L'inizio di un segreto

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La sede è completa, oggi abbiamo l'apertura ufficiale al pubblico, Hector ha le energie a mille, sono giorni che arreda tutta la sede, sarebbe stato perfetto al reparto moda più che tecnologia, il suo buon gusto si è formato collaborando con Dalila in molte occasioni.
Ella anche e su di giri, non lo vista sorridere mai come oggi, tiene d'occhio tutti nella sede, non tralascia il minimo dettaglio.

Riuniti tutto all'esterno, con telecamere che registrano per i notiziari, giornalisti che attendono il discorso, che per altro non farò io, ma sarà Hector, siamo fermi dietro di lui mentre illustra la nostra nuova sede, ammetto che la mia idea delle onde è stata decisiva, da proprio un tocco in più per rappresentare le nuove tecnologie, in più la struttura possiede cinque piani, arredati in chiave moderna senza la minima esitazione, fa contrasto con la Casa Editrice di fronte, che invece è un palazzo in stile 1800, con dettagli ben visibile, la struttura color mattone, i vetri limpidi e cristallini, il contrario dello stile del grattacielo con la Bennet Technology.

Quando Hector conclude il suo discorso, una marea di applausi conclude, gli faccio segno di andare verso l'ingresso dell'azienda, tutti ci seguono, ci posizioniamo dove erge il nastro color rosso cremisi, prendo delle grandi forbici e le passo ad Hector, lui si rifiuta però.
- Spetta a te.
Lo guardo un po' scettica e poi taglio il nastro aprendo le porte della nuova azienda, la struttura è divisa in settori, adesso possiamo anche vendere i prodotti non necessariamente da negozi sparsi per tutta la città, dove non spesso si riescono a trovare tutti i prodotti. Il secondo è il terzo piano sono per le innovazioni e la parte contabile, il quarto è dedicato agli uffici e il quinto alle innovazioni segrete, poi nella piccola torretta sopra la struttura c'è il mio settore, con ufficio e laboratorio. Il nostro numero 10 lavora nei sotterranei, dove abbiamo inserito anche un parcheggio per i dipendenti.

Il nuovo centro sta già fruttando al meglio, il negozio è ingestibile per la clientela, il parcheggio esterno è al completo, il centro sembra un grande formicaio. Sono giunti da ogni angolo della città e oltre per l'inaugurazione, con i profitti del giorno abbiamo ricavato metà del denaro speso per il progetto.

Ho lasciato tutti per rinchiudermi in laboratorio, ho delle idee per la testa e non riesco a fermarmi, la mia mente è nel grande libro dei prodigi, non posso bloccare ogni mio istinto. Ecco come sono finita nel mio reparto, con davanti a me il computer, sto studiando alcuni miglioramenti del numero 10, per renderlo molto più veloce e con visuale maggiore, così da poter risparmiare sulle telecamere, in più vorrei aggiungere un sistema di allerta in caso di visione di un pericolo, per maggiore sicurezza delle persone interne ed esterne, in fondo non posso badare solo agli interni, anche al di fuori ci sono persone a cui serve aiuto, e nella mia stella nessuno deve essere escluso.

Qualcuno bussa alla porta.
- Avanti.
Ascolto solo il cigolio e qualche passo, troppo pesante per essere Ella, mi giro di scatto e vedo l'agente Cooper, concentrato mentre legge alcuni fascicoli, non mi nota dato che prosegue verso l'ufficio. Aspetto che si rende conto che non ci sono, poi si guarda intorno e dopo due minuti buoni, mi nota seduta con mille materiali per le mani, i monitor accesi, sembra lo studio di Tony Stark nella torre degli Avengers.
- Abbiamo delle novità succose, a quanto pare dietro i furti c'è un Boss pesante del Giappone.
- Di nuovo? È tanto che non si udiva tale notizia.
- A quanto pare sono tornati in circolo.
- I vecchi distretti fuori la città sono stati comprati per un prezzo stracciato dopo aver patteggiato e in seguito rifiutato il doppio con interessi e buon partito, qualcosa mi dice che un controllo non sarebbe male.
- Non possiamo fare irruzione in una proprietà privata senza una dichiarazione di perquisizione da parte di un superiore.
- Te la senti di imboscarsi nella mischia questa sera?
- Che mi sta chiedendo Signora Bennet?
- Al diavolo le buone maniere. Tra quanto sei libero dal servizio?
- Circa mezz'ora, dovevo lasciarti questi e tornare in centrale.
- Bene, ci vediamo fuori la centrale tra 30 minuti.

