Betty

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Tornata nel mio attico la prima cosa che faccio è lanciare tutto suo divano e lanciare anche me sul divano.
Rispondo a diversi messaggio e poi mi alzo per buttarmi in doccia, ne ho un bisogno estremo; dopo aver allagato il bagno, indosso uno dei mie soliti completi da ufficio, prendo il caffè dal tavolo e scendo, arrivata nel parcheggio prendo le chiavi della BMV e mi dirigo verso la posizione di Ella. Lo devo dire lei è la mia migliore amica, ma in ufficio la mia segretaria. Arrivata a destinazione parcheggio, la cerco con lo sguardo e la vedo assonnata ad un tavolo.
- Ella, giorno.
- Non è una buona giornata.
- Come mai?
Mio figlio ha l'influenza, devo vedere una babysitter per questi giorni.
- Non ci pensare proprio, prenditi il tempo che ti serve.
- Ma Lavinia, ci sono troppe cose da fare.
- Nessun ma, prenditi il tempo che ti serve, ci penso io a me stessa e all'ordine in ufficio.
- Uh... (sospiro) sei incorreggibile.
- Ecco perchè sono il grande capo (sorrisetto).
- Parlando di cose serie.
- La salute di tuo figlio sono cose serie
- Tralasciando questo, per il magazzino ho trovato ben poco, è abbandonato e mal ridotto, ha un prezzo nella media, c'è solo un problema, sono in molti che hanno provato ad acquistarlo con offerte anche dieci volte il suo prezzo, ma il proprietario non vende, a quanto pare ha un *problemino* con qualcuno e *non riesce* a vendere.
- Troppe freccette per i miei gusti, vado a parlarci di persona.
- Se con Lavinia Bennet di fronte a lui non cambia idea, io dico che è uscito di senno.
- Puoi passarmi indirizzo e numero, fisso un appuntamento il prima possibile.
- Già fatto. Martedì 13 alle 9:30 nel caffè shop di Manhattan.
- Fai paura quando fai così.
- Ti conosco fin troppo bene, ricordati che Princeton è stata una sopravvivenza, dove eravamo nella stessa squadra.
- Bella sopravvivenza si.
- Bene, io torno in ufficio, tu quando torni? Così ti preparo qualcosa di forte per mantenerti sveglia.
- Già fatto, andiamo ti accompagno.
- Mi sorprendi, hai preparato qualcosa nella tua cucina.
- Ella io so usare la cucina, sei tu che pensi il contrario.
- Lo vedremo.
- Se hai intenzione di lasciarmi a secco di scorte ti sorprenderò.
- Questo lo dici tu.
- Appunto.

Ci alziamo entrambe e saliamo nella mia BMV, direzione grattacielo centrale.

***
Dopo numerosi squilli del telefono decido di rispondere.
- Si?
- Sono Alex Cooper, ho delle novità, passo in ufficio?

Mi giro per guardare l'ora, sono le 12:43.

- No, devo mangiare, a che ora stacchi?
- alle 13.
- Ti passo a prendere e andiamo da qualche parte per pranzo, e mi aggiorni di tutto.

Attacco, in modo da far capire che non ci sono repliche per nessuno. Inizio a spegnere computer e altri schermi, compilo altri moduli e poi lascio tutto, prendo le chiavi dell'Audi A8, e torno alla centrale di polizia, non credevo di passare così tanto tempo in centrale, ormai sta diventando di routine.
Parcheggio al solito posto, ormai è come se il mio nome fosse scritto sopra l'asfalto.

- Bennet hai spaccato il secondo.
- Mi piace la puntualità.
- Per curiosità a quando andavi?
- Solito.
- Morte cerca quindi.
- Non direi, quando gareggiamo questi sono numeri bassi.
- Meglio se ti porto via al più presto.
- Sono io che porto via te, ricordatelo sempre.

Detto questo sfreccio, il mio stomaco reclama cibo, e quando lo stomaco reclama il cervello risponde. Sfreccio per delle strade secondarie, fino ad arrivare sulle montagne in breve, ho tutta l'intenzione di mangiare con i fiocchi oggi, sono a corto di carburante per il mio cervello, e ho molto lavoro da svolgere, un magazzino da comprare, un fratello da salvare e un criminale da togliere di mezzo alle palle per il bene di tutti e più del suo bene se non se ne va con le buone.

- A cosa pensi Bennet? Stai a 210km/h sopra una strada da 80km/h con sguardo perso incantata a vedere l'asfalto.
- Troppi problemi.
- Tu? Quando mai il contrario. Altro?
- Ho molta fame e sono incazzata nera.
- Questa non è una valida spiegazione per i 210km/h.
- A me basta per arrivare anche a 250km/h.
- Morte sicura quindi?
- No, ho troppe cose da fare per morire così, e poi con te.
- Mi sento offeso.
- Non dovresti più di tanto.
- Non è rassicurante.

Sposto lo sguardo dalla strada e decelero un po', punto il mio sguardo verso Alex, dire che è terrorizzato è dire poco a mio parere, ha le unghie conficcate nel sedile, occhi sgranati, è leggermente pallido. Forse ho esagerato e non me ne sono resa conto, però lui corre con auto che vanno decisamente più veloci, come mai ha paura?

- Bennet penso di star per svenire.
- Sto decelerando.
- Ma siamo in montagna perchè mi vuoi buttare da un dirupo dopo lo svenimento?
- Non ci tengo grazie.
Decelero fino a 120km/h e rimango così, alzando fino a 150km/h se ho un buon rettilineo. In bella vista si presenta il mio ristorante preferito, è un piccolo ristorante gestito da una signora anziana, non è molto conosciuto ma neanche tanto disperso.

- Dove siamo per esattezza?
- Dalla nonna migliore del mondo.
- Tu non hai parenti.
- Non è legata di sangue lei.

Senza perdere un secondo in più, ingrano la marcia più alta e volo fino al parcheggio, che trovo abbastanza pieno, lascio la macchina all'ingresso, con mia fortuna ho trovato buon posto. Una volta entrati l'atmosfera cambia, il profumo dei dolci ə intenso, il caldo del fuoco è accogliente, nonna Betty seduta all'ingresso, che segna i tavoli è rassicurante.

- Guarda guarda chi si è fatta viva, e porta anche un bel giovanotto con lei, bambina mia non me lo presenti?
- Betty ti presento Alex, attenta però è un detective, lui scova i segreti, attenta per le ricette.
- Perchè porti questa gente da me, i mie segreti culinari sono impossibili da svelare.
- Non si preoccupi, sono fuori servizio (occhiolino).
- Giovanotto io di lei non mi fido.
- Betty dove possiamo accomodarci?
- Solito tavolo a sinistra, oggi fa freschetto, abbiamo chiuso la veranda.
- Peccato, è la parte più bella.
- Per una passeggiata è sempre aperta.
- Ci penserò.
- Il tuo accompagnatore non ha mai visto il mio giardino, c'è lo devi portare.
- Va bene.

Lasciamo Betty e ci sediamo, ormai ho i tavoli fissi io, come questo, isolato, di fronte al camino caldo, con le finestre semichiuse e le tende addobbate come quelle del cinema. Il tavolo è ben curato, tovaglioli di stoffa colorati che profumano di ammorbidente, posate ben lucidate, bicchieri di cristallo splendenti, tovaglia abbinata ai tovaglioli, un canestro di fiori e spezie al centro del tavolo, il canestro con il pane già pronto e riscaldato, emana un profumo buonissimo.

- Preparati a mangiare le pietanze più buone del mondo.

L'ombra del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora