Epilogo - MADDIE

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Mi siedo sulla valigia, facendo uno sforzo per tenere unite le due estremità mentre Julian mi aiuta a richiuderla. Negli ultimi giorni ho comprato così tanti ricordi che ho dovuto dividerne una parte nelle valigie dei miei ragazzi. O forse avrei fatto meglio a seguire il consiglio di Aaron e piegare i vestiti secondo il metodo di qualcuno che dell'organizzazione ne ha fatto il suo lavoro.
«Che ti avevo detto? Altro che Mary Combo!» esclama Julian, soddisfatto.
«Marie Kondo» lo correggo io, ma lui è già uscito dalla stanza.
Osservo il mio bagaglio con un nodo allo stomaco.
La vacanza è finita. Stiamo per tornare a casa.
Alcuni flashback dello scorso inverno si susseguono nella mia testa e la paura che tutto ciò possa ripetersi mi impedisce di muovere i piedi e raggiungere gli altri, che mi aspettano fuori. Sono quasi sull'orlo delle lacrime quando Noah mi trova.

«Che succede, Madi?»
Mi accarezza una guancia mentre mi osserva con occhi preoccupati.
Scuoto la testa e prendo la valigia, ma Noah mi afferra delicatamente il polso e me la toglie di mano. «Ehi, cosa ti prende?» chiede un'altra volta con tono dolce, mentre le sue dita mi asciugano le lacrime.
«Ho paura, Noah» confesso, tirando su con il naso.
Non è necessario che dica cosa mi spaventi. Lui ha questa specie di dono e sembra sempre in grado di capire in fretta quello che provo.
«Puoi stare tranquilla, Madi. È tutto a posto» prova a rassicurarmi.
«E se succede di nuovo? Se qualcuno ha dei ripensamenti?» sussurro con voce allarmata.
Lui scuote la testa, deciso. «Non succederà.»
«Noah...»
«Non lo permetterò, fidati di me.»
La sua voce è carica di determinazione e un po' delle mie preoccupazioni vengono spazzate via.

Lo attiro a me e lo stringo forte, mentre appoggio il mento sulla sua spalla. Le sue braccia mi circondano la vita e io non mi sono mai sentita così al sicuro come in questo momento.
«Temo un po' il giudizio altrui» confido ad un tratto.
«Davvero, Maddie?» domanda lui con tono incredulo, staccandosi da me per guardarmi dritto in faccia. «Ti è mai importato di quello che pensano gli altri? Non mi risulta» continua sarcastico.
«Ti basterà mandarli affanculo» aggiunge Aaron, entrando insieme a Julian. «Sei piuttosto brava in questo.»
«E se si tratterà dei miei genitori? Cosa farò se saranno loro a non accettare me... a non accettare noi

Julian mi afferra il viso con entrambe le mani e mi guarda in un modo che mi fa venire le farfalle allo stomaco. «Se i tuoi genitori non ti accettano, allora non ti amano. In caso contrario, saranno felici per te.»
Le sue parole sono così intense che mi fa male guardarlo. Conosco la sua situazione complicata con i genitori, perciò quello che ha detto ha un certo peso.
«E poi, penso che saranno contenti di togliersi una fracassa-palle come te» aggiunge Aaron sarcastico.
Roteo gli occhi. «Vivrò sempre sotto il loro stesso tetto, almeno tutte le volte che tornerò dall'università, perciò non si sono liberati di me, non ancora.»
«Beh, in realtà pensavo...» Aaron si interrompe e si morde un labbro, mentre si scambia un'occhiata con gli altri.

«Cosa pensavi?» chiedo con voce tesa.
Il mio cuore ha già cominciato a tamburellare ad un ritmo più veloce.
«Ecco, io...»
«Cosa, Aaron? Parla!» lo intimo agitata.
Lui sbuffa, infastidito dalla mia impazienza. «Pensavo che potresti venire a vivere con noi» annuncia, infine. «Insomma, io sto già con Noah, e Julian praticamente viveva a casa nostra...»
«Perché hai usato il passato?» chiede quest'ultimo.
«Perché non ti vedo da quelle parti da un po'» mormora Aaron, abbassando la testa. «E non sono sicuro che tu voglia tornare lì.»
Julian scuote la testa. «Non sono mai tornato a prendere le mie cose» dice, alzando le spalle. «E poi, pensavo fosse scontato che sarei venuto direttamente a casa tua.»
Aaron alza gli occhi al cielo. «Scroccone» borbotta fra i denti, ma l'angolo della sua bocca si alza in un piccolo sorriso.