Nel tornare a casa, indossare qualcosa di comodo, prendere le chiavi della McLaren, prendo anche un cappello con telecamera e i miei occhiali con macchina fotografica. Scendo di corsa in garage e sfreccio per le strade, arrivata alla centrale accosto al marciapiede e attendo Cooper. Per fortuna sembra aver notato subito la mia presenze perchè esce guardandosi alle spalle dopo che un suo collega gli ha detto qualcosa, Cooper ignora il resto e cammina verso di me, apro lo sportello e accendo, mentre attendo che entra ho collegato la mia auto al mio telefono, così da poter controllare i comandi a distanza con un'app di nostra invenzione, per comodità o in caso di problemi o incidenti. Quando è a bordo chiudo e parto.

- Bennet rallenta!
- Con tutto il rispetto, poliziotto o pilota, sto andando semplicemente a 180km/h.
- Quante persone sono sopravvissute alla tua guida?
- Sei il primo al di fuori di Ella che sale in una delle mie auto.
- Ella è viva? Curiosità personale.
- È la mia segretaria, l'hai vista nel mio ufficio ogni volta che facevi il tuo sontuoso ingresso.
- Non usare paroloni e rallenta.
- Per fortuna che sei fuori servizio.
- Non ti avrei rincorso per tutta la città solo per una multa dopo che ti ho visto e segnalato a 180km/h.
- Che razza di poliziotto sei?
- Sono un vice detective, non un poliziotto.
- Bravo, vuoi una medaglia?
- Se torno a casa vivo basta e avanza.
- Ci perdi tu.
Accelero e sorpasso diversi camion, poi senza rallentare prendo una strada secondaria. È più veloce rispetto alla principale, il problema sono le numerose curve, non molto esagerate ma ti impediscono di prendere la giusta traiettoria per diversi chilometri.

Quando delle torri iniziano a farsi vedere, so esattamente dove ci troviamo, una volta al centro di quelle colline c'era VILLA BENEDICT, la villa dei miei nonni, con tanto di terreno con un vigneto da far paura, e una produzione di vino abbastanza importante, di un certo calibro.
- Non per farmi i fatti tuoi, ma qui non c'era la villa principale della tua famiglia?
Una parte delle proprietà che non sono riuscita a prendere dopo l'incidente, per via del non possesso di nessuno.
- Appunto. C'era.
Alex sembra comprendere il mio astio nel tornare in questo posto, decide di stare in silenzio finché non arriviamo il più vicino possibile al cantiere. Lascio l'auto sopra la strada dove alcuni cespugli sono cresciuti fin sopra la strada, prendo un lenzuolo verde militare e copro l'intera auto, fin dove arriva.
- Esci sempre con un lenzuolo per camuffare l'auto?
- No, sono quando so di dover uscire per spiare qualcuno.
- Hai mai pensato di essere un detective?
- Troppo responsabilità, scartoffie e pochi soldi.
- Hai ammazzato il nostro genere con una frase.
- È un talento.
- Lasciamo stare.

Ci incamminiamo verso il cantiere, mantenendo un profilo basso. Arrivati sul retro cerchiamo di trovare un'ingresso, alla fine non trovando nulla decido di usare il mio geniale cervello per dare un impulso di rabbia al mio corpo e scaravento una barra di metallo al suolo ed entriamo, la forza bruta comandata dal cervello è sempre la scelta corretta.
Entrati nella perimetro dei lavori iniziamo a dare un'occhiata, accendo la telecamera sul cappello e tengo attiva la fotocamera, prendo delle annotazioni sul telefono e anche qualcuno a mente per ricordare alcuni schemi.

- Aspettiamo che il cantiere sia libero, così abbiamo il tempo di stacco tra i lavoratori e le guardie.
- Di quanto tempo parliamo?
- Circa un'ora.
- Abbastanza per esplorare.
- Non siamo qua per esplorare, ma per cercare informazioni.
- Sei sicura di non aver mai pensato alla carriera da detective? Sembra di ascoltare il mio superiore.
- Cooper sta zitto.
- Identici.
- Quanto hai speso per la raccomandazione, perchè da quel che vedo devono esser stati molti soldi.
Improvvisamente si è fatto cupo, ma questo non viene trasmesso dal suo volto, ma dalle lagune blu che si ritrova per occhi, hanno cambiato tonalità di colore e questo trasmette molte nozioni per comprendere il suo animo.

L'ombra del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora