Capitolo 11 - MADDIE

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Il giorno dopo mi aspetto che Aaron sbuchi fuori per farmi un agguato, ma quando io e i miei amici andiamo a pranzo in un locale che si affaccia sulla scogliera, di lui non c'è traccia. Nessuno di loro parla di Aaron, perché presumo che nessuno sappia della sua presenza.
Io continuo a guardarmi intorno in preda al nervosismo, fino a quando Noah non intercetta il mio sguardo.
«Non preoccuparti, è andato via» mi rassicura.
Mi giro per guardarlo in faccia, ma ha lo sguardo rivolto in lontananza. Ciononostante, non mi sfugge il lampo di tristezza che gli attraversa il viso. Mi chiedo se anche la sua situazione con il fratello non sia delle migliori, se si sia allontano da lui come è successo tra Aaron e Julian. Non ne abbiamo mai parlato perché è un argomento taboo per noi due, però non voglio più che sia così. Se Noah ha bisogno di sfogarsi, voglio che lo faccia con me, non importa quanto farà male parlare di Aaron.

In un momento in cui tutti sono immersi in una conversazione piuttosto accesa, ne approfitto per porgli la domanda.
«Anche tu hai litigato con Aaron?»
Inizialmente, Noah sussulta. Capisco di averlo colto alla sprovvista. Non si aspettava che io chiedessi di lui e suo fratello. Poi, mi guarda attentamente e percepisco l'esitazione nel suo sguardo. Non è sicuro di poterne discutere con me, di potere affrontare l'argomento in mia presenza.
«Noah, non ti taglio il cazzo se ne parli» cerco di rassicurarlo.
Voglio che sappia che con me può aprirsi. Poi, per sdrammatizzare, mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro: «Mi piace troppo come lo usi per staccartelo.»
Noah si morde le labbra mentre le guance assumono un'adorabile colorazione porpora. Non posso fare a meno di ridacchiare, mentre lui scuote la testa e un sorrisino divertito appare sulla sua bocca. 

Ma ad un tratto la sua espressione torna seria. «L'ho detestato per... quello che ha fatto» dice a bassa voce, lanciandomi un'occhiata d'intesa. «Avevamo un accordo e non ha mantenuto la parola.»
Entrambi sappiamo a cosa si riferisce.
Non avrebbe dovuto rifiutarmi. Avrebbe dovuto accettare la mia decisione, lo aveva promesso.
Serro le labbra e annuisco, cercando di ignorare il dolore che mi causa ripensare a quel giorno.
«Però...» mi lancia un'occhiata esitante. «È anche mio fratello, Maddie. E so che sta soffrendo. Lui è...» scuote la testa e sospira, rassegnato. «Lui è così. Pensa di non essere mai abbastanza e di doversi sacrificare per gli altri. Lo ha fatto...»
«Per me. E per te e Julian» concludo io. 

Aaron non si sentiva abbastanza per me. Mi ha rifiutata perché non credeva di potermi rendere felice. E non voleva ferire suo fratello e il suo migliore amico.
«È uno schiocco» sussurro incredula, con la voce incrinata. «Non può pensare davvero queste cose. Non può avermi rifiutata perché mette la felicità degli altri davanti alla sua.»
«Non ti sorprendere» mormora Noah. «Per anni ha represso i suoi sentimenti perché sapeva che io...» si blocca e il suo viso diventa rosso. «... insomma, sapeva che tu mi piacevi molto. Non l'ha mai detto, ma non è necessario che lo dica. Lo conosco e il suo cervello funziona così. E lo so perché... anch'io ho fatto la stessa» ammette, imbarazzato. «Ho represso i miei sentimenti perché quando tu e Aaron eravate nella stessa stanza, emanavate scintille. Era impossibile non vederle.»

Ad arrossire questa volta sono io. Sapere che ha notato la chimica tra me e Aaron mi mette in imbarazzo, visto che stiamo insieme. 
«E noi due?» domando, cercando di deviare la conversazione su quello che c'è tra di noi. «Non emanavamo scintille?»
Lui sembra esitare. «Non lo so, Maddie» ammette con sincerità. «Pensavo che tu mi odiassi.»
«Io pensavo che tu odiassi me» ribatto, sbuffando. «Non mi rivolgevi la parola!»
«Perché eri come un animale selvatico per me. Senza offesa» dice. «Eri - sei - imprevedibile e questo mi spaventava. Ma mi affascinava, anche. Mi piaci anche per questo.»
Le sue parole mi fanno sorridere. Mi avvicino per un bacio casto sulle labbra e quando mi allontano, noto che Julian ci sta fissando. Per una volta, non ha quel sorriso carico di disprezzo, ma il modo serio con cui i suoi occhi grigi ci scrutano, mi fanno sentire a disagio.
Raddrizzo la schiena e cerco di ricompormi, ma quando non riesco più a sopportare il suo sguardo, mi alzo per andare nella toilette.

Lost in the Sea. Persi nel mare 🔞 [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora