza vita. Il compagno si girò di scatto, cercando di individuare da dove provenisse lo sparo, ma Ryan era già scomparso nella notte.
L’uomo cercò di avvisare i suoi compagni, ma non fece in tempo. Ryan lo raggiunse in un balzo, abbattendolo con un colpo secco al petto. Due in meno.
Ora restavano gli ultimi tre. Ryan poteva sentire il sangue pulsargli nelle tempie mentre scansionava l'area. Sapeva che i superstiti avrebbero cercato di coordinarsi e contrattaccare. Non erano stupidi, e sicuramente avevano intuito che stavano affrontando qualcuno di molto pericoloso. Li vide comunicare tra di loro con segnali manuali, spostandosi tra le ombre, ma Ryan era già un passo avanti.
Rimase immobile, ascoltando attentamente ogni rumore. Il fruscio di una foglia, il sibilo del vento tra i rami. Poi lo sentì: un lieve rumore dietro di lui. Uno degli uomini lo stava cercando di sorprendere, avvicinandosi silenziosamente alle sue spalle. Ryan si mosse velocemente, ruotando sul posto e sparando in un movimento fluido. L’uomo cadde senza un suono, colpito dritto al cuore.
Non appena il corpo toccò il terreno, Ryan si accovacciò, aspettando la reazione dei due rimasti. Sapeva che ormai la loro copertura era compromessa. Presto avrebbero tentato di aprire il fuoco. Ma Ryan era veloce, molto più veloce di quanto si aspettassero.
Il primo uomo si mosse verso una posizione di tiro, alzando il fucile per sparare. Ryan lo colpì alla gamba, facendolo cadere a terra con un grido soffocato. Senza dargli il tempo di riprendersi, Ryan gli si avvicinò e lo neutralizzò con un colpo alla testa.
Ora ne restava solo uno. L'ultimo sicario, ben nascosto tra gli alberi, stava aspettando il momento giusto per colpire. Ryan lo sapeva, poteva sentire il suo respiro nell'aria densa. Era come una partita a scacchi, un duello silenzioso tra due cacciatori.
Ryan si spostò lentamente verso il perimetro, mantenendo sempre il controllo della visuale. Poi, in un istante, lo vide. L'uomo stava cambiando posizione, sperando di coglierlo di sorpresa. Ma Ryan fu più rapido. Con una precisione letale, mirò e sparò. Il sicario cadde all’istante.
Il silenzio tornò nella foresta, interrotto solo dal sussurro del vento tra i rami. Ryan rimase fermo per un attimo, ascoltando, assicurandosi che non ci fossero altre minacce. Ogni muscolo nel suo corpo era teso, pronto a reagire al minimo segnale di pericolo. Ma non c'era più nessuno.
Respirò profondamente, sentendo il battito del suo cuore rallentare. Aveva vinto. Per ora, almeno.
Si voltò e tornò verso la villa, la mente già proiettata alla prossima mossa. Quando aprì la porta, trovò le sorelle sveglie e terrorizzate. I loro occhi erano pieni di domande, ma non dissero nulla. Ryan non si prese nemmeno il tempo di spiegare. Si limitò a dire una sola frase, la voce ferma ma stanca.
"È finita. Almeno per stanotte."
Poi chiuse la porta, bloccandola con la sbarra di ferro. Le minacce sarebbero tornate, ne era sicuro. Ma per quella notte, le sorelle erano al sicuro. E questo, per Ryan, era tutto ciò che contava.