«Allora, Maddie, cosa ne dici? Ti va di venire a vivere con me, Julian e Aaron?»
«E lo chiedete pure?» replico, facendo finta di essere scocciata, quando in realtà dentro di me sto urlando di gioia.
Il primo che si butta su di me è Julian. Mi prende in braccio e mi fa girare, ma inciampa sulla valigia e finiamo per terra sotto le risate generali.
Noah mi aiuta a rimettermi in piedi, poi mi dà un bacio casto sulle labbra. «Sono felice che tu abbia accettato» sussurra con un'espressione carica di sollievo.
«Avevi dei dubbi?» domando con voce incredula.
Si passa una mano tra i capelli e mi rivolge uno sguardo imbarazzato.
«Noah
«Beh, avrei capito se avessi detto di no. A volte vivere con questi due è un incubo.»
«Senti chi ha parlato...» borbotta Julian, lanciandogli un'occhiataccia. 

Io sorrido e poi mi giro verso Aaron. Il suo volto è ancora teso. In realtà, da quando abbiamo fatto pace, la tensione non l'ha mai abbandonato. Pensavo che con il passare dei giorni si sarebbe rilassato, invece sembra che ci sia sempre qualcosa che lo preoccupi.
Lo circondo con le braccia e lo attiro in un breve bacio, poi gli accarezzo una guancia.
«Cosa c'è che non va, Aaron?»
Resta in silenzio, come se fosse indeciso se parlare o meno, ma poi risponde.
«Ho paura di perderti di nuovo. Di fare qualche cazzata e di rovinare tutto. Lo so che ho promesso che non avrei più sbagliato, ma non mi fido di me stesso.»
«Anch'io ho paura» gli confesso. «Ne parlavo con Noah prima che tu e Julian arrivaste. Ma sai cosa c'è? Che i motivi per avere paura sono di meno rispetto a quelli per non averla.»
Lui mi guarda qualche secondo, prima di baciarmi la fronte. «Hai ragione.»
«Naturalmente
Aaron alza gli occhi al cielo e sbuffa, ma sta sorridendo.

Quando raggiungiamo i nostri amici, ci accolgono dei cori di «Finalmente», «Saranno due ore che aspettiamo», «Era ora!», ma le loro espressioni sono felici perché adesso il nostro gruppo è di nuovo unito come prima.
Intravedo mio fratello e, anche se ha un sorriso pigro sul volto, gli occhi nocciola sembrano tormentati.
«Ci vediamo dopo» mormoro ad Aaron, mentre mi avvio in direzione di Matthew.
«Vado a vivere con Noah, Julian e Aaron» gli annuncio quando lo raggiungo. Ho promesso a me stessa di non avere più segreti con lui e voglio che sia il primo a saperlo.
Mio fratello mi guarda con occhi sbarrati e la bocca socchiusa, prima di commentare: «Cristo, sembra terribile.»
Io alzo gli occhi al cielo e gli do un leggero spintone. «Sembri Zoe.»
È una frase che avrebbe potuto dire la mia amica.
Appena le parole escono dalla mia bocca, mio fratello si irrigidisce e il suo sguardo va alla ragazza bionda, aggrappata al braccio di Jonathan.

«Se ti confesso una cosa, prometti di non giudicarmi?» sussurra lui con voce tesa.
«Matthew, scopo con tre ragazzi contemporaneamente, come potrei mai giudicare te
«Non è necessario che tu lo specifichi ogni volta» ribatte secco. «E comunque sì, il fatto che Aaron e Noah siano allo stesso tempo i tuoi fidanzati e i tuoi cognati penso che sia imbattibile.»
«Chiudi la tua cazzo di bocca.»
«Pensavo che volessi ascoltare quello che ho da dire.»
Io mi lamento, infastidita dal fatto che abbia ragione.

Lui sospira, poi mi racconta tutto.
Spalanco la bocca per lo stupore. Adesso sono io quella che lo sta guardando con occhi sbarrati. «Stai scherzando?»
«No, purtroppo.»
Lo shock, però, ben presto lascia spazio all'entusiasmo.
«Oh, togliti quella espressione idiota dalla faccia» borbotta mio fratello.
«Ma è qualcosa di bello! Perché non dovrei essere felice?»
«Perché a mamma e papà verrà un infarto.»
Ridacchiò perché, in effetti, non ha tutti i torti.
«Andiamo, ti farò una lezioncina sulla poligamia sulla via di ritorno» gli dico, buttandogli un braccio sulle spalle.
Lui sospira, esausto. «Credo proprio che mi servirebbe.»

Lost in the Sea. Persi nel mare 🔞 [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora