Con il cuore in gola e il fiato corto, Ryan spinse il SUV attraverso le strade buie della città, ogni muscolo teso e pronto all’azione. Le luci dei lampioni scorrevano sopra di loro come lampi intermittenti di luce, illuminando a tratti i volti preoccupati delle tre sorelle. Nel veicolo regnava il silenzio, rotto solo dal ronzio sordo del motore e dal respiro affannoso di Katie, che sedeva nel sedile posteriore, aggrappata alla cintura di sicurezza come se da essa dipendesse la sua vita.
Ryan non poteva permettersi di rallentare. Ogni volta che guardava nello specchietto retrovisore, le sue pupille si stringevano, scrutando le auto dietro di loro, cercando anche il minimo segno di qualcuno che li stesse seguendo. Ogni svolta brusca e ogni accelerazione lo facevano sentire un passo avanti, ma sapeva che la Vedova non li avrebbe lasciati andare facilmente. La tensione era palpabile, come una morsa invisibile che stringeva sempre più forte.
Nessuno nel SUV osava parlare. Cindy, seduta accanto a lui, guardava fuori dal finestrino con occhi persi, le mani tremanti in grembo. Ogni tanto, Ryan poteva vederla girare lo sguardo verso di lui, quasi sperando di trovare una rassicurazione che, in quel momento, non poteva offrirle. Ari, la più silenziosa delle tre, sedeva nel mezzo, rigida come una statua. Solo Katie non riusciva a contenere la sua ansia, la sua giovane età non riusciva a mascherare il terrore che le deformava il volto.
Ryan rallentò leggermente quando raggiunsero un incrocio semideserto. Gli sembrava di sentire la presenza di occhi su di loro, come se fossero già stati scoperti. La paranoia cresceva ad ogni chilometro. "Resta concentrato," si ripeté mentalmente, ma la pressione era opprimente. L’ombra della Vedova incombeva su di loro come una minaccia incombente e implacabile.
Decise di fare una deviazione improvvisa, svoltando bruscamente a sinistra, su una strada laterale che tagliava fuori dalla città verso le zone rurali. Il piano era semplice: allontanarsi dalla città il più velocemente possibile, mescolarsi con il buio della campagna e svanire tra le sue distese desolate. Il rifugio che aveva preparato era ben nascosto, in una zona isolata, lontano dagli occhi curiosi, ma il tragitto era ancora lungo. Ogni minuto sembrava durare ore.
A metà del tragitto, il silenzio fu rotto da un suono. Un rumore metallico che fece sobbalzare Ryan e le ragazze. Una strana vibrazione attraversò il SUV. Il rumore si fece più forte, un ronzio insistente, un suono quasi meccanico che si insinuava nei nervi di Ryan come un coltello. "Cos’è stato?" chiese Ari, la voce ridotta a un sussurro spaventato.
Ryan serrò la mascella, stringendo il volante fino a farsi sbiancare le nocche. "Probabilmente è solo la strada. Rilassatevi," disse con voce bassa, cercando di mantenere la calma, ma sapeva che non era vero. Qualcosa non andava.
Improvvisamente, nel buio della notte, apparvero due fari dietro di loro, lontani ma minacciosi. Si avvicinavano con una rapidità allarmante. Ryan maledisse tra i denti. "Merda."
Le sorelle lo guardarono, il terrore nei loro occhi era evidente. "Cosa succede?" chiese Cindy, la voce rotta dall’ansia.
"Non lo so ancora," rispose Ryan, cercando di nascondere il panico crescente che gli serpeggiava nello stomaco. Ma sapeva cosa significava. Qualcuno li stava seguendo. Probabilmente erano già stati individuati. La Vedova li aveva trovati.
Accelerò, premendo sull'acceleratore, e il SUV ruggì in avanti, ma i fari dietro di loro si avvicinavano inesorabilmente, tagliando la distanza tra loro come predatori che inseguono la preda. "Merda!" ripeté, cercando di pensare velocemente. Doveva distanziarli, ma non c’era abbastanza strada per farlo.
"Stanno per raggiungerci!" gridò Katie, stringendosi contro il sedile, le mani tremanti. La sua voce tremolava, quasi spezzata dall'angoscia.
Ryan scattò con gli occhi da una parte all’altra della strada, cercando una via di fuga, un modo per uscire dalla trappola che sentiva stringersi attorno a loro. Il buio della notte era pesante, e il loro percorso verso la campagna sembrava un tunnel senza fine.
Il SUV dietro di loro si avvicinò ancora di più, i fari abbaglianti inondavano l'interno del loro veicolo. Ryan capì che presto sarebbero stati raggiunti. Non aveva scelta. Doveva agire.
Con una sterzata improvvisa, Ryan svoltò bruscamente su una strada secondaria, un sentiero sterrato che si snodava tra gli alberi. Il veicolo saltò e tremò sotto di loro mentre il terreno diventava irregolare. Le sorelle gridarono mentre venivano sbattute contro i sedili, ma Ryan mantenne la presa salda sul volante, gli occhi fissi sulla strada.
Dietro di loro, il SUV nero si lanciò nella stessa direzione, ma sembrava avere difficoltà a mantenere il controllo. Ryan non rallentò. Il sentiero era stretto e pericoloso, ma conosceva quel tratto. Aveva studiato ogni possibile percorso di fuga, e sapeva che, se riusciva a mantenere la calma, avrebbe potuto seminarli.
"Ryan, non possiamo continuare così!" gridò Cindy, il volto pallido per la paura. "Dobbiamo fermarci!"
"Non possiamo fermarci!" rispose lui, la voce dura. "Se ci fermiamo, siamo morti."
I fari dietro di loro si fecero più distanti per un momento, poi scomparvero completamente. Ryan continuò a guidare, mantenendo l’accelerazione, ma finalmente iniziò a respirare più lentamente. Il terreno si appianò mentre si avvicinavano alla fine del sentiero, e finalmente, rallentò.
Katie, ancora tremante, lo guardò con occhi pieni di lacrime. "Li abbiamo seminati?"
Ryan annuì, anche se non era del tutto sicuro. "Per ora, sì."
Mentre procedevano in silenzio verso il rifugio, Ryan sapeva che quello era stato solo un assaggio di ciò che la Vedova aveva in serbo per loro. Quella notte, erano riusciti a scappare, ma la caccia era appena iniziata.