Shelter

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Jacob

Sono passati 4 giorni da quando siamo stati catturati da quelle creature dai tratti aquilini, Jones le ha chiamate Grifalchi, perciò suppongo sia il nome della loro razza. Durante questi giorni di prigionia l'ho tenuto d'occhio parecchio, preoccupato per la sua salute fisica ma soprattutto mentale, dev'essere dura stare bloccato in un territorio ostile con qualcuno che ha appena conosciuto ogni demone del tuo passato, per giunta lui non sa nemmeno cosa ne penso a riguardo dato che non ho avuto il tempo di confrontarlo a dovere. Non voglio che creda che quello che penso è contro di lui, ma adesso non è né il posto né il momento giusto per parlarne.
Ricordo che durante la nostra prigionia due guardie avevano portato Jones all'interno di un capannone che sembrava proprio essere la dimora del capo dei Grifalchi, adornata di gemme preziose e simboli che direi siano di protezione.
Dopo qualche ora le stesse guardie di prima riportarono il ragazzino alla cella e lo rigettarono dentro in malo modo.
"Ezekiel tutto ok? Che ti hanno detto?"
Lo guardo preoccupato, cercando di creare un contatto visivo ma me lo impedisce spostandosi dalla mia portata.
"Il principe Arion ha cercato un compromesso, ci avrebbe liberati se lo avessi aiutato a disfarsi di un clan di Sha’dar."
Noto immediatamente l'astio con cui pronuncia il nome del capo dei Grifalchi e non posso fare a meno di pensare che forse, forse ha già avuto a che fare con loro.
"E tu cosa gli hai risposto?"
"Gli ho detto che può andarsene at blive fortæret af Sha'dar, lui e tutta la sua stirpe!"
Non parlo la sua lingua ma capisco alla svelta che dev'essere una cosa alquanto brutta da dire a qualcuno. Poi giro di poco la testa e vedo che dal capannone regale sta uscendo proprio il principe dei Grifalchi, e in più si sta dirigendo verso la nostra cella.
È l'unico di questa razza ad avere le ali dorate, e il suo viso non è parzialmente coperto di piume come gli altri esemplari, il suo essere diverso fa di lui un vero e proprio principe.
Non appena si avvicina alla cella si piazza di fronte a noi e osserva prima me e poi Ezekiel, con sguardo insoddisfatto.
"Questa non è una cosa carina da dire, Furio."
Parla con tono calmo e composto ma l'irritazione è percepibile nell'aria.
Da quel che ricordo che Sonia mi ha detto, Furio è il nome del lupo di Ezekiel, ma perché specificare così?
"Strozzati Grifalco, non sono un cazzo di mercenario."
"È vero, non lo sei, ma sai di essere in debito con la mia razza. Per cui se vuoi la libertà che tanto brami, dovrai stare alla mia unica condizione."
"In debito? Sono stato costretto, non volevo e non voglio avere a che fare con voi rapaci del cazzo."
Sposto lo sguardo dal principe Grifalco ad Ezekiel e noto una strana sicurezza nel viso del primo, prima che parli ancora.
"Quindi suppongo che non vuoi rivedere tua sorella, dico bene?"
No... non anche lei, non anche Sonia. Intervengo, preoccupato e spaventato da come potrebbe svoltare in peggio la situazione dei due lupi a cui tengo di più, mentre sento un ringhio rimbombare dalla gola di Jones.
"È qui? Sonia è qui? Ti prego non farle del male, lei non ha fatto niente, e nemmeno Jones."
Arion mi ignora e parla direttamente al ragazzino, certo di avere la situazione in pugno per convincerlo a sbarazzarsi di questi "Sha'dar" per lui.
"Se lo farai farò portare qui tua sorella e vi libererò tutti insieme, altrimenti, le mie guardie la libereranno sulle colline e gli Sha'dar la condurranno alla pazzia e la uccideranno. La scelta è tua, Furio."
La situazione è critica, vedo Ezekiel esitare e sul suo volto nasce un'espressione di amarezza e terrore che però non lascia intravedere.
Proprio quando inizio a pensare al peggio mentre Arion si gira per andarsene, sento un sussurro sconfitto e arreso.
"Lo farò."
Il principe Grifalco si ferma e guarda Ezekiel, per poi chiamare a sé alcune guardie che avrebbero portato il ragazzino a compiere questa missione.
Prima di essere strattonato fuori dalla cella sussurra qualcosa verso di me e sgrano gli occhi, ma non ho il tempo di rispondergli perché la cella viene richiusa e lui viene trascinato verso la zona del villaggio in cui penso ci siano gli Sha'dar di cui parlavano.
Al tempo stesso, un'altra coppia di guardie si avvicina alla mia zona di prigionia e fa entrare una ragazza che riconosco essere Sonia, così le vado incontro e la abbraccio, per un momento rimaniamo stretti l'uno all'altra lieti di rivederci, e so che lei è consapevole che ci sia anche Jones qui. Infatti non appena ci risediamo sul terreno, vicini per darci conforto data la situazione lei mi guarda preoccupata.
"Dov'è? Dimmi che non l'hanno portato dagli Sha'dar, ti prego Jake..."
"Mi spiace davvero Sia ma l'hanno fatto, il principe ha minacciato di liberarti sulle colline con quegli esseri, e poi, che cosa sono gli Sha'dar?"
Sospira, in tensione e spaventata, poi risponde in un sussurro di pura preoccupazione.
"Sono delle creature metà Spirito e metà Goblin, che mentre cacciano una preda la conducono alla pazzia, tutto per puro divertimento..."
"Cosa? Quindi... quindi è per questo che Ezekiel mi ha detto di abbatterlo se sarebbe tornato."
Realizzo all'improvviso che ci sono poche possibilità che Jones riesca a scappare dagli Sha'dar, e che semmai riesca a sopravvivere e tornare in cella, vuole che io lo uccida... No, non può succedere, non deve succedere. Non posso farlo, io... io lo amo.
Mentre penso a queste due piccole ma così importanti parole, sento la cella riaprirsi e Arion che ci fa cenno di essere finalmente liberi da questa prigionia. La prima ad uscire e parlare è Sonia, scioccata ma più in forze di me.
"Dov'è lui? Dov'è mio fratello?"
Il principe Grifalco non risponde e torna nel suo capanno regale con la soddisfazione di avere finalmente il suo villaggio libero da creature crudeli come gli Sha'dar.
Devo trovarlo, devo trovarlo e salvarlo. Ha passato già abbastanza agonia per colpa di Axel e del suo branco, non può cadere di nuovo. Senza nemmeno registrare i suoi movimenti veloci più dei miei, seguo Sonia nel bosco e dopo una manciata di minuti arriviamo in una collina spoglia e semi deserta.
In lontananza vedo dei corpi senza vita di esseri che capisco subito sono gli Sha'dar di cui si voleva liberare Arion.
Però ne vedo tre ancora vivi, intenti a mordere una figura rannicchiata che non riesce a difendersi: Ezekiel.
"JONES!"
Sonia urla e corre incontro agli Sha'dar ancora in vita ringhiando, attaccandoli non appena ne ha la portata, mentre io corro verso il ragazzino, prendendolo tra le mie braccia protettivamente, noto adesso che si stringe la testa come se stesse impazzendo e percepisco nell'aria una scia di paura lasciata da parte degli Sha'dar, intrisa tra i pensieri e dentro la pelle di Jones. Sonia si riavvicina a noi con le mani e la bocca sporca di sangue e fissa preoccupata suo fratello.
"Jake seguimi, qui vicino c'è una fonte di acqua intrisa di magia curativa."
Annuisco e alzandomi lentamente, tenendo saldamente Ezekiel al mio petto la seguo. La camminata per arrivare a questa fonte è lunga, ma immerso tra le mie preoccupazioni per il giovane lupo tra le mie braccia riesco a percepire solo pochi minuti di sentiero. Una volta arrivati infatti, mentre Sonia mi affianca, noto che questa fonte è come isolata dal resto della foresta da degli alberi che la circondano completamente, facendo così che nessun occhio indiscreto o creatura letale sappia che siamo qui.
"Ora Jake, dobbiamo spogliarlo e immergerlo nella fonte, la magia curativa nell'acqua curerà ogni sua ferita."
Mi spiega Sonia mentre inizia a togliere la sua maglia con estrema delicatezza, e così faccio io con i suoi pantaloni dopo avergli tolto le scarpe. Per puro caso noto che non c'è nessun rigonfiamento nella sua parte più privata e incuriosito ma comunque con puro rispetto, chiedo a sua sorella per capire se la mia teoria è giusta.
"Sia, scusa la domanda ma... Ezekiel è trans?"
Noto un dolce sorriso a bocca chiusa che spunta sul suo viso e annuisce.
"Da piccolo non si sentiva se stesso con il proprio corpo, così ha deciso di cambiare, per essere più felice."
"E lo è? È felice?"
"No. Ma lo sarà, con te."
Mi sorride, sapevo che aveva già capito tutto riguardo i miei sentimenti per lui, e sono grato che mi approvi per suo fratello.
"Farò del mio meglio per renderlo felice, promesso."
E dico davvero, darei pure la vita per questo ragazzino che mi ha rapito il cuore senza neppure volerlo.
Una volta del tutto spogliato, usando tutto il mio rispetto e la mia delicatezza, sapendo che è ferito e soprattutto vulnerabile, non volendo che gli tornino in mente i ricordi degli abusi che ha subito, inizio ad intonare una canzone leggera in inglese, mia madre me la cantava sempre quando stavo male o ero triste e mi rasserenava, per cui, sentendo la tensione di Ezekiel che ha capito di essere nudo, la cosa migliore è rassicurarlo. Così fregandomene di essere del tutto vestito, mentre continuo a cantargli la canzone con voce delicata, lo prendo in braccio a mo di sposa e mi immergo con lui, sostenendolo al mio petto e lasciandogli appoggiare la testa ad esso. Gradualmente lo sento rilassarsi e rilasciare la tensione accumulata, avrà capito che non succederà niente di male, per cui sospiro grato e continuo a cantare per lui, mentre Sonia si siede vicino al bordo della fonte e immerge il braccio sinistro che noto adesso è ferito e sta sanguinando. Poi sposto nuovamente lo sguardo su Ezekiel e sussurro l'ultima frase della canzone prima di lasciare il tempo alla magia di curarlo.
"Oh darling, I'll be your shelter for life."

Tale of a Cursed WolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